Il Sannio non è solo il polmone vinicolo della Campania ma, è anche terra di grandi oli extra vergine d’oliva da pregiatissime cultivar, tra tutte: Ortice, Racioppella e Ortolana. Si tratta di varietà conosciute da centinaia di anni ma solo nell’ultimo decennio si sta assistendo, con molte difficoltà ad un processo e valorizzazione e promozione. Se ne è parlato il 7 maggio a Ponte (Bn) nella magnifica Abbazia longobarda di Sant’Anastasia in occasione della Festa dell’Olio, voluta da: Comune di Ponte, Pro Loco, Camera di commercio di benevento, Regione Campania e supportata dall’ARGA Campania, rappresentata dal Segretario regionale Pasquale Carlo. L’evento si è aperto con un incontro di confronto tra Istituzioni, esperti del settore, rappresentanti di categoria e tanti produttori. L’olivicoltura sannita ha origini antiche, caratterizza da sempre, insieme alla vite il paesaggio rurale dell’area e dovrebbe costituire fonte di reddito primaria per i coltivatori degli oltre 35 comuni interessati nella produzione. Le organizzazioni locali sono molto attive nel campo, si scontrano tuttavia, con problemi atavici: la difficoltà a far percepire l’altissima dignità del reddito agricolo e le discrasie di filiera che vedono i prodotti trasformati ad alti livelli di prezzo che non corrispondono ad una giusta remuneratività per chi produce olive, uva, grano, latte etc.
Il comparto olivicolo del Sannio che vanta altissime eccellenze, si disperde tuttavia per mancanza di cultura imprenditoriale e volontà di reinvestire nell’agricoltura. E’ sempre troppo facile tirar fuori le criticità di qualsiasi settore, ben più arduo è individuare responsabilità e ruoli precisi lungo tutta la filiera, recuperando soprattutto l’energia mentale, la voglia di conservare e promuovere la propria terra, l’orgoglio contadino. I coltivatori di olive e produttori di olio nel Sannio sono polverizzati, dimensione delle aziende estremamente ridotte rendono difficile procedere in direzione dell’eccellenza diffusa. La ricetta potrebbe essere quella di partire dalle piccole cose, affrontare i mercati locali e limitrofi con le armi della tipicità e tracciabilità del prodotto, anche con l’ausilio della normativa che dal luglio 2009 impone di dichiarare in etichetta la provenienza delle olive. Bisogna lavorare in comunicazione, accrescere il valore percepito, far comprendere che una bottiglia di Ortice, Ortolana o Racioppella è unica, diversa , si trova solo nel Sannio. E’ necessario quindi creare un legame a doppio filo tra prodotto e territorio: Sannio = olio extra vergine d’oliva di qualità. Ben vengano le manifestazioni di promozione, l’utilizzo di testimonial importanti come ad esempio gli Chef dell’alta ristorazione e soprattutto è importante spingere in direzione del consumo locale e limitrofo attraverso azioni consapevoli di posizionamento del prodotto, nelle mense degli ospedali, nelle scuole e così via. Bisogna far capire all’acquirente di una bottiglia d’olio sannita cosa guadagna spendendo magari un paio di euro in più per acquistare il prodotto.La Festa dell’Olio di Ponte che va avanti fino a domenica 9 maggio, segna un primo passo, una voglia di risveglio, di rinascita, l’oro giallo del Sannio deve acquisire la dignità che gli compete, auspicabilmente con l’ausilio di una seria Dop che ne diffonda e tuteli la produzione. Bisogna innescare un circolo virtuoso dalla produzione, alla trasformazione, comunicazione, commercializzazione facendo rete a tutti i livelli della filiera.
Le caratteristiche tecnico – organolettiche
Ortice
E’ presente in tutta la Campania con nomi diversi , ma, l’areale di elezione è la media – alta collina del beneventano. La pianta è di media vigoria, con chioma alta e portamento assurgente; è autoincompatibile. Le drupe, pur dando un olio eccellente, sono apprezzate anche come prodotto da mensa, sia in salamoia che disidratate al sole.Questa varietà si caratterizza per una produzione abbondante, ma alternante negli anni. La resa in olio è discreta, intorno al 16 %. Esso presenta un fruttato di oliva generalmente verde di intensità medio – alta, con sentori erbacei e di pomodoro.
Ortolana
Nota anche con il nome di Melella, per il caratteristico sentore di mela che induce nell’olio. Risulta particolarmente diffusa nella zona collinare della Valle Telesina ed è apprezzata, oltre che per la buona resistenza alle avversità atmosferiche, anche per l’eccellente qualità dell’olio che si ottiene; quest’ultimo è caratterizzato da un fruttato di oliva verde di intensità media con chiari sentori di mela verde. La vigoria della pianta è medio-alta, la chioma è espansa e il portamento è assurgente, ma con alcuni rami fruttiferi penduli. La polpa delle drupe è bianca e si distacca abbastanza facilmente dal nòcciolo; per questo motivo viene apprezzata anche come oliva da mensa. La resa media in olio è pari al 13%.
Racioppella
Diffusa nel beneventano e soprattutto nel Comune di Guardia Sanframondi, ove è la varietà maggiormente coltivata.E’ una varietà apprezzata soprattutto per la costante produttività, per la qualità dell’olio e non tanto per la resa, che è intorno al 10-12%. E’ chiamata con nomi differenti, tra cui “Ansertarella”, per i grappoli di drupe distribuiti sui rami in serie, “Rappocella”, perché le olive sono sempre raggruppate a grappolo, “Spruarella”, perché durante la raccolta delle olive il movimento delle mani ricorda quello che si effettua durante la mungitura.
Dai un'occhiata anche a:
- Follie a quattro mani | il fine dining di Villa Agrippina Gran Melià luxury resort
- Il XXI Trofeo Caputo vola in Cile: Daniela Zuñiga si aggiudica il Campionato mondiale nell’anno del centenario di Mulino Caputo
- Incontro a Parigi nella Residenza dell’ambasciatore Sabbatucci con il famoso pasticcere francese Pierre Hermé
- A Imola “quattro ristoranti raccontano l’olio evo”
- Porto e vini campani: la degustazione di beneficenza dell’Associazione Le Donne del Vino in Campania
- Mexitaly gemellaggio gastronomico Messico – Italia
- Viva Palermo e Santa Rosalia!
- Gucci Osteria Tokyo a Positano per una cena da sogno