Nardò, Salento. Gli alberelli di Primitivo e il Cubardi di Schola Sarmenti

Pubblicato in: Giro di vite

Schola Sarmenti Vitivinicoltura
Via Generale Cantore 37
tel. 0833.567247
www.scholasarmenti.it

di Tommaso Esposito

Dunque, da dove comincio?
Dai nomi: Primativo nero, Primaticcio, Zagarese, Zagarese nero, Uva di Curato, Uva della Pergola e Uva di Gioia.
E soprattutto Primitivo per la precoce maturazione degli acini.

Nomi diversi legati ai vari tòpoi pugliesi.
Nomi diversi che un po’ di mistero lasciano cadere sulle origini di questa vite e sul tempo in cui giunse tra le zolle apule.
Qualcuno cita il desiderio di Orazio: “Ah poter vivere a Taranto con te, amico Settimio, dove la primavera è eterna, dove Alone amico di Bacco fecondo nulla invidia alle uve di Falerno”.
Ma è come scomodare gli Dei nell’Olimpo.
Chissà cosa sapeva realmente il poeta latino di questa terra.
Forse nulla più di quanto gli giungesse narrato a voce da chi a ritroso verso Roma percorreva l’Appia Antica.
Oggi questa uva dà un vino rosso di estesa produzione in varie zone della Puglia.
Mi ha sempre colpito, qui nel Salento di Nardò, la singolare coltivazione.

Alberelli contorti e ripiegati che da lontano credi per un attimo essere bonsai.

Alessandro Calabrese, enologo, sorride.

E mi dice: “No. Tra spalliera, guyot e cordone speronato l’allevamento della vigna ad alberello è la visione corale che ti puoi fare dei nostri vigneti. Sono piante antiche. Faticosamente curate e cresciute nel tempo.”
Qualcuno di questi ha quasi ottanta anni.

E la vita non l’abbandona. Anzi.

Schola Sarmenti, l’azienda che le famiglie Calabrese e Marra, hanno fondato nel 1999 riaprendo la cantina in uno stabilimento vinicolo del 1800, rimasto chiuso per oltre cinquanta anni, ha rilevato moltissimi di questi vigneti ad alberello.
Forse i più belli.
Quelli che, tra i muretti a secco posti a confine per distinguere i fondi,  lasciano giungere lo sguardo verso il mare.
E ogni tanto intravedere il fico solitario o gli uliveti secolari.

Coltura biologica. Potatura verde. Rinuncia delle quantità facili e bassissima resa per ettaro.
Raccolta manuale e cernita in cantina dei grappoli migliori.
Così nasce, ad esempio, Cubardi, Primitivo in purezza, Salento Rosso IGT, che ho conosciuto per varie annate in questo mio girovagare neretino.

E ritrovo sempre aromi complessi, talvolta caffè, cioccolata, tabacco su un sottofondo di frutta rossa.
Delicato nel suo spessore. Piacevolmente lungo.

In cantina si producono anche:

Candora: Bianco da uve chardonnay 100%
Masserei: Rosato da uve di Negroamaro 100%
Roccamora: Rosso da uve di Negroamaro 100%
Critera: Rosso da uve Primitivo del Salento 100%
Armentino: Rosso, da uve Primitivo del Salento 50% e Negroamaro 50%
Artetica: Rosso, da uve Primitivo del Salento 70% e Negroamaro 30%
Nerìo: Rosso, da uve di Negroamaro 80% e Malvasia nera di Lecce 20%
Corimei: Rosso da uve Primitivo del Salento 100%, Passito di primitivo.

Quest’anno ho portato con me “Diciotto” Salento IGT Primitivo Rosso 2008.

Una riserva del Cubardi.
2008  annata parca. La mia è una delle ultime bottiglie, la  n.1450.
Aspetto l’occasione con Luciano per degustarla.
E ve ne daremo conto.


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