di Antonella Petitti
Sal De Riso con Alessia Passatordi e Vittorio Caffa nel Club Amici della Nocciola
Assemblea dell’Associazione delle Città della Nocciola a Giffoni Sei Casali
Un Consorzio Nazionale di Valorizzazione ed un marchio unico di “Nocciola Italiana”. E’ questa la direzione in cui Rosario D’Acunto con l’Associazione Città della Nocciola e l’Assise Nazionale stanno andando. Nonostante la frammentarietà delle aziende italiane e la sempre crescente concorrenza turca, la convinzione è che si possa riuscire ad essere più forti, l’importante è stare insieme. Un concetto che soprattutto al Sud ha sempre fatto cilecca, ma che non può che affascinare per il nobile scopo e per la speranza di riuscita. Questa VIII edizione dell’Assise Nazionale della Nocciola Italiana si è animata, come le altre, di appuntamenti di approfondimento, gastronomia e di un concorso fotografico “Le Stagioni della Nocciola”.
Identità e Valorizzazione della nocciola.
I prezzi si abbassano e sono proporzionali all’aumento continuo della produzione turca, questo è un dato sempre più allarmante. “Ma la soluzione sta nella maggior cura dell’identità della nocciola italiana”, ribatte D’Acunto. “Da materia prima, la nocciola deve diventare servizi ed esperienza sensoriale. Il Ministero dell’Agricoltura ha stabilito il tavolo corilicolo italiano, che da oltre tre mesi ha cominciato a riunirsi. Puntiamo sulla governance centrale con l’obiettivo della distintività e non della omologazione”.
La nocciola e Internet.
Un gruppo sul social network facebook ed anche il blog settevizi.it. In questi luoghi virtuali, dilatati rispetto alle piccole comunità in cui di solito la nocciola è protagonista, si incontrano e si scambiano informazioni tutti i noccioappassionati ed i noccioesperti. Se n’è parlato anche durante questa Assise, dove in un pomeriggio assolato professionisti del settore corilicolo e della comunicazione si sono interfacciati. Ma al cuore del problema è arrivato un brillante comunicatore, Alex Giordano, che ha lanciato la sua provocazione parlando di un “marketing mediterraneo”: “E se mettessimo al bando gli arachidi, per sostituirle con le nocciole?”. In fondo è necessario re-imparare a promuovere il proprio territorio, quando per anni ci hanno fatto credere che “gli altri” fossero più bravi di noi nel produrre ed avessero prodotti più allettanti…
Il VI Panel di assaggio ufficiale.
Durante la tre giorni si è tenuta anche la riunione per il VI Panel di assaggio ufficiale, momento fondamentale per delineare i profili sensoriali delle varietà italiane del raccolto 2009. Si è tenuta a Sieti, presso la sede della Nocciolioteca delle Colline Salernitane nella Sala di Assaggio Polifunzionale, ed è stata utilizzata lascheda di assaggio delle nocciole, sia secche sia tostate, messa a punto dai tecnici della Città della Nocciola, in collaborazione con il Dipartimento di produzione vegetale dell’Università della Tuscia di Viterbo e il Cefas, Azienda Formazione e Sviluppo della Camera di Commercio di Viterbo. “Purtroppo non siamo riusciti a fare un lavoro completo quest’anno” – spiega Irma Brizi, panel leader della nocciola italiana, “sono arrivati troppi campioni, difatti ci riuniremo nuovamente a breve per portarlo a compimento. Comunque, per quanto assaggiato, sotto il profilo organolettico il 2009 possiamo definirla un’ottima annata. Buona qualità, omogeneità del calibro, però poca quantità rispetto allo scorso anno. Quest’anno durante l’impollinazione ha piovuto molto, dunque c’è stato poco vento e il ciclo non è riuscito a chiudersi completamente. Ci è capitato, difatti, di trovare delle nocciole completamente vuote”.
Gastronomia.
Conosciamo bene l’utilizzo della nocciola nel settore dolciario, ma il suo utilizzo in cucina – attraversando tutte le portate – può riservare sorprese inattese. Anche per questo le tre giornate si sono chiuse con altrettante serate in onore della principessa, menù dedicati, curati da Patrizia Della Monica – fiduciaria Slow Food per i Picentini, nei ristoranti della zona: Osteria Il Brigante, Ristorante Popilia e Pizzorante Le Malche.
Associazionismo, PIF e trasformazione.
Sono più di 220 i comuni che costituiscono l’Associazione Nazionale Città della Nocciola, ma sono molti quelli che mancano all’appello, come quelli irpini. “L’associazionismo è una nota dolente” spiega Palumbo della Regione Campania – “la grande novità dei progetti integrati di filiera sta proprio nell’accesso esclusivo ad operatori portatori di interessi collettivi e non a singole imprese. L’obiettivo è evitare la formazione di micro-progetti, favorendo la creazione di progetti collettivi”. La necessità di unire i campanili più che difenderli singolarmente è condivisa anche dagli assessori all’agricoltura regionale e provinciale, Gianfranco Nappi e Mario Miano. “Non sono un taglia nastro e né un banditore di slogan” – incalza Miano – “Nappi non ha la mia casacca politica eppure sta dimostrando un’accelerazione nella distribuzione dei fondi europei senza precedenti. Ecco, bisogna unirsi per ottenere risultati, altrimenti riteniamoci già dei perdenti. La nostra debolezza è da sempre questa: l’incapacità di metterci insieme. Oggi bisogna ragionare per macro-aree, il mio è un impegno pubblico: niente più sagre, ma ragionamenti fatti per territorio e peculiarità, oltre che progetti di educazione alimentare partendo dalle nostre comunità”. A tal proposito non ci resta che attendere i cartelloni relativi agli appuntamenti per la prossima primavera-estate…
L’appuntamento.
Da non perdere è senza dubbio il matrimonio tra la nocciola italiana ed il cioccolato, che si svolgerà al Palazzo Civico di Perugia, in occasione di Eurochocolate, il 23 ottobre prossimo. Due modelli diventeranno la principessa nocciola ed il principe cioccolato, rendendo ufficiale la presenza dell’Associazione Città della Nocciola come partner di Eurochocolate.
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