Nifo Sarrapochiello
via Piana, 62
82030 Ponte (BN)
tel/fax 0824/876450
info@nifo.eu – www.nifo.eu
facebook.com/nifovini
Ettari: 20
Enologo: nessuno
Agronomo: Lorenzo Nifo
Allevamento e densità di impianto: guyot per i bianchi e cordone speronato per i rossi; tra i 3800 e i 4500 ceppi per ettaro
Composizione chimico-fisica del terreno: terreni alluvionali con scheletro di ghiaia, marne argillose-calcaree
Produzione kg/pianta: 1,5/2 Kg
Esposizione vigne: sud-est
Epoca di impianto delle vigne: fine anni Novanta – inizio Duemila
Altezza media: 200 metri
Lavorazione del terreno: erpicatura, nel periodo invernale; sfalcio e inerbimento, nel periodo estivo (nella annate più asciutte, lavorazione superficiale)
Conduzione: in regime biologico certificato dal 1998
Lieviti: selezionati per i bianchi, indigeni per i rossi
Mercati di riferimento: Stati Uniti, Germania, Giappone, Svizzera, Scozia, Campania, Lombardia e Lazio
Bottiglie totali prodotte: 70.000
Percentuale uve acquistate: non oltre il 10% (dal cugino che coltiva un vigneto confinante con l’azienda)
Uve coltivate: aglianico, falanghina, sangiovese, piedirosso, fiano e greco
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LA STORIA
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L’azienda vinicola risale agli anni Settanta ed aveva impegnato già il nonno e il papà di Lorenzo che, nato in Canada, è rientrato in Italia all’età di 8 anni. Agronomo, Lorenzo Nifo segue personalmente anche la vinificazione in azienda.
Il 1998 è l’anno in cui s’è iniziata la trasformazione delle uve ma il primo imbottigliamento risale, invece, al 2000 con la Falanghina e l’uvaggio “Serrone” (come da disciplinare, toccò aspettare il 2001 per l’uscita dell’Aglianico del Taburno).
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LE VIGNE
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Con le ultime acquisizioni del 2012, l’azienda può contare oggi su 20 ettari di proprietà.
I 5 ettari intorno all’azienda in contrada Piana di Ponte sono, perlopiù, terrazzi alluvionali di 1° ordine con scheletro di ghiaia; i 4 ettari e mezzo di San Lupo sono marne argillose calcaree; i 4 ettari in località San Venditti di contrada Puglia, sempre di Ponte, sono terreni più argillosi; terreni fluviali per i 2 ettari nel vicino comune di San Lorenzo Maggiore. Le vigne più vecchie hanno circa 40 anni.
Nel territorio di San Lupo vi sono, infine, 2 ettari ad uliveto (le cultivar allevate sono per lo più ortice ed olivella).
Le altitudini variano tra i 100 metri e i 450 metri di mezzo ettaro a San Lupo.
La conduzione è biologica sin dal 1998: concimi organico-minerali, rame e zolfo. Stop.
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I VINI
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Falanghina del Sannio Vino Spumante di Qualità Brut
Uva: falanghina
Bottiglie: circa 3.500
Prezzo medio in enoteca: € 8
Vinificazione: solo acciaio
La spumantizzazione avviene nelle autoclavi dell’azienda Corte Normanna di Guardia Sanframondi. Profumi gradevoli ed eleganti, sorso di discreta persistenza per una bollicina da spendere gioiosamente all’aperitivo.
Falanghina del Sannio DOP
Uva: falanghina
Bottiglie: circa 20.000
Prezzo medio in enoteca: € 6,5/7
Vinificazione: solo acciaio
Probabilmente è il vino più rappresentativo dell’azienda, anche per volumi, e quello con cui il giovane Lorenzo è salito alla ribalta del panorama vinicolo nazionale ed internazionale. Sorso minerale, beva di grande soddisfazione, ottimo rapporto qualità/prezzo. Una sicurezza.
