Sono ormai quasi trent’anni che questo locale propone la cucina tipica cilentana ai piedi del Monte Gelbison, meta di pellegrini che arrivano da tutto il Sud per venerare la Madonna delle Nevi venuta da Bisanzio. Dal 2006 Daniele Taddeo con l’amico chef Nazario Di Fluri lo hanno rilevato per continuare la tradizione di una cucina verace e popolare che, anche in questi tempi difficili, per fortuna non conosce crisi.
Due grandi sale con veranda e tavoli esterni nella bella stagione, per godere del fresco circondati da ulivi secolari. Un servizio veloce e rispettoso in un ambiente semplice e senza pretese; qualche buona etichetta del territorio insieme alle brocche di vino locale sfuso e del pane cilentano eccezionale, con farina semi-integrale.
Il piatto cru della zona è la zuppa di fagioli e castagne mentre l’assaggio della mozzarella nella mortella, “re mortedda” come si chiama da queste parti, è un must. Gli antipasti a base di verdure, come in tutto il Cilento, per varietà di colori e sapore, fanno invidia ai più ricercati menu vegetariani: peperoni in umido, zucchine e patate grigliate, melanzane imbottite, scarole con olive e capperi, peperoncini verdi fritti, frittate alle erbe di montagna, cicoria selvatica.
Un antipasto molto richiesto, soprattutto dai bambini – solitamente “allergici” alle verdure – è lo spiedino del carbonaro. Uno spiedo gigante con fette di pane raffermo farcite con pancetta e scamorza passato in forno e servito con fette di salsiccia stagionata. Una sorta di panino campagnolo scomposto, ricco di sapore, che se si brevettasse in un fast food salverebbe centinaia di palati infantili dall’omologazione.
In autunno non bisogna invece lasciarsi sfuggire uno dei prodotti più golosi che offre la montagna: i funghi. Qui vengono serviti anche crudi in insalata, ovviamente con le tagliatelle, e nelle zuppe: ottima la minestra di farro e porcini.
Chiusa dunque la pratica con quello che davvero solo qui si riesce a trovare, si può spaziare con i primi di pasta fresca tirata a mano, come i cavatelli alla pastora con sugo di pomodoro e ricotta, i ravioli di ricotta alle noci, i classici fusilli al ragù cilentano. A seconda della stagione poi trovate il risotto con i funghi oppure ai fiori di zucca.
La materia prima è quella del Parco Nazionale del Cilento. Possiamo proseguire allora con le carni: maiale, ma soprattutto agnello e capretto arrostiti e accompagnato da broccoli, borragine, patate fritte tagliate a mano (una vera golosità, sempre più rara da trovare). Molto buono anche lo stufato di cinghiale locale.
I dolci sono fatti in proprio: le delizie al limone, i profiteroles e la panna cotta al caramello, mentre i frutti di bosco prevalgono ovunque. Si può chiudere anche con un po’ di salumi e qualche formaggio, tra cui segnaliamo un ottimo pecorino fresco e un caciocavallo classico.
Vini cilentani al completo (però mancano i bicchieri adatti ed è un peccato) per una esperienza verace, senza tocchi ruffiani.
Per digerire, niente di meglio di una passeggiata tra i vicoli medievali di Novi Velia sempre che abbiate già affrontato i 1705 metri del Monte Gelbison.
Via Monte Gelbison, 32
Tel. 0974.65366
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso il lunedì
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