Ingresso Amalfi, spazio 8.
Congestionata la costa, l’asse economico della Campania si sposta sempre più all’interno, ma non nelle montagne dell’Irpinia come ci si illudeva subito dopo il terremoto del 1980 quando si crearono le aree industriali nel Cratere. Lo sviluppo di aziende, ad esempio l’Alenia robottizzata, delle aree di servizi come l’Interporto, il Cis e il Polo Orafo, e ancora l’Ikea, la Coca Coca, la Fiat, passa infatti lungo l’asse costituito dall’autostrada Mercato San Severino-Caserta Sud Marcianise alle spalle del Vesuvio. Nessun problema di sovraffolamento, spazi a volontà, buoni collegamenti viari, in venti chilometri c’è tutto e gran parte dell’hinterland napoletano ormai si riversa in questi centri proprio come accade da tempo in America evitando la città congestionata. L’ultima novità è il Vulcano Buono, il grande centro commerciale di stile americano disegnato da Renzo Piano, a contraltare il Vesuvio, considerato cattivo, in realtà prodigo di fertilità in tutta la regione. In questo anfiteatro circolare enorme troverete alcuni riferimenti gastronomici come Rossopomodoro e altre iniziative già presenti in città, ma la più interessante, direi assolutamente trendy, è lo show room dei Feudi di San Gregorio disegnato da Massimo Vignelli e aperto nel cuore di questa grande struttura, un Wine bar dallo stile asciutto che ricorda, anzi richiama, la cantina e Marennà, le doghe delle barrique usate come piatti, poco più di 20 posti a sedere su un lungo tavolo disegnato ad hoc dove è facile socializzare, in degustazione tutti i vini dell’azienda di Sorbo Serpico venduti anche al bicchiere. Sullo stile dell’Open Colonna a Roma, si entra e con dieci, massimo quindi euro si beve un sorso e si mangia un piatto d’autore pensato dal bravo Paolo Barrale di Marennà ed eseguito da Raffaele Galasso. Divertenti le tapas tra cui citiamo la spuma di fagioli con plvere di caffé e nocciola, gli affettati di territorio, i formaggi regionali, il tagliere misto, le insalate per manager salutisti e la zuppa del mese: sui tavoli verdura fritta croccante, buon pane e piccoli taralli. Una sorta di rassegna apetizer di Marennà, insomma, molto gradevole e ricco di spunti. La presentazione strizza l’occhio allo stile orientale, ma si tratta di divertimenti più che di virtuosismi, il senso è di fare una pausa diversa oppure, con l’apertura del Multisala, un bella cenetta carica di spuntini prima di tornare a casa. E’ infatti possibile anche mangiare un semplice piatto di pasta o di carne. La struttura è diretta da Massimo Florio, sommelier professionista, appassionato e motivato come tutti i ragazzi impegnati a lavorare con l’azienda della famiglia Capaldo. Forse è questo il futuro dell’alta ristorazione: piatti ben pensati e ben pagati, servizio veloce, costi contenuti perché spacchettati. Una magnifica zuppa di fagioli di Controne e olio Ravece, per fare un esempio concreto, costa 7 euro, è completa e sazia, soprattutto a pranzo. Con un bicchiere di Falanghina arrivate a 10 e voilà, il vostro gioco è fatto. A venti minuti da Napoli, Avellino, Caserta e Salerno, un luogo ideale per incontrarsi al volo, anche se non subite il fascino di questi centri.
Il concept architettonico
Il Wine Bar dei Feudi di San Gregorio esprime la cultura del territorio attraverso immagini e materiali che gli sono propri. La parete di ceramica é un classico della tradizione locale. Le pareti ed i tavoli sono dello stesso legno usato per le barriques di invecchiamento dei nostri vini. Il bancone in acciaio richiama i grandi contenitori usati nelle nostre cantine. Lo scaffale di fondo é una mostra dei nostri vini e dei cibi che si possono degustare al wine bar. Il Wine Bar dei Feudi intende abbracciare tutti i sensi coinvolti nella esperienza dei suoi vini.
Salute!
Massimo Vignelli
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