‘O Furnar, salumeria e gastronomia dal 1961: A Eboli la fermata golosa sulla via per il Cilento

Pubblicato in: Le gastronomie
Elisa Apostolico e Cosimo Rinauro

di Carmen Autuori

Una strada, un forno e tanto coraggio. Sono questi i punti cardine intorno ai quali si sviluppa la bella storia di una famiglia di panificatori, gli Apostolico,  che parte dai primi anni del Novecento e, grazie alla grande capacità di adattarsi ai cambiamenti della società e di conseguenza alle diverse esigenze della clientela pur rimanendo saldamente ancorata alla tradizione, continua a raccogliere successi.

Siamo a Santa Cecilia di Eboli, sulla Statale 18 Tirrena Inferiore,  un tempo strada regia delle Calabrie che, oltre ad essere stata  la principale via di collegamento per il sud Italia soprattutto prima della costruzione dell’autostrada, ha fatto la fortuna delle attività commerciali che si affacciano su di essa, insomma una sorta di manna dal cielo.

Negli anni Sessanta la zona non era altro che un crocevia su cui insistevano solo tre fabbricati, circondato da appezzamenti di fertile terreno punteggiate da qualche sporadica masseria frutto della bonifica del Ventennio e  grandi estensioni, a tratti boschive o paludose, che ben si prestavano alle battute di caccia per gli appassionati. Nulla faceva presagire il grande sviluppo che sarebbe arrivato poi, ma il potenziale di quel territorio non sfuggì all’occhio attento e un po’ visionario da vero imprenditore di Pasquale Apostolico, panificatore da generazioni.

La storia ce la raccontano con grande commozione Elisa, la figlia e Cosimo Rinauro, il genero pasticciere che da sempre lo hanno affiancato in questa impresa davvero coraggiosa.

<< Fu proprio grazie ad una battuta di caccia che ci troviamo qui – spiega Cosimo- . Mio suocero aveva un negozio di alta gastronomia al centro di Salerno, ma in quegli anni cominciava l’avvento della grande distribuzione. Avevano da poco aperto la Standa con il suo ricco banco di cibi pronti, e questo aveva messo in non poca difficoltà le piccole botteghe. Così don Pasquale pensò di aprire un forno proprio a Santa Cecilia, zona da lui molto frequentata proprio grazie alla passione per la caccia. Cominciò questa nuova avventura con venti chilogrammi di farina ed un piccolo furgoncino con il quale girava per le campagne a vendere il pane alle singole masserie. Impresa, questa, non da poco considerando che all’epoca la panificazione era un fatto strettamente familiare>>.

Per circa un decennio l’attività continuò a svilupparsi non solo per le qualità imprenditoriali di Pasquale Apostolico ma anche per la capacità di gestione della bottega di sua moglie Iolanda Delle Donne, instancabile lavoratrice e forza centripeta per la famiglia e la clientela, di passaggio e non, grazie ai suoi modi gentili ed accoglienti, eredità raccolta in pieno dalla figlia Elisa che negli anni Settanta sposa Cosimo, pasticciere formatosi alla scuola di Alberto Pagano, il padre dei pasticcieri battipagliesi e non solo.

Ciò costituisce un ulteriore opportunità per l’attività di famiglia che si arricchisce nell’ offerta, prima con i dolci da forno, ciambelle, crostate , biscotti alla mandorla, e poi da preparazione di vera e propria pasticceria tradizionale, babà, sfogliate, la mitica millefoglie e la zeppola di Santa Cecilia, una morbidissima graffa profumata alla vaniglia. Dal canto suo Elisa intuisce che i tempi stanno cambiando e le esigenze pure: il panificio non può offrire solo pane ma occorre anche il companatico: << Decidemmo, allora di comprare un’affettatrice ed una buona selezione di salumi e formaggi – racconta Elisa- . Cominciammo, così, a vendere la classica “marenna”  sia ai turisti che si recavano nel Cilento soprattutto nella stagione estiva che ai lavoratori della zona per la pausa pranzo. Il nostro panino era arricchito, però, sempre da qualcosa di cucinato: broccoli, scarola, parmigiana di melanzane,  sottoli, pomodori, a seconda della stagione, tutti a km 0, fermo restando la produzione di pane>>.

