di Luciano Pignataro
Questo blog è nato nel 2004. Se fosse un giornale parleremmo di un’altra epoca, nel caso di internet non sbagliamo usando il termine “era geologica”.
Nacque quasi per gioco, per tenere un po’ di archivio da giornalista, fare qualche recensione che non poteva avere spazio sul giornale. Insomma, un diario.
Mosso però da una consapevolezza precisa e da un disegno: all’epoca lo spazio dedicato al Sud era ridotto all’osso nelle guide specializzate.
Internet è stato da questo punto di vista un grande strumento di libertà: per la prima volta, attraverso questo blog, centinaia di artigiani, ristoranti, trattorie, cantine, pizzerie, paninoteche, birrifici, azienda agricole, gastronomie hanno avuto la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico.
Da allora è nato un movimento e abbiamo la presunzione di dire che abbiamo costretto tutti ad occuparsi di Sud in termini di rispetto e non come una residua zona del paese da trattare con folklore e pacca sulla spalla.
Possiamo dire ancora di più: questa settimana è stato presentato il rapporto Ismea e Svimez dal quale emerge che per la prima volta dopo oltre 150 anni i dati della ripresa economica del Sud sono più significativi di quelli del centro Nord. Il Pil del Sud nel 2015 è stato del +0,8% mentre quello del Centro Nord segna +0,5%. Scomponendo questa ripresina nazionale, si scopre che il settore primario contribuisce con il più 3,8%, l’industria con il +0,9 e i servizi con il +0,4%. Non male per un paese che negli anni ’90 aveva sognato di vivere giocando in Borsa.
Ma è nella scomposizione territoriale che emerge con chiarezza la qualità del sorpasso: l’agricoltura al Sud è cresciuta del 7,3% mentre quella del Centro Nord si attesta a +1,6%. Questa ripresa riguarda anche l’export, 36 miliardi di euro con +7,3% in Italia con il Sud che segna +15,5% nei prodotti agricoli e +7,6% nei prodotti alimentari. Ma il dato che più interessa è la crescita dell’occupazione: nel 2015 hanno trovato occupazione in agricoltura mezzo milione di persone, e anche qui il Sud è in testa con +3,8% rispetto al Centro Nord che vede +0,4%.
Davvero incredibili i numeri dell’occupazione giovanile: +13% al Sud rispetto al +9,5% al centro Nord. In termini assoluti, il Sud raggiunge il 30% dell’export nazionale ma i margini di crescita sono ancora ampli di almeno un altro 10%. Cioé, capite? I giovani tornano nelle campagne abbandonate dai padri.
Insomma, se c’è qualcosa che davvero sta unificando l’Italia è l’agricoltura con il comparto agroalimentare. Lo sanno benissimo da anni gli appassionati di vino e i gourmet che attraversano una comunità che parla tanti dialetti ma ha ormai una sola visione del futuro, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia: la qualità.
Il blog è diventato sempre più importante, un impegno su base volontaria e non retribuito che ha la sua molla nella passione nel raccontare di chi ci scrive. Prima era il Sud, ma adesso abbiamo l’orgoglio di avere grandissimi collaboratori da tutte le regioni italiane, ogni giorno Roma è la prima città per letture, Milano la terza dopo Napoli, e abbiamo l’ambizione di raccontare l’Italia che funziona, l’Italia buona. Quella che sa viaggiare nel mondo con autorevolezza e che offre spazio ai giovani.
A questa crescita hanno contribuito decine e decine di persone di tutte le età e di tutte le nostre regioni con i loro articoli, le loro visite, i loro conti. Anche se, è vero, qualcuno lo ha usato come un taxi, qualche altro, abbiamo scoperto dopo, in modo opinabile.
Il blog è anche diventato qualcosa anche da attaccare, perché offre gratis e con autorevolezza quello che in tanti si fanno pagare senza autorevolezza. Molti sono semplicemente incapaci di fare qualcosa di meglio e iniettano veleni sui social. Ma questa è la vita, questa è l’Italia in cui il successo è invidiato, non emulato. Negli oltre 18mila post che abbiamo pubblicato in questi anni, nessuno è costato un solo euro a qualcuno. Persino nella pubblicità ci siamo affidati prima al network Vinoclic e poi a Google Adsense: non abbiamo mai pubblicato un banner pubblicitario in modo diretto. Mai, neanche per un’ora in 13 anni.
