di Albert Sapere
Un Settembrini ristrutturato ha ospitato l’evento che apre la stagione delle attività dell’associazione NOI DI SALA, un gruppo di professionisti che ha l’obiettivo di far riscoprire l’essere persone di “sala e di cantina”, gestire un cliente, farlo sentire a suo agio ed accompagnarlo in un momento che deve essere di piacere, anche e non solo per quello che si mangia.
Un pubblico attento e molto incuriosito ha avuto modo di concentrare tutta la sua attenzione sulle performance di servizio ed abbinamento che alcuni tra i migliori professionisti del settore dell’accoglienza d’Italia hanno offerto.
Così per una volta si sono spente le luci (ed i fuochi) della cucina lasciando spazio a camerieri e sommelier anche per spiegare e comprendere meglio il grande ed appassionato lavoro dietro le quinte.
Non un evento fine a se stesso e nessuna voglia di protagonismo, un momento prima di tutto di grande socializzazione e riflessione che ha l’obiettivo di far passare un messaggio fondamentale: il ruolo centrale della sala e dalla cantina nei ristoranti.
Senza ripercorrere i punti salienti di una storia recente che ha messo sempre più in secondo piano il ruolo del cameriere a discapito di quello dello chef, siamo consapevoli dell’importanza di un servizio accogliente e professionale, ma negli ultimi anni, tra le nuove generazioni è impresa ardua trovare persone che con passione e dedizione si dedichino in maniera seria a questo lavoro di servizio che può portare a riscuotere grandi soddisfazioni e compensi adeguati alla bravura ed alle responsabilità.
L’associazione NOI DI SALA con i suoi corsi e le attività di comunicazione si pone l’obiettivo di avvicinare i giovani a questo mestiere ed a diffondere in generale la cultura dell’accoglienza ed il suo ruolo strategico.
Grandi sorrisi, risate, discorsi seri e non seri, principalmente una festa, ben organizzata, che ha un valore simbolico molto forte e con un messaggio chiaro e preciso: portiamo avanti la grande tradizione dell’ospitalità italiana.
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