Uva: susumaniello
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
VISTA 5/5 – NASO 24/30 – VISTA 24/30 – NON OMOLOGAZIONE 32/35
Parafrasando Don Abbondio nei Promessi Sposi, si potrebbe dire: “il Susumaniello, chi è questo Carneade?”. Questo vitigno pugliese di origini dalmate, infatti, è poco conosciuto anche agli addetti ai lavori. E’ diffuso (si fa per dire, visto la sua produzione minimalista) dal XIX secolo e soltanto in provincia di Brindisi e sembra che debba il nome al fatto che sia molto produttivo, specialmente nei primi anni di vita della pianta, tanto che, secondo la tradizione popolare, “si carica come un somarello”.
Sono poche le aziende vitivinicole che producono vino con questa varietà. Una di queste è la Tenuta Partemio di Latiano (BR), che ha visto la luce addirittura nel 1869, una costante storica questa che accomuna moltissime aziende pugliesi. La Tenuta Partemio, il cui proprietario è Francesco Dimastrodonato, si estende su un territorio vocato di oltre 700 ettari complessivi, di cui 180 vitati con le principali varietà autoctone salentine allevate col classico metodo ad alberello, e gli altri destinati ad uliveto, pascolo, alberi da frutto e macchia mediterranea. Il corpo principale è costituito da una vecchia e storica masseria fortificata risalente al 1840, elevata su una prominenza rocciosa e che guarda diritto in faccia il mare Adriatico.
Dagli inizi degli anni ‘70 si è progressivamente portato avanti un processo di modernizzazione dell’intera struttura, dotandola di strumenti all’avanguardia. E negli anni ’90, poi, è stato realizzato un rigoroso lavoro di zonazione dei terreni aziendali, condotto da esperti agronomi. Inoltre, la consulenza di affermati enologi, il diradamento selettivo delle uve e il meglio della tecnologia enologica disponibile in cantina, rappresentano un’ulteriore garanzia del progetto qualitativo che l’azienda si è prefissa di raggiungere. Tutto questo, unito all’intento di valorizzare le varietà autoctone pugliesi, in particolare modo proprio il Susumaniello, di cui l’azienda dispone di vecchi ceppi che superano addirittura gli 80 anni.
Ed ora passiamo alla degustazione del vino che ha subito una lunga macerazione in tini di acciaio inox; un anno e mezzo di affinamento in barrique; e sette mesi di elevazione in bottiglia. Il volume alcolometrico è di 14 gradi. Il colore che traspare nel bicchiere è rosso rubino scuro, con lampi più chiari sull’unghia. Il tratto olfattivo mette in risalto peculiari note di frutta rossa come l’amarena e la prugna, insieme con quella di confettura di piccoli frutti del sottobosco. E seguite poi da nuance vegetali e speziate, per chiudere poi su sentori tostati e vanigliati. In bocca ha un’elevata acidità, che è prodromo certamente ad una lunga conservazione, insieme con una buona alcolicità e ad una carica tannica in parte già risolta. Sulla lingua si sentono il calore e una certa rusticità tipica del vitigno. Il vino è corposo, ben strutturato, ottimamente equilibrato e poi sul palato ritornano prepotenti i ricordi fruttati rossi polposi già percepiti al naso. Chiude su persistenti e pervasive note speziate e fruttate. Ottimo vino senz’altro da proporre su un piatto di pasta elaborata, agnello al forno, carne alla brace e formaggio semi-stagionato. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Latiano (BR) – Contrada Partemio S.S. 7 – Tel. e Fax 083 1725898 – info@tenutapartemio.it – www.tenutapartemio.it – Enologo: Giovanni Dimastrogiovanni, con la consulenza di Franco e Marco Bernabei – Ettari complessivi 700, di cui 180 vitati – Bottiglie prodotte: 400.000 – Vitigni: Primitivo, Negroamaro, Susumaniello, Aleatico, Fiano, Malvasia e Chardonnay.