Nell’ultimo anno abbiamo assistito a omicidi brutali e inimmaginabili. Sia intesso, ogni assassinio lo è, ma siamo rimasti sconvolti dalla crudeltà di alcuni episodi e siamo rimasti basiti per le sconvolgenti parole di un ministro che ha manifestato al tempo stesso razzismo e una insopportabile ideologia divisiva nel commentare il caso Cecchettin che ci riporta a prima dell’Illuminismo, a un medioevo di paura e di sclerotica ignoranza.
La civiltà si misura con la capacità di non delegare alla violenza le contraddizioni sociali, religiose e di genere che essa stessa genera. Non siamo tutti uguali, ma proprio per questo motivo l’uso della forza è indice di debolezza mentale, individuale e/o collettiva.
La forza si usa quando non ci sono argomentazioni, quando cioè non si è capaci di essere pinto di riferimento, è l’espressione di chi non ha niente che attrae.
La violenza sulle donne è l’evidenziatore di una crisi di una comunità. Meno libertà hanno le donne, meno libera è la società.
Ma soprattutto meno ricca.
In ricordo di Marisa Leo e di tutte le donne che sono morte perché volevano essere libere di vivere la propria vita
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