di Nicola Nicoletti
Nulla lasciava presagire che dopo la proiezione della fiction sull’omicidio di Angelo Vassallo con Sergio Castellitto si scatenasse una tempesta mediatica sui social media e nelle piazze del Cilento. Tutti a dire la loro sui vari aspetti emersi o taciuti della pellicola o a ripercorrere errori o successi del sindaco pescatore Raccogliamo la testimonianza di uno dei protagonisti del Cilento, Peppino Cilento, sindaco di sinistra della vicina san Mauro Cilento ai tempi dell’amministrazione Vassallo e anche presidente della cooperativa Nuovo Cilento che ha da poco festeggiato i 40 anni di vita.
Che cosa pensa della fiction trasmessa da Rai 1 che ha riscosso un grande successo di pubblico?
Non entro nel merito del giudizio estetico, perchè mi sembra del tutto secondario, rispetto alla tragicità dei fatti.
Le critiche parlano della presenza di personaggi che si atteggiamo ai boss della mala: una esagerazione nella realtà del Cilento?
Il regista presenta un Cilento vero, anzi con alcune edulcorazioni che non guastano in una fiction.
Vassallo si insedia in un comune che vive uno stato traballante: è esagerato?
Angelo subentra come sindaco in un comune, dove per sei anni i conti consuntivi non erano stati presentati e in questo clima un dipendente decide di rinunciare alla vita.
Questa tragedia è stata omessa nel racconto, ma è presentato il cambio di rotta nel settore amministrativo del comune, in particolare nel ruolo del segretario. Come mai?La prefettura avrebbe dovuto avere la sensibilità di cambiare la dirigenza, ma non lo aveva fatto. Di qui la protesta di Angelo e non solo (in prefettura recitò un ruolo importante il sindaco di San Mauro, Costantino La Selva).
Le capre che brucano nel depuratore è una leggenda?
Tutto vero invece. Se nel depuratore di Acciaroli si rifugiavano le capre, quello di san Mauro ospitava i conigli e le galline di Comare Assunta, la quale aveva pensato bene di venderselo.
Fatto questo il depuratore ha iniziato a lavorare con successo. Che succedeva nei comuni vicini?
A San Mauro, in un chilometro di costa, dove insistevano gli scarichi di sei villaggi turistici, la fognatura non era mai stata neanche progettata. Ed è meglio stendere un velo pietoso sulla realtà dei comuni vicini, dove l’ambientalismo pure apprezzabile non aveva prodotto risultati in grado di riportarli alla normalità. Angelo Vassallo pone mano a questa gigantesca opera di bonifica e rende disponibili le strutture create e le sue conoscenze anche a noi di San Mauro. Ricordo di aver realizzato in 20 minuti l’accordo con lui sul percorso delle fogne che da San Mauro portano i reflui ad Acciaroli e anche che ci aiutò col suo peso politico a velocizzare l’iter per ottenere i fondi. Oggi questo lavoro è completato e rende le acque comuni di San Mauro e Pollica ineguagliabili per limpidità e purezza in Italia. Su questo vigila una squadra di tecnici superprofessionali del Consac, membri di una unità operativa molto efficiente nel Cilento, creata mentre era presidente Ettore Liguori e anche io ero membro del CDA.
Come aveva lavorato per la differenziata?
Lo stesso discorso riguarda la normalità della raccolta differenziata, che vide il suo epicentro migliorativo nel comune di Pollica.
La mitica capacità urbanistica di Vassallo era vera?
Pollica aveva avuto il primo piano regolatore della Campania con il Sindaco Patroni. Angelo prosegue, approva il nuovo piano. Quello che più mi stupisce in questi giorni, in cui si continua ad aggredire un morto che non si può difendere, che nessuno ricordi che Angelo porta in consiglio comunale e taglia dalle zone rosse (con possibilità di costruire) del piano del Parco una fetta enorme quanto una intera collina sopra Pioppi, lasciando solo una esigua striscia alla base (non credo più del 10% di quanto previsto dal piano del Parco).
Chi è a conoscenza di queste informazioni?
Già in passato ho dovuto consegnare nelle mani delle autorità inquirenti questa documentazione, ma qualcuno dovrebbe tirarle fuori ancora oggi, per impedire che la macchina del fango faccia ulteriori danni, perchè solo a Pollica, in tutti gli 80 comuni del Parco, sono state limitate le zone rosse.
Chi era Vassallo?
Per me Angelo non era e non è un mito, ma un fratello col quale ho avuto la fortuna di lavorare per portare il nostro territorio alla normalità.
Mi farebbe piacere, molto piacere se alla fase di disgregazione, che normalmente succede ai grandi delitti, ne succedesse una di nuova coesione.
I teatrini di questi giorni a vari livelli istituzionali ripropongono le irresponsabiltà e le viltà che hanno prodotto la solitudine di Angelo sia in vita che, soprattutto, dopo la morte e che hanno impedito la ricerca della verità.
Questo significherebbe (in un Mezzogiorno che ha deciso di perdere la sua battaglia di unificazione con il Nord dagli anni ’70), che le squadre troppo numerose degli strateghi della sconfitta a tutti i costi potrebbero aver impostato una strategia per vincere e portare il Sud alla normalità.
Un fatto è certo, la fiction con Sergio Castellitto ha riaperto una ferita nel cuore del Cilento: l’omicidio di Angelo Vassallo
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