di Virginia Di falco
Ospedaletto d’Alpinolo è un piccolo centro a pochi chilometri da Avellino di circa 2000 anime, noto da secoli per essere una delle ultime tappe di sosta per i pellegrini che si recavano al Santuario di Montevergine. E’ conosciuto come il paese del torrone, per i tanti laboratori artigiani da sempre presenti sul territorio, oltre che per una significativa produzione di nocciole e castagne.
Forse proprio per questo l’autunno è una delle stagioni migliori per godersi l’aria fresca e frizzantina e provare la cucina dell’Osteria del Gallo e della Volpe della famiglia Silvestro. Da diversi anni punto di riferimento gastronomico dell’Irpinia, ha visto confermata la Chiocciola Slow Food anche per l’edizione della Guida 2018. Ed in effetti, le caratteristiche dell’osteria contemporanea qui ci sono tutte: dalla figura dell’oste protagonista con la famiglia di sala e cucina, all’attenzione consapevole e responsabile dei prodotti della propria terra e delle piccole produzioni locali, alla cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Il tutto senza inutili effetti oleografici: Antonio Silvestro in tutti questi anni non è mai rimasto seduto, si è sempre aggiornato, a partire dal suo diploma di sommelier, e la cucina ha sempre guardato avanti, grazie alla curiosità della moglie Marisa e, da qualche anno, all’innesto talentuoso del figlio Davide.
L’osteria si trova nel centro storico di Ospedaletto, ha una bella sala ampia e luminosa, arredata con colori chiari ed elegante semplicità.
Il menù, nelle varie portate, racconta l’Irpinia e la sua cucina tipica, ma sempre con un tratto personale e originale (ancora di più oggi con l’ingresso in cucina di Davide).
Il benvenuto ha senza dubbio un tocco rustico e genuino, con la zuppetta di cereali e legumi che sa di casa.
Per cominciare sarebbe d’obbligo il tagliere con la ormai famosa selezione di salumi prodotti in proprio, oppure con uno squisito involtino di prosciutto stagionato e fichi freschi, boccone davvero ghiotto e sorprendente, nonostante l’abbinamento più che classico.
Tra i primi piatti c’è davvero l’imbarazzo della scelta, dai ravioli di ricotta con baccalà (ma su richiesta serviti anche con un semplice e profumato sughetto di pomodoro fresco), sodi, saporiti, dalla pasta ruvida e tenace; alla sontuosa lasagna di genovese e porcini, concentrato di golosità.
Ma il primo piatto che vale il viaggio è la zuppa di porcini e castagne, una vera esplosione di gusto, ricetta delicata e potente al tempo stesso che vi farà mettere seriamente in discussione la trita espressione «non ci sono più le mezze stagioni»: qui davvero, per colori e sapori, siamo di fronte all’essenza dell’autunno.
Tra i secondi piatti un buon coniglio alla griglia, disossato e insaporito da pancetta croccante, e una bella quanto soddisfacente versione di baccalà ai peperoni, dove un tocco indovinato di zenzero dà una bella spinta vivace ad una ricetta altrimenti solo piaciona.
Si chiude come meglio non si potrebbe, grazie ad una gradevole mousse di torrone che sa di torrone e non solo di zucchero lavorato: ma – lo abbiamo detto all’inizio – qui siamo nella patria di questo dolce millenario.
In conclusione, una esperienza davvero soddisfacente anche grazie al rapporto felice tra qualità e prezzo. La sala gira con cortesia e competenza – ma, attenzione, con tempi slow: se avete fretta questo posto non fa per voi. La cucina qui è espressa, si prepara tutto al momento e dunque siete al riparo da ustioni da microonde. Ai tavoli non a caso vedrete habitué e viaggiatori di passaggio intenti a degustare, scambiarsi i piatti, assaggiare, fare domande su prodotti e ricette. E forse è anche questo il senso di un’osteria come il Gallo e la Volpe: stimolare il palato, ma anche la curiosità.
Osteria del Gallo e della Volpe
Piazza Umberto I
Tel. (+39) 0825 691225 e (+39) 333 3388313
Aperto: solo la sera (sabato e domenica anche a pranzo)
Chiuso: domenica sera e lunedì
www.osteriadelgalloedellavolpe.it
Conto medio sui 30 euro
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