di Michela Guadagno
Innovativa e inconsueta serata all’enoteca CiaoVino a Varcaturo di Fabrizio Erbaggio, vice delegato per l’Ais di Napoli, per un pubblico misto americano e napoletano, che ha visto in degustazione cinque vini rossi monovitigno rappresentativi dell’area dei Campi Flegrei, dell’Irpinia e dell’Alto Casertano. In comparazione guidata dai produttori e dall’interprete americana Karen Phillips, si sono alternati il Piedirosso dei Campi Flegrei 2008 e il Marsiliano 2007 di Vini della Sibilla, il Casavecchia Centomoggia 2005 e il Pallagrello Nero Ambruco 2006 di Terre del Principe, e l’Aglianico Rubrato 2006 di Feudi di San Gregorio.
Intervallando la degustazione in lingua inglese e in italiano, comincia Vincenzo Di Meo, giovane e già rinomato enologo che introduce il Piedirosso dei Campi Flegrei 2008 della cantina di famiglia I Vini della Sibilla; dal proiettore scorrono le slides del territorio e della Sibilla’s People, al secolo la famiglia Di Meo di Bacoli, mentre Vincenzo racconta di terreni vulcanici sciolti, del vitigno -“grape”- Piedirosso e dà la spiegazione sull’etimologia del nome “foot of pigeon”, il nostrano Per’ ‘e palummo. Non molto concentrata l’uva Piedirosso per dare vini di struttura, ma si gioca sul bilanciamento delle sensazioni date dal frutto, di spezie, di pochi elementi che vanno in equilibrio. Intenso il colore rosso rubino, naso di frutti rossi, cherry, coffee, cacao, smoke.
Manuela Piancastelli, la Princess di Lands of Prince ovvero Terre del Principe, parla del territorio di Castelcampagnano situato tra il monte Taburno e il Matese, dove spira un vento utile alla sanità delle uve evitando la formazione di muffe e il ristagno dell’umidità; terreno ricco di sali minerali e di natura argilloso-sabbiosa che impedì la propagazione della fillossera. Mostra l’immagine del Casavecchia, un grappolo centrale con tanti piccoli grappoletti intorno; il Centomoggia 2005 ha un colore intenso di un vino “long life”, naso di chocolate, piccoli frutti di bosco, spezie “spices”, imprinting delle caratteristiche che aiutano a ricordare il vitigno. Dopo 4 anni, four years old, un vino dai tannini morbidi.
Il Pallagrello è una varietà riscoperta da Peppe Mancini, una delle poche a bacca bianca e rossa. The wine loved by the King Borbon’s Ferdinando IV at the Royal Palace of Caserta, cioè il vino amato dal re Borbone Ferdinando IV alla Reggia di Caserta che lo volle nella “Vigna del Ventaglio” – vineyard of fan – insieme ad uve siciliane e ad altre varietà; il Pallagrello nero insieme ai vini francesi, erano gli unici vini a quei tempi a corte. L’Ambruco 2006, more elegant, più elegante e premiato con i Tre bicchieri – three glasses – lo scorso anno dal Gambero Rosso, evoca note di rabarbaro, china, flavour of spices, radice, fumè, balsamico di erbe aromatiche.
La Marsigliese è un’uva da sempre usata nei Campi Flegrei, l’azienda Vini della Sibilla sta eseguendo un lavoro di recupero delle uve indigene, alla ricerca di varietà che durino nel tempo: la fillossera non ha mai attecchito in queste terre, favorendo quindi la risorsa di vitigni autoctoni. Vinificata nel Marsiliano 2007 in blend all’80% con altre varietà come olivella e piedirosso, ha caratteristiche di carbone, sentori di salmastro, inchiostro: potrebbe essere un lontano parente del Petit verdot o del Tannat, le viti giovani di 4-5 anni danno un vino con acidità spiccata. Ancora scuro il colore, dark, naso di goudron, nota ematica, terrosa di humus, ruggine.
L’Aglianico ancient variety, antica varietà, la più grande del Meridione, the biggest Southern Italy, come from “ellenicum”, deriva dalla parola ellenico, coltivato in Campania, old grape in Irpinia, Sannio, Vesuvio, “the King”, il Re. Rubrato 2006 dei Feudi di San Gregorio chiude la degustazione tradotta: intense and christalline red colours, dal colore rosso intenso e vivace, freschezza al palato, al naso marmellata di strawberries e raspberries, fragole e lamponi, cherry, ciliegia, ed equilibrate note boisè, hundred per cent 100% aglianico d’Irpinia.
Gateau di patate, stuzzicherie di Sciardac di Ernesta Volo, pizze e pane a canestrella di Stefano Pagliuca, dolci di pastafrolla di Cinzia Dal Monte squisita padrona di casa, concludono un finale di serata dal gusto partenopeo intraducibile!
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