MASTROBERARDINO
Uva: aglianico, piedirosso
Fascia di prezzo: da 20 a 25 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Questo vino è frutto dell’uvaggio di aglianico(85%) e piedirosso(15%) coltivati su suoli arilloso-calcarei con il sistema di allevamento a Guyot. Le uve sono vendemmiate sul finire di ottobre una volta giunte a completa maturazione. Le rese sono vicino ai 70 quintali per ettaro. Il vino prima di essere immesso in commercio subisce un lungo affinamento: trascorre circa 18 mesi in barriques ed ulteriori 12 mesi in bottiglia. Questo 1997 è, dunque, uscito sul mercato nel 2000. Da allora ha dimorato nella mia cantina. La vendemmia 1997 è stata una vendemmia contaddittoria. Da subito, aggiungo prematuramente, è stata osannata dalla critica di settore, soprattutto quella d’Oltreoceano, che ha gridato all’ennesima vendemmia del secolo. Parlo naturalmente di Brunello e Barolo non di certo del Taurasi ancor’oggi, come allora, secondo me, ingiustamente trascurato probabilmente per la mancanza di una manifestazione e di un numero maggiore di produttori affidabili di riferimento. Ad ogni modo una volta che i vini (parlo sempre di Barolo e Brunello) sono arrivati sul mercato alla prova del consumatore sono cominciati di lì a poco i ripensamenti. Annata forse troppo calda, materia prima sicyuramente indiscutibile ma forse vini troppo pronti, rotondi e non in grado di garantire, in termini di tannini ed acidità, il potenziale di invecchiamento che da denominazioni tanto illustri ci sarebbe da aspettarsi. Preoccupato anche per quanto fosse successo in quell’anno dalle nostre parti ho deciso così, nonostante la calura estiva non ancora del tutto superata, di «tirare il collo» a questa bottiglia del ’97 e vedere un po’ cosa aveva da offrirmi. Ho affrontato, come avrete dunque potuto presumere, questo campione dalla grande struttura con più di qualche pregiudizio, sicuro di trovarmi nel bicchiere un vino pronto, stanco se non addirittura passato. Allo stesso tempo, però, gli ho dedicato una maggiore attenzione. Il colore sicuramente evoluto ha ormai virato dal rubino intenso di gioventù verso tonalità più cupe, solo leggermente mattonate assolutamente non ancora, per nulla, aranciate. Il potente grado alcolico(14%) è sì avvertibile al naso ma è ottimamente integrato da una variegata gamma di piacevoli sensazioni. Ancora netti e percepibili sono, infatti, gli aromi di frutta rossa, sopratutto di prugna matura, di ciliegia sotto spirito, di lamponi ed altri piccoli frutti di bosco in confettura. Ad essi si alternano sentori di fiori secchi e spezie. Profumi terziari di cacao, tabacco, cuoio e pelliccia sono già ben percepibili, al naso, ma non hanno ancora preso il sopravvento nel quadro degustativo generale. Tannini vellutati ed un’acidità viva sostengono la beva facendone degno accompagnamento di carni rosse importanti e formaggi stagionati. Dunque un vino longevo ancora tranquillamente in grado di sopportare un ulteriore periodo di permanenza in bottiglia con possibilità di migliorarsi. Se la vendemmia 1997 forse non è stata così buona ed in grado di durare e superare il test del tempo, così come alcuni critici avevano entusisticamente previsto allora lasciate che questo si dica per messer Barolo e per messer Brunello, il nostro Aglianico non sembra affatto avere di questi problemi.
Questa scheda è di Fabio Cimmino
Sede ad Atripalda, Via Manfredi, 75-81. Tel. 0825 614111, fax 0825 611431. E mail: mastro@mastro.it. Sito www.mastro.it – www.mastroberardino.com. Enologo: Vincenzo Mercurio. Ettari: 140 di proprietà e 60 in conduzione. Bottiglie prodotte: 2.500.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano di Avellino, coda di volpe, greco di Tufo, falanghina.
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