Feudi di Guagnano
Uva: negroamaro
Fascia di prezzo: 18,00 – 22,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 26/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 29/35
Il Salento e la sua cultura, le sue tradizioni, i suoi abitanti, la sua terra rossa, arida e sanguigna, le sue vigne che arrivano a lambire due mari (caso unico in Italia. Il Salento enoico è soprattutto un territorio a vocazione rossista unico nel suo genere, perché può contare su quattro vitigni autoctoni che nessun altro luogo può vantare a questo livello: primitivo, negroamaro, malvasia nera ed aleatico.
Di queste specie varietali personalmente amo immensamente il negroamaro nelle due versioni di rosso e di rosato. Un vino che, quando è prodotto in modo consono, è sublimato da ottime performances. E l’ennesima conferma mi viene offerta dalla bottiglia Nero di Velluto Negroamaro Salento Igt 2010 dei Feudi di Guagnano, confezionata con uve che sono cresciute sui classici alberelli vecchi di quasi ottant’anni e raccolte tardivamente.
L’azienda nasce per merito di cinque giovani imprenditori locali che hanno pensato bene di realizzare un progetto semplice ma ambizioso: salvare le piccole parcelle di negroamaro abbandonate dai vignaioli ormai anziani e non più in grado di coltivarle, in aggiunta all’allevamento di altre specie varietali territoriali. E poi produrre grandi vini, in un modo che possa diventare un atto d’amore verso la propria terra, in una sorta di mission.
Dopo la fermentazione di due settimane, il vino ha trascorso dodici mesi in barriques di rovere francese e sei mesi di ulteriore affinamento in bottiglia. Il tasso alcolometrico arriva fino a quattordici gradi.
Cromatismo rubineggiante e connotato da un colorato vortice di luce riflessa. Appena accosto il bicchiere al naso ne rimango letteralmente estasiato. I profumi sono esplosivi e pervasivi e fanno a gara con le narici a chi riesce ad arrivare prima per aggiudicarsi il premio. La scansione non è facile, ma ci provo: in primis respiro un intenso bouquet fruttato di umori del sottobosco, come more, mirtilli e ribes e poi in appresso ecco che risaltano purezze speziate di vaniglia, chiodi di garofano e noce moscata. Tutti insieme poi intrecciati ed abbarbicati a gradevoli fragranze salmastre; a profonde espressioni vegetali; ad una preziosa e nobile allure; ed a pregiate essenze di balsamo, liquirizia, tabacco, tostato, fumé e goudron. L’impatto del vino sulla lingua è notevole per l’intensità dei sapori che si espandono per tutto il cavo orale. Il tannino palesa subito una trama fitta e profonda, ma evidenzia anche una fine eleganza; la struttura è abbastanza robusta, ma anche morbida e vellutata, come recita il titolo della bottiglia; il frutto è fresco e polposo ed infittisce il gusto; armonia ed equilibrio poi si fondono perfettamente all’unisono. L’allungo finale è fascinoso, persistente, lievemente amarognolo e lascia la bocca piena ed appagata. Prezzo interessante. Ottimo e longevo vino da abbinare a primi piatti succulenti e saporiti come pasta al sugo, grigliata di carne, agnello al forno e formaggi stagionati. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Guagnano (Le) – Via Provinciale, 37
Tel. 0832 705422 Fax 0832 709017
contact@feudiguagnano.it – www.feudiguagnano.it
Enologo: Rizzo Gianvito
Ettari vitati: 15
Bottiglie prodotte: 100.000
Vitigni: negroamaro, primitivo, malvasia nera, verdeca e chardonnay.