Francesco Martucci, nuova sede de I Masanielli.
Primo indizio.
Il bagno non è in fondo a destra ma in fondo a sinistra.
Secondo indizio.
“L’impasto? La farina. Mi dispiace non parlo di queste cose ma solo della mia pizza”
Terzo indizio.
Nelle pizzerie napoletane non c’è il caffè per velocizzare il servizio ai tavoli. Qui il caffè di Paola Campana, torrefazione artigianale di Torre Annunziata, viene fatto nella moka.
Tre indizi fanno una prova.
L’apertura della nuova sede dei I Masanielli-Francesco Martucci segna uno spartiacque nella storia moderna della pizza napoletana, niente sarà più come prima.
Partiamo dall’ambiente, 500 metri quadri di cui 300 dedicati alle cucine, alla camera di lievitazione (nella quale non entra nessuno) e alla dispensa.
Tre forni, di cui uno isolato per celiaci.
In sala 147 posti a sedere, carta dei vini colta e precisa creata con Manuela Chiarolanza, carta delle birre messa a punto con Gianluca Pollini dell’Ottavonano.
Menu vario, stagionale, che varia ogni due mesi a parte le pizze classiche e le tre fritture (arancini, crocché e frittatina di pasta).
Francesco Martucci, con l’aiuto di tutta la famiglia, ha varato la portaerei della pizza campana, qualcosa di assolutamente inedito e nuovo, in un ambiente ispirato ad atmosfere danesi e inglesi dentro un ex concessionaria d’auto. Ne ha fatta di strada, 70 chili fa, quando da quattro anni il passaparola gli ha cambiato la vita.
Nessuno sponsor sulla giacca. Solo lo stemma della Casertana e il suo nome sotto quello della pizzeria. Chi ha organizzato la tifoseria è un po’ come chi ha fatto politica negli anni ’70, ha il senso dell’organizzazione e della disciplina che sono decisivi nei momenti difficili e cruciali, quelli in cui ti devi affidare e non dipende più tutto da te.
Questo senso della squadra, della famiglia, del profondo radicamento al territorio che però si aggiorna sui migliori prodotti italiani e sulle tendenze fanno di Martucci un fenomeno nuovo nel mondo della pizza napoletana.
Diciamolo: sesto in 50 Top Pizza con la vecchia pizzeria, unico tre spicchi al primi ingresso nella guida Gambero Rosso. Due riconoscimenti che tiene ben in vista all’ingresso. Un fenomeno mediatico senza consulenti e senza ufficio stampa, ma solo modulando le diverse competenze specifiche sul campo. Come quella straordinaria di Francesco Sposito, il giovane cuoco bistellato di Taverna Estia che in linea d’aria sta a venti chilometri.
Il lusso di essere pop, prezzi normali, nessuna esagerazione, e anche la pizza con la tagliata di Simone Fracassi sta a 8,50. Una pizza geniale dove la carne è esaltatore di sapore della misticanza e la verdura recita un ruolo da protagonista che è l’esatto contrario della bistecca con l’insalata.
Ricordate, il bagno in fondo a sinistra, non parla di farine e impasti e il caffè lo serve con la moka.
E i rifiuti? Un sistema di riciclaggio che li riduce e li qualifica.
A due passi dalla Reggia, a due chilometri dall’uscita Caserta Nord, l’ex concessionaria di auto diventa l’ennesimo luogo della rivoluzione gastronomica della pizza che costringe tutti all’inseguimento.
Già perché quello che non si comprende fuori è che pizze di avanguardia di dieci anni fa, ma anche cinque, sono superate. Qui il cornicione è a gommone perché è leggero, non è riporto, e completa la pizza senza farla dimenticare.
Pizze leggere come piume, digeribili come l’aria e l’acqua di cui sono fatte.
Sacrifici, gavetta, anche umiliazioni. Tutto questo è ormai superato: il gladiatore della pizza è al centro dell’arena, pronto ad essere il nuovo idolo delle folle. Della sua generazione costretta a correre senza fermarsi mai.
Francesco Martucci i Masanielli Caserta
Via Douhet, 11 – Caserta
Tel. 08231540786
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