Tra i tanti banchi disposti nelle fila ordinate della sala per gli incontri B to B organizzati da Radici del Sud, una postazione si fa notare per la dissonanza tra immagini e suoni. Le etichette del Nero Ossidiana 2011 di Tenuta di Castellaro dicono di provenire dal profondo sud, dall’isola di Lipari. Ma le voci che raccontano il vino dichiarano una provenienza nordica. Sono le voci di Massimo Lentsch e Stefania Frantoio, imprenditori bresciani. Ci spiegano di essersi innamorati profondamente dell’isola di Lipari, scelta più volte come meta per le proprie vacanza.
L’isolamento geografico è vero che impone molti limiti agli abitanti, ma spesso preserva nel tempo, con estrema cura, l’identità del luogo ed il paesaggio. E nel caso dell’isola di Lipari, la bellezza mozzafiato del territorio è stato l’elemento che ha dato origine al progetto ambizioso e un po’ folle di Massimo. Ovvero quello di trasferirsi a vivere qui e di rilanciare la viticoltura quasi scomparsa, nonostante l’antica storia che l’ha descritta. La ricerca attenta di un enologo che potesse ridare vita ad una viticoltura autentica e rispettosa dell’ambiente è automaticamente caduta su Salvo Foti e la sua squadra di Vigneri dell’Etna. Tenuta di Castellaro è composta da più appezzamenti messi insieme nel tempo. Oggi raggiungono i 50 ha, 9 dei quali sono vitati. Qui si è voluto dare spazio soprattutto all’uva corinto , uno dei vitigni più diffusi tra le Eolie, utilizzata in genere per dare colore al vino al quale conferisce anche il tipico sentore di terra bagnata. E’ un uva molto resistente, ha acino piccolo con buccia spessa che le consente di affrontare le notevoli escursioni termiche giorno notte, che possono andare dai 12° ai 40°. Ma anche il forte irraggiamento solare ed il continuo spirare dei venti dal mare. I Vigneri di Salvo Foti, superati i tempi delle prime diffidenze, hanno addestrato con cura una squadra di vignaioli di Lipari che ormai lavora in stretta collaborazione con la Tenuta di Castellaro. I vigneti ad alberello, impiantati secondo il tipico sistema del quinconce, sono a 350 mt. su terrazze dal suolo vulcanico che scendono verso il mare. Si seguono i principi della coltivazione biologica e del basso impatto ambientale. Il vento, insieme al suolo lapillico, è uno degli elementi che maggiormente identificano Lipari. Massimo ha pensato bene di catturarlo dall’alta torre per convogliarlo sottoterra attraverso un termo labirinto sotterraneo. L’umidità contenuta nell’aria, a contatto con le temperature basse del sottosuolo, si condensa e viene utilizzata per refrigerare la cantina che così mantiene una temperatura ideale per la vinificazione. A dare il nome al vino è la pietra nera ossidiana, molto presente sull’isola vulcanica. Nero Ossidiana 2011 è composto per il 40% da uva corinto, poi da nero d’Avola e piccola percentuale di altri vitigni locali. E’ un vino che si fa notare per il suo carattere determinato e particolarmente piacevole. Del resto è figlio del vento e del fuoco. Ha naso salmastro e terroso, con toni di ciliegia e spezia discreta di pepe. Il sorso si fa apprezzare lungamente per l’agilità, è succoso e fresco, salino e saporito. Tenuta di Castellaro produce anche ottimi capperi e cucunci, ormai rinomati e molto richiesti.
Di Nero Ossidiana si producono 15.000 bt. proposte a 12,80€.
Via Caolino 98055 Lipari
Tel.: +39-035-233337 – Fax: +39-035-217837
E-mail: info@tenutadicastellaro.it
Questa scheda è di Marina Alaimo
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