di Antonella Amodio
Sull’incantevole panorama dell’isola di Capri e della Penisola Sorrentina si apre il sipario al Ristorante Pizzeria O’ Sbarazzino Gourmet di Torre del Greco, di proprietà di Ilaria Cozzolino. In effetti, questo locale rustico e ben curato è la seconda sede di O’ Sbarazzino Gourmet, l’altra essendo a Ercolano.
Una squadra di collaboratori appassionati, professionisti sia in cucina che in sala, fa volare alto questo locale e lo riempie tutti i giorni, mettendo da subito il cliente a proprio agio.
E’ Agostino Coppola, metrèe di esperienza, ad avere occhio attento su tutto, con garbo discreto e accorto, al quale nulla sfugge, mentre la cucina è nelle mani due chef: Vincenzo Di Nocera e Dario Balestrieri, con due diverse visioni della gastronomia, che in questo caso si fondono per creare piatti con impronta territoriale e tradizionale, ma con accenni creativi.
Un menù dove c’è tanto pesce, ma anche carne, dove non mancano le verdure e le fritture.
Vi invito ad iniziare proprio dal Croccotarallo (crocchè di patate con tarallo napoletano sbriciolato e mandorle) servito con una fonduta di pecorino Casale di Poggiomarino; poi continuare con il Baccalà al nero di seppia; con le Alici ripiene di provola di Agerola accompagnate dalla maionese di limone; con il Totano all’ortolana in agrodolce; con il Polpo verace con crema di patate e zest di limone; con un assaggio di cozze al vapore affumicate al legno di ciliegia, e – giusto per finire la carrellata di antipasti – chiudete con il buonissimo tonno in crosta di pane panko.
Tra i primi è irrinunciabile la Genovese classica (ragù di cipolla ramata di Montoro, carne di manzo e cipolla croccante), ben fatta e con ottima cottura della pasta, mentre il Risotto Corallino, preparato con il riso Roma e servito con assoluto di gamberi (cotti e crudi), è un piatto che testimonia l’ancoraggio al territorio, visto che è omaggio a Torre del Greco, la città del corallo.
Tra i secondi, oltre al pescato giornaliero troverete anche la selvaggina, mentre per dessert affidatevi alla proposta estemporanea della cucina, che offrirà in abbinamento una tisana della casa con luppolo, camomilla e liquirizia.
Il pane (anche al cacao) è preparato in sede e in questo periodo il cestino è arricchito ad una fetta di tortano napoletano.
Carta delle acque, poi birre in bottiglia e selezione di vini a cura di Agostino Coppola. O’ Sbarazzino Gourmet è infine un locale dall’ottimo rapporto prezzo/qualità.
Coperto 2,00 €
Costo medio di tre portate € 25,00
Gennaio 2022
di Marco Contursi
Chi decide di aprire un locale di questi tempi, non so se è un pazzo o un coraggioso. Di sicuro, chi ha aperto “O’ Sbarazzino”, Ilaria Cozzolino, è una bella ragazza, anche se la mascherina, tanto necessaria quanto fastidiosa, ne mortifica il sorriso. Ha avuto buon gusto negli arredi e lungimiranza nella scelta dei collaboratori, affidandosi ad Agostino Coppola, maitre capace e in continuo aggiornamento, che si troverebbe a suo agio anche in locali più impettiti.
Con lui in sala il giovane Emmanuel Ascione, mentre Anna Ascione cura con garbo l’accoglienza. Già, qui, appena si varca la porta si ha la netta sensazione che c’è qualcuno che cerca di offrire ai propri clienti una esperienza diversa dalle tantissime altre che si trovano in giro. Un esempio? La degustazione di acque minerali, dal mondo, che Agostino propone, forse qualcuno dirà che è esagerata per un locale di fascia media, ma a me è piaciuta tanto, poiché mi ha fatto provare la BLK, una american water con minerali fulvici. Non avevo mai bevuto un’acqua nera. E molto particolare è pure la pizza del bravo Pasquale Livello, tra le migliori degustate, nell’ultimo anno, per impasto. Me la manda con cavolo viola e lardo, e Agostino la flamba a tavola. Confesso, ero scettico, e invece è molto piacevole, delicata, con leggere note sulfuree (cavolo) e di fumo (flambatura). A un tavolo vicino vedo portare il croccotarallo, fermo il maitre e lo fotografo, ha una bella faccia.
Per me invece, un tagliere di salumi di cacciagione, dal gusto deciso e non per tutti, e degli ottimi bocconi di baccalà in panatura al nero di seppia e scottona di frisona italiana in crosta di pane croccante.
In cucina ci sono due chef che conosco, Vincenzo Di Nocera e Dario Balestrieri, professionisti concreti, che trovi più in cucina che sui social, come dovrebbe essere ovunque. Vedete, il risotto all’acqua di rose, con prosciutto di Parma essiccato e polvere di alghe, può sembrare un azzardo, ma invece è equilibrato, gustoso e mantecato perfettamente nonostante io non abbia fatto mettere formaggio.
Cosa ancora più importante, il riso è quasi croccante e non quel pappone canino che anche locali blasonati propongono. Mi è piaciuto molto.
Nel frattempo, alle acque, aggiungo un calice di lacryma christi Vigna delle Ginestre del 2015, che ha mantenuto la botta degli anni con orgogliosa dignità. Capitolo secondi, il parallelepipedo di pancia suino è cotto bene, ma il sapore non mi fa impazzire, classico dei suini di allevamento intensivo, che tutti trovano gradevole ma non io, che mangio ormai quasi solo suini da razze autoctone e bradi, mentre l’altro secondo mi permette di vendicarmi di Babbo Natale che non mi ha portato quello che gli avevo chiesto.
Santa Claus mi ha deluso e io mi pappo la sua renna, che poi non sono sicuro fosse la sua perché sennò sarebbe volata via dal piatto. Anche qui, discorso simile per i salumi, la cacciagione ha sapore forte e deve piacere, ma un assaggio di pochi grammi, insieme al pari peso di cervo, sono l’occasione per finire il calice di rosso. Piccola chicca, vedete quella candela nella foto nel piatto? Non è cera ma grasso solido ed edibile, che si scioglie con la fiammella ed il cliente può inzupparvi la carne di renna e di cervo, solitamente molto asciutte. Io l’ho trovata una figata pazzesca.
Sono strapieno ma una fetta di panettone fatto da Vincenzo non posso rifiutarla. E me ne regala pure due da portare in Parrocchia, fare del bene è sempre cosa buona.
Un locale quindi godibile, con uno staff giovane e tanta voglia di far trascorrere ai clienti una bella serata. Prezzi medi 25-30. Qualche chicca come la pizza flambè, le acque speciali e la candela di grasso, non le avevo mai viste altrove, e mi hanno piacevolmente sorpreso. Da ritornare per provare altre specialità, sia di pizza che di cucina, e speriamo che Babbo Natale abbia capito il messaggio….la prossima volta potrebbe toccare ad uno dei suoi elfi, di finire al forno con le patate….
O’ Sbarazzino
via Alcide De Gasperi 139 Torre del Greco
tel 081 18213011
aperto a cena, venerdi, sabato e domenica pure pranzo. Prezzo medio 25-30 euro
p.s. cosa avevo chiesto a Babbo Natale? Non posso dirvelo….lo sappiamo solo io, lui e……il mio regalo.
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