Osmo Cucina a Firenze all’Hotel Floren
Via Panzani 17
Aperto dalle 12,30 alle 23
Tel.055 0541262
www.osmocucina.it
Si parla molto di crisi di fine dining a Firenze, ma i locali degli alberghi diretti da persone e proprietà lungimiranti offrono spunti molto interessanti, come nel caso dell’Hotel Floren (ex Bonciani) trasformato con una radicale ed elegante ristrutturazione da brutto anatroccolo a cinque stelle nella via dove l’overtourism raggiunge livelli parossistici. La proprietà ha puntato sul giovane Marco Anselmi in cucina e e su Domenico Napolitano come restaurant manager, entrambi professionisti di lunga esperienza. Insieme alla storica Gelateria Badiani e alla pizzeria Giotto (che non è della stessa proprietà) costituiscono una piccola oasi di gusto, uno scoglio a cui aggrapparsi per salvarsi dallo tsunami di proposte turistiche.
Arredato in stile bistrot vintage rivela subito la sua multifunzionalità: l’idea infatti è quella di proporre una buona cucina in un ambiente easy, colloquiale, da bistrot che cambia volto durante il giorno, dalla colazione molto buona al menu disponibile tutto il giorno, dalla carta semplificata per il pranzo a quella serale. Un bancone domina la sala in stile americano, per chi vuole bere qualcosa o stuzzicare. Già questa poliedricità è buon segno, dal mio punto di vista, per lo chef che acquista crediti proprio quando dimostra elasticità rispetto alle esigenze della clientela e dell’azienda in cui lavora.
Il menu è organizzato, oltre che alla carta, in tre proposte degustazione: erbivoro (70 euro), terra mare (80) e a mano libera (95). Ci orientiamo su quello erbivoro con una eccezione: la linguina di Gragnano con jus di cacciatora e cremoso di fegatini in cui Marco Anselmi dimostra di interpretare alla perfezione il ruolo che la pasta deve avere per noi italiani: essere il tapis roulant di quello a cui è abbinata provocando gioia e piacere. Un piatto buonissimo, che rivela anche la mano del cuoco per la carne, come del resto è lecito aspettarsi da un marchigiano che lavora a Firenze e che è passato da Martin Berasategui oltre che da Mauro Uliassi, il quale, non dimentichiamolo, è maestro nei piatti di cacciagione, anche se è il mio ristorante preferito di mare in Italia.
Il menu vegetariano conferma la ricerca del gusto e una ottima tecnica di estrazione del sapore, attinge sia alla tradizione mediterranea che orientale, in questo caso senza ostentazione ma come naturale soluzione di un progetto di ricetta. I piatti sono freschi e gustosi, non giocano a rimpiattino con la carne evitando il primo grande errore commesso dall’Eleven Madison Park quando decise la svolta vegetariana. Grandissima attenzione alla panificazione, al punto che pane e olio diventa una vera e propria portata.
Decisamente buoni, moderni e centrati anche i dolci.
Da investire con decisione nella carta dei vini se si vuole allargare la clientela in una città che è molto competitiva sul tema. Il servizio è attento e non ingessato.
Conclusione: una zattera di salvataggio quando uscite dalla stazione, un riferimento sicuro nel cuore della città che vi conviene provare subito, senza perdere altro tempo. Marco Anselmi è un ottimo professionista e farà parlare molto di se, ne siamo convinti.
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