Ci siamo accorti però che negli ultimi anni qualcuno ha girato facendo capire che in cambio di consulenze era automatico l’articolo sul blog. Alcune voci, prima isolate, poi sempre più diffuse, a cui noi abbiamo prestato inizialmente poco ascolto.
Poi però ci siamo accorti che non bastava più essere a posto con la propria coscienza per apparire liberi e limpidi. Soprattutto perché sono talmente tali e tante le persone che entrano con una macchina fotografica senza avere neanche il tesserino di giornalista per mangiare gratis e chiedere soldi per un post che può sembrare impossibile che anche uno dei blog più autorevoli d’Italia non sia in questo sistema.
I modi per essere trascinati in una zona grigia sono tanti. E non abbiamo difficoltà ad ammettere che abbiamo commesso leggerezze dettate, per la maggior parte dei casi, dalla volontà di fare un piacere a qualcuno che aveva bisogno di aiuto.
Ma l’importanza del blog ci fa capire che ormai non è più uno spazio privato personale dove poter fare tutto senza rendere conto a nessuno.
Questo spazio ormai è di tutti gli appassionati di enogastronomia, di chi ci lavora e di chi ne usufruisce, non degli amici. Anzi, proprio per questo bisogna adottare precauzioni triple perché un giornale e una guida hanno più filtri di controllo.
In attesa di una definizione più precisa di quello che sarà il blog nei prossimi anni vogliamo allora dire con chiarezza quali sono le regole di ingaggio al momento.
1-Chi fa attività di addetto stampa o consulente, sia pure in un altro settore, non potrà più firmare recensioni. Saranno accolti contributi tecnici e scientifici con la specifica della propria attività. In un momento in cui non è più chiaro quasi a nessuno la distinzione tra addetti stampa, comunicatori, pr, giornalisti, cerchiamo con fermezza di ribadire questo concetto di separatezza.
2-Abbiamo decine di inviti ogni giorno, ma sceglieremo noi dove andare perché il nostro obiettivo finale è riflettere il punto di vista del cliente non del ristoratore, del produttore o del pizzaiolo. Motivo per cui eviteremo le inaugurazioni che producono solo articoli fotocopia sui blog e sui social e che non creano le condizioni per una valutazione seria, da cliente appunto, di quel che poi si trova. Devo dire che nonostante tutto in questi anni ci siamo riusciti ed è questo il motivo del nostro successo. La quasi totalità delle recensioni è stata fatta così ed è per questo che chi visita i locali dopo averci letto ci si ritrova e ce lo scrive. Quando non pagheremo lo diremo esplicitamente e spiegheremo il motivo (ospiti di qualcuno).
3-Se qualcuno promette o ha promesso un post nel blog in cambio di soldi siete pregati di segnalarcelo, anche in forma anonima. Anche se qualcuno ha tentato di vendervi qualcosa, un prodotto. La mail è info@lucianopignataro.it oppure segnalandolo su Facebook. Provvederemo ad una denuncia immediata alla Procura per truffa e millantato credito. Ripeto, nulla è dovuto, neanche il pasto offerto, per essere recensiti.
4-Pubblicheremo solo gli appuntamenti che riterremo importanti di Slow Food, Ais, Fisar e di ogni associazione di interesse collettivo. Non più di singoli privati. Tutti nella rubrica appuntamenti e persone mentre le notizie di rilievo aziendale continueranno a stare nella rubrica New dagli enti e dalel aziende e continueranno ad essere gli unici post non redazionali.
Una delle obiezioni più deprimenti che una volta ho avuto è stata: ma se non fa reddito perché non lo chiudete?
Perché i sogni e le passioni non si realizzano mai con la contabilità dei ragionieri.
Ma soprattutto perché la cosa più bella della vita è essere liberi.
Abbiamo capito che la nostra libertà spaventa coloro che amano altri mezzi, ma abbiamo anche capito che regala tanta speranza perché spiega che non tutto si compra, non tutto è marcio.
La libertà di raccontare non può essere contabilizzata e chi lavora bene ha solo da guadagnare.
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