Inizia la manifestazione più importante del vino meridionale, l’Anteprima Taurasi, nel corso della quale saranno presentati circa una trentina di vini dell’annata 2005, a cui sono state assegnate le Tre Stelle. Una parte riservata alla stampa sabato pomeriggio e domenica mattina, poi nel pomeriggio l’apertura al pubblico per gli assaggi. Avendo assistito all’assegnazione delle Stelle, dunque provato una dozzina di campioni, più altri quattro in precedenza, mi sono fatto una idea piuttosto precisa: non siamo in presenza di un grande millesimo, certo, ma la freschezza vibrante di quasi tutti i vini, la necessaria sottigliezza acquisita da una stagione molto generosa di piogge, il ritardo della raccolta, fanno dei Taurasi ad alta quota alcuni dei prodotti più interessanti degli ultimi anni. Due le aziende che attendevo all’esordio, avendo già provato i rispettivi base, Rasott di Boccella e Gioviano del Cancelliere, sistemate praticamente su due colline che si guardano tra Montemerano e Castelfranci e che per questo rientrano nelle occasioni da non perdere. Per una curiosa coincidenza, le due aziende sono seguite da due giovani enologi di Ariano Irpino, sensibili ai temi dell’agricoltura ecocompatibile, gli unici impegnati nella vinificazione in anfora in Campania: parlo di Fortunato Sebastiano e Antonio Di Gruttola. Ed è proprio il secondo ad aver curato l’eccellenza di questa annata nel Taurasi di Romano Soccorso detto Il Cancelliere, dodici e passa ettari di aglianico curati come un giardino inglese nel comune di Montemarano. Si tratta di un Taurasi giovane, di grande intensità, ben dosato nel legno, ricco di note fruttate, capace di ricordare in tutto e per tutto lo stile tradizionale, ossia non particolarmente spinto nella concentrazione tanto che, a dispetto del nome scelto da Nadia, la figlia di Romano, Nero Né (ossia: nero nero) il colore si presenta rubino brillante ma non cupo e impenetrabile come avvveniva in quasi tutti questi rossi sino a qualche anno fa. Il colore è gentile, ma i sentori al naso sono intensi e molto persistenti, fini, confermati da un palato non aggressivo dove la freschezza non cammina per fatti suoi ma appare anzi già al servizio della materia per poi prendere le redini nel finale, quando lascia la bocca pulita e appagata. Un grande prodotto, insomma, in soli 3400 pezzi, capaci di attraversare sicuramente tutto il prossimo decennio ormai alle porte. Poi si vedrà. Ma noi ve ne parleremo solo se l’azienda non avrà ceduto alla tentazione di vendere tutto conservando un archivio per i posteri. Buona Anteprima a tutti i produttori. Ma soprattutto agli appassionati.