MASTROBERARDINO
Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro franco cantina
Fermentazione e maturazione: acciaio
E allora? L’Autunno bussa alle porte, i rossisti iniziano a sfregarsi le mani, finalmente la cucina si irrobustisce e si può attaccare qualche riserva. Vero? Beh, mica tanto perché anche in pieno inverno la cucina dell’alta ristorazione, soprattutto quella della costa, si mantiene leggera e poi perché con un bianco di questa maniera si possono affrontare gran parte dei piatti ritenuti autunnali come la zuppa di fagioli e castagne, quella di porcini in cui è specialista la pergola a Rionero del Vulture, quasi tutte le carni bianche, le paste di una certa consistenza purché senza troppo pomodoro. Il Novaserra esce dallo stile etereo e delicato dei bianchi base con i quali Mastroberardino si è affermato soprattutto negli anni ’80 e impone più attenzione grazie ad una maggiore concentrazione, siamo circa sui 70 quintali a ettaro tanto per cominciare dalla vigna. La 2007, annata più carica di frutta evoluta, può anche ingannare, nel senso che questo aspetto, oltre a rendere più immediatamente comprensibili questi vini sin dalle prima battute commerciali al contrario di quanto avviene con i bianchi irpini sempre sprucidi e irrequieti anche a dodici mesi dalla vendemmia, si manifesta con una sorta di espressività monocorde. Ossia, per capirici, un bicchiere buono ma che canta sempre la stessa canzone, privo di profondità. Con il passare del tempo, invece, vediamo che aspetti inizialmente messi in ombra, parlo ovviamente sempre in generale, stanno riprendendo spazio e i vini iniziano ad acquisire maggiore interesse anche per i più esperti. Infatti, per dirla tutta, nelle degustazioni coperte a Vini Buoni d’Italia il primo impatto non è stato esaltante cogliendo una sufficienza piena ma non appagante per le ambizioni di questa selezione. Riprovato dopo quasi quattro mesi, ci ha invece colpito molto favorevolmente: ha struttura, nel senso che in bocca il Novaserra occupa saldamente tutto il palato e lo presidia a lungo, anche dopo aver bevuto il sorso, ha frutta e contestualmente sentori di macchia mediterranea e piacevole mineralità, tipica di questo vitigno che alcune lavorazioni tendono purtroppo a mortificare nell’idea che possa piacere di più, infine ha una freschezza che lo rende non solo molto facile da bere, ma anche immediatamente abbinabile all’80 per cento di quello che si prepara oggi nei ristoranti italiani ed europei di un certo livello. Infine, se, permettete ancora, repetita iuvant, una grande vino a costo più che accettabile, come scrivono i nostri amici dell’Espresso nella scheda aziendale: <Prezzi sempre di esemplare correttezza, reperibilità tra le più capillari>, due elementi di cui spesso ci dimentichiamo finendo, come mi è stato fatto giustamente notare, a volte per scrivere di vini buoni ma irreperibili, o perché privi di distribuzione o perchè, peggio, venduti in blocco ad un solo referente per paura dell’invenduto secondo il più classico errore in cui cadono i contadini non avezzi al commercio. Il Novaserra è un vino delle belle occasioni, oppure da conservare per i prossimi anni puntando sulla sua evoluzione, che credo non mancherà in questo millesimo così forte di carattere per i bianchi.
Sede ad Atripalda, via Manfredi 75-81
Tel. 0825.614111, fax 0825.611431
Sito: http://www.mastroberardino.com
Enologo: Piero Mastroberardino e Denis Dubourdieu
Bottiglie prodotte: 2.400.000
Ettari: 200 di proprietà e 150 in conduzione
Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano, greco, falanghina, coda di volpe
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