Così il “panino ro’ furnar” diventa, nel corso degli anni, una sorta di brand, la cui fama travalica i confini del luogo grazie al flusso dei turisti, soprattutto quello proveniente dal napoletano.

Come spesso avviene nelle attività lavorative dove la vera forza è la famiglia, i figli di Cosimo ed Elisa, Antonio e Pasquale,  raccolgono il meglio del sapere dei genitori: Antonio “adotta”, specializzandosi, la ricetta della Zeppola di Santa Cecilia, facendone un’attività di successo tutta sua, mentre Pasquale decide di portare avanti quella del panificio che ormai è diventato un vero e proprio negozio di gastronomia.  Ma a lui non basta, ha un sogno nel cassetto: rinnovare tutta l’attività facendone un vero e proprio punto vendita di eccellenze in termini di prodotti del territorio. Detto fatto, alla velocità della luce.0

Oggi la salumeria – gastronomia offre  molti i marchi d’eccellenza, soprattutto cilentani, come il tonno Aura di Palinuro, i salumi di Terre del Sud di Torchiara, i fagioli di Controne di Michele Ferrante  e poi la pasta Faiella e Gentile, per citarne alcuni, oltre al meglio dello street food, dalle polpette alla parmigiana, agli iconici broccoli e salsiccia, la porchetta, le focacce e le torte rustiche. La rivoluzione di Pasquale ha investito pure il pane, ottimo quello di grani antichi ai nove cereali ed il panuozzo da farcire con le tante leccornie. Una scelta coraggiosa quella di rivoluzionare e di rinnovare un’ intera attività in piena pandemia, quando la maggior parte di esse sono costrette a chiudere. Ma Pasquale, il ragazzo dagli occhi azzurri e l’animo ultrà (guai a toccargli la Salernitana) di coraggio e di entusiasmo ne ha da vendere, così come nonno Pasquale da cui ha ereditato il nome e pure il carattere.

<< Ad un certo punto mi sono ritrovato nella stessa condizione di mio nonno negli anni Sessanta quando decise di investire qui a Santa Cecilia – spiega, modulando con le mani i pensieri- . Le piccole botteghe se vogliono sopravvivere alla concorrenza della grande distribuzione devono specializzarsi e soprattutto offrire prodotti d’eccellenza, meglio se di prossimità, al fine di creare sinergie che sono il vero motore di sviluppo di un territorio. Ma non mi fermo qui perché il tratto distintivo del mio carattere è la curiosità che mi porta ad osservare ciò che mi circonda.

Ad esempio adesso mi sto specializzando nella pizza in teglia. E’ vero, noi la pizza l’abbiamo sempre fatta, ma è una pizza da forno classica che necessita anch’essa di rinnovarsi. Sono partito dalla materia prima, farina Caputo, il meglio che a mio parere il mercato offre, ed un fiordilatte di Sala Consilina in quanto è risaputo che quello prodotto nel Vallo di Diano conserva tutti i profumi dei pascoli incontaminati. Poi io sono una persona oltre che coraggiosa anche fortunata perché ho alle spalle una grande storia di famiglia e accanto mia moglie Maria, una donna deliziosa che accoglie la clientela con lo stesso garbo di nonna Iolanda e di mamma Elisa. Qui l’accoglienza è un fatto di famiglia e forse è anche questo uno dei segreti del nostro successo>>.

‘O Furnar – Salumeria e gastronomia dal 1961

Viale Paestum 41

Santa Cecilia di Eboli

0828/601076


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