PIETRAVENTOSA
Uve: primitivo e aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
VISTA 5/5 – NASO 25/30 – PALATO 25/30 – NON OMOLOGAZIONE 30/35
Un famoso film fantastico del regista tedesco Wolfgang Petersen del 1984 si chiamava “La storia infinita” (“The never ending story”, il titolo originale). Ebbene, quest’appellativo calza a pennello, come si suol dire, se riferito alla viticoltura pugliese, che racconta proprio una storia vera che non finisce mai e continuamente lascia stupefatti chi si avvicina ad essa. Piccole e grandi aziende dimostrano tutto il loro valore, esibendo una girandola di prodotti enoici di assoluta eccellenza. Perché, come recita l’attore americano Paul Giamatti nel film di Alexander Payne “Sideways – In viaggio con Jack” del 2005, “…una bottiglia di vino è un qualcosa che ha vita. Ed è in costante evoluzione e acquista complessità, finché non raggiunge l’apice…”. Questa frase è proprio l’ideale fotografia del vino di Puglia…!
Un esempio sintomatico è rappresentato dalla piccola e giovane azienda Pietraventosa di Marianna Annio che si trova a Gioia del Colle (BA). Essa produce poche bottiglie ee soltanto su tre etichette: Ossimoro, Riserva Primitivo e Allegoria, confezionate tutte quasi esclusivamente con il Primitivo, com’è facile intuire. Un equilibrato connubio tra tecnologia e tradizione, che contempla anche l’uso di moderni strumenti di lavoro, si armonizza perfettamente con il rigoroso rispetto delle antiche memorie di vinificazione, che da secoli fanno parte del bagaglio culturale dei viticoltori che operano in questo territorio così vocato. Le viti di Pietraventosa sono posizionate sopra un roccioso rialzo collinare a circa 400 metri di altezza, buffettate da leggiadre brezze e modulate da escursioni termiche nottambule. Un terreno ricco di minerali e di scheletro completa poi la differenza di questo areale rispetto a quello più famoso di Manduria. Per questo i vini che vi si producono hanno un approccio meno impegnativo, sono meno alcolici e corposi, meno tannici e potenti, epperò più freschi, più pronti e più “beverini”.
Delle tre bottiglie analizzate, ho posto l’attenzione su quella dell’Ossimoro del 2008, un blend composto da Primitivo in massima parte e saldo di Aglianico, che qui recita un inconsueto ruolo di spalla, come il bravissimo Mario Castellani. Il termine ossimoro può trarre in inganno, ma vi assicuro che non si tratta assolutamente di un accostamento contraddittorio, come il nome retoricamente lascerebbe supporre. Anzi, i due vitigni s’integrano e si fondono vicendevolmente alla perfezione, per offrire un prodotto altamente qualitativo. La fermentazione a temperatura controllata dura circa quindici giorni, poi il vino trascorre dodici mesi in acciaio inox per il 50% e in barriques di rovere francese di primo passaggio per l’altro 50%. Infine, dopo l’assemblaggio, completa l’elevazione in bottiglia per ulteriori dieci mesi, prima di essere messo in commercio. Al termine, il tenore alcolico si attesta a 13,5° C.
Alla vista si manifesta un brillante colore granato, con luminosi riflessi porpora sull’unghia. La timbrica speziale, che ricorda il pepe nero, i chiodi di garofano e la cannella, assale piacevolmente le narici. Umori di macchia mediterranea avvolgono poi l’olfatto, insieme a spruzzate profumate di piccoli frutti rossi del sottobosco, uniti anche ad una leggera percezione agrumata. Emergono poi toni minerali ben modulati. La bocca è snella, sapida, materica, morbida, vellutata e con i tannini avvolti da una tessitura di ottima grana. Il finale è da copione: lungo ed appagante. Un ottimo vino che mi piace abbinare a un agnello arrosto, a un brasato di manzo, o a un pecorino pugliese. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Gioia del Colle (BA) – Contrada Parco Largo – Tel. E Fax 080 5034436 – info@pietraventosa.it – www.pietraventosa.it – Enologo: Oronzo Alò – Ettari vitati: 5,5 – Bottiglie prodotte: 12.000 – Vitigni: Primitivo e Aglianico.
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