Azienda San Salvatore
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: 25,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: Legno
Vista 5/5 –Naso 26/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 30/35
“In principio Dio creò il cielo e la terra…” Così inizia il libro della Genesi e l’incipit di tutta la Bibbia. Questo vuol significare che prima non c’era assolutamente niente. Nel Cilento fino a vent’anni fa la viticoltura non c’era, o almeno non esisteva quella commerciale e, soprattutto, quella di qualità di oggi, che ha avuto proprio come punto di partenza l’inizio degli anni ’90, per merito di pochi coraggiosi che hanno fatto scoccare la scintilla. Ed in quest’ultimo ventennio essa ha fatto passi da gigante, è migliorata, è progredita, si è fatta apprezzare e si è affermata sul mercato nazionale. Per arrivare allo stato attuale, però, ha dovuto compiere gradualmente un faticoso percorso, mettendo in mostra risorse umane, attrezzature adeguate e conoscenze specifiche. Nel frattempo le aziende cilentane sono anche cresciute di numero.
In questo panorama si è inserita da pochi anni, e precisamente dal 2004, un’azienda che da subito è diventata leader nel settore vitivinicolo, senza passare per le forche caudine dell’apprendistato. Si tratta dell’Azienda Agricola San Salvatore di Stio, che ha sbaragliato il campo con vini di assoluta eccellenza. Il patròn Peppino Pagano, famoso imprenditore e persona gentile, competente e generosa, ha profuso energie e risorse senza badare a spese pur di ottenere rilevanti risultati. Intanto si è contornato di uno staff tecnico di prim’ordine, che fa capo al famoso enologo Riccardo Cotarella. Ha poi saputo selezionare due areali, rispettivamente a Stio e a Giungano, che sono molto vocati per un’ottima viticoltura, potendo contare su un terroir speciale ed un microclima unico. E, inoltre, Peppino ha pensato bene di attrezzarsi in cantina con moderni strumenti tecnologici. In più, come valore aggiunto, per tutte le coltivazioni qui vengono adottati solo processi biologici naturali con preparati biodinamici.
Personalmente ho avuto il piacere di assaggiare quasi tutti i vini aziendali e in questi giorni ho avuto anche il privilegio di degustare l’ultimo nato in casa San Salvatore: Omaggio a Gillo Dorfles Igt Paestum Aglianico 2009. Appena 3.300 bottiglie tutte numerate.
Spiego subito il perché di questa dedica fatta al famoso docente ultracentenario triestino, nonché scrittore, filosofo, medico e artista di levatura internazionale. Il professore è un assiduo frequentatore di Paestum, in quanto gli piace molto il paesaggio, tanto da ispirarlo nelle sue creazioni pittoriche su ceramica. Ha conosciuto da qualche tempo Peppino Pagano e tra i due si è subito instaurata una forte e sincera amicizia. In più al professore piace bere, con moderazione naturalmente, i vini cilentani (…ecco svelato il segreto della sua longevità…!). E da qui è nata l’idea di fargli disegnare l’etichetta del nuovo vino, che è appena uscito sul mercato, e dedicarlo proprio all’esimio maestro.
E allora, come nasce questa nuova bottiglia? Dopo la fermentazione ed una lunga macerazione, il vino transita per 24 mesi in barriques di rovere francese per l’affinamento e 6 mesi in bottiglia per l’elevazione. Il tasso alcolico arriva a toccare i 15 gradi.
Classicheggiante color rubino, con lampeggianti unghiate purpuree. Il corredo aromatico esibisce un invitante e ampio quadro multiforme: preziose parvenze floreali che attaccano le narici e salgono su fino al cervello, inebriandolo; e poi intense esuberanze fruttate minime e medie, come le ciliegie, le prugne, le more, i mirtilli e i lamponi che si rincorrono su un registro variopinto. E qui entra in gioco il legno che reclama la scena tutta per sé con il suo bouquet terziario: boisé, goudron, tostatura di caffé, orientaleggianti spezie, come chiodi di garofano, cannella, pepe nero e vaniglia, unite a profumi di erbe aromatiche e sensazioni eteree. L’impatto del vino sulla lingua non fa altro che confermare le percezioni già captate dal suo vicino in alto. Persistenti ed equilibrate rimembranze di frutto maturo, di fiori, di sapidità, di carnosità, di corpo e di elevata impalcatura strutturale. La trama tannica è fitta e ancora astringente, come da copione, ma la buona morbidezza unita alla componente acida stemperano questa lieve spigolosità, donando godimento alla beva. Finale lungo e pervasivo. Un vino veramente eccezionale che mi ha letteralmente entusiasmato e che può giocarsela alla pari con i suoi omologhi irpini, taburnini e vulturini. Abbinamento classico con la terragna cucina Cilentana. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede legale a Stio (SA) – Contrada Zerilli
Sede operativa (Cantina) a Giungano – Via Dioniso
Tel. 0828 1990900 – Fax 0828 1990901
info@sansalvatore1988.it – wwwsansalvatore1988.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Enologo in azienda: Alessandro Leoni
Ettari di proprietà: 97 di cui vitati 16,5
Bottiglie prodotte. 110.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina
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