Falanghina del Sannio DOP “Alenta” Vendemmia Tardiva
Uva: falanghina
Bottiglie: circa 4.000
Prezzo in enoteca: € 8/9
Vinificazione: fermentazione in acciaio (in parte, in legno); maturazione in legno
Prodotto sono nelle migliori annate (la prima è la 2004, niente 2007, oggi è fuori la 2010), è un vino da vendemmia tardiva di uve falanghina che prende il nome dal torrente che attraversa il territorio di Ponte. Ai profumi di maggiore complessità fanno riscontro un sorso più impegnativo ma comunque godibile grazie a freschezza ed acidità.
Sannio DOP Taburno “Serrone”
Uva: aglianico (50%), piedirosso (25%) e sangiovese (25%)
Bottiglie: circa 10.000
Prezzo medio in enoteca: € 7/8
Vinificazione: acciaio (fermentazione malolattica in legno)
Anche oggi che l’uvaggio non è più la regola, questo blend di uve rosse tradizionalmente allevate nella zona fa la sua figura e lavora bene a tavola. L’esuberanza dell’aglianico è smussata dal taglio con le altre uve, oggi è in commercio l’annata 2010.
Aglianico del Taburno DOCG
Uva: aglianico
Bottiglie: circa 15.000
Prezzo medio in enoteca: € 7/8
Vinificazione: fermentazione in acciaio, maturazione in legno (barrique di rovere francese di 2° e 3° passaggio)
Adesso è fuori la 2011. Una bottiglia che racconta bene l’aglianico e il territorio da cui proviene: potenza, intensità delle sensazioni, tannino possente ma anche tanta acidità e una bella punta sapida che lasciano sperare in bene ed assicurano buona compagnia a tavola già adesso.
Aglianico del Taburno Riserva DOCG “D’Erasmo”
Uva: aglianico
Bottiglie: circa 5.000
Prezzo in enoteca: € 16/18
Vinificazione: fermentazione in acciaio, maturazione in barrique di rovere francese
La riserva di aglianico, dedicata al papà di Lorenzo, viene prodotta soltanto nella annate migliori (non ci sarà il 2013, adesso è in vendita il 2009). Soltanto barrique nuove per un vino da bere da qui ad un (bel) po’ di anni.
Aglianico del Taburno Rosato DOCG “Marosa”
Uva: aglianico
Bottiglie: circa 3.000
Prezzo medio in enoteca: € 6/7
Vinificazione: solo acciaio
La dedica è per la madre, Rosa. Si tratta di un rosato di grande personalità che non smarrisce mai l’eleganza. Adesso è in vendita l’annata 2013.
Beneventano IGT Falanghina Passito “Sarriano”
Uva: falanghina
Bottiglie: circa 3.500
Prezzo medio in enoteca: € 18/20
Vinificazione: fermentazione in acciaio, poi in legno per un anno; completa la maturazione in legno.
Le uve utilizzate appassiscono sui graticci per 3 mesi e il vino che ne risulta è un passito dolce ma non stucchevole, con il sorso che è alleggerito dalla caratteristica vena acida della falanghina. In commercio, oggi, il millesimo 2011.
Dal 2010, sono prodotti anche un Fiano Sannio DOP e un Greco Sannio DOP (3 mila bottiglie circa per ognuna delle due tipologie, a scaffale intorno ai 6/7 euro), vinificati solo in acciaio. E poi due vini della linea IGP, una Falanghina (15.000 bottiglie circa) e un Aglianico IGT (8 mila bottiglie circa), in enoteca intorno ai 4/5 euro.
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CONCLUSIONI
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La cifra stilistica dei vini di Nifo Sarrapochiello è l’eleganza. Tutti i vini, poi, sono facilmente ricollegabili al territorio di provenienza: i bianchi, generalmente ricchi e minerali; i rossi, di ottima struttura, spendibili su piatti più impegnativi, formaggi stagionati e carni rosse.
Sin dall’inizio della sua vita, l’azienda è certificata biologica e si appresta oggi a rinnovare la propria identità grafica. Belle sorprese a breve, insomma.
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