Avere una lunga storia è bello, ma anche condizionante. A Napoli è molto più facile che un cammello passi attraverso la cruna dell’ago che un ristorante, soprattutto se rinomato, decida di inserire le pizze nel suo menu. Ecco perché la decisione di Zi Teresa è davvero epocale.
Lo storico locale nato dall’ingegno di Teresa Fusco, classe 1862, per sopravvivere nella Napoli sconfitta e dolorante ha da poco acceso un bellissimo forno nella grande sala. Ancora una volta è una donna ad aver preso una decisione così importante: Carmela Abbate aveva voglia di introdurre la pizza da un bel po’, negli ultimi mesi l’accelerazione e la realizzazione.
C’è insomma aria nuova in un ristorante che ha fatto la storia della gastronomia napoletana sino a diventarne un simbolo, spesso prigioniero di se stesso. Finalmente via il vecchio e pesante tovagliato, nuove sedie e segnaposti moderni, ma soprattutto occhio alla qualità, dall’olio alla mozzarella del caseificio Fusco, dalla spesa dell’orto all’uso della farina, in questo caso la Caputo studiata proprio per la pizza napoletana.
Così a pelo d’acqua, è il caso di dirlo, tra barche che beccheggiano e scugnizzi che ancora oggi fanno i tuffi come cento anni fa, arrivano pizze moderne, sottili, elastiche e di ottima fattura. Il pizzaiolo è Gabriele Carotenuto, lunga esperienza da Tutino a Porta Nolama, che adesso è alle prese con una sfida.
La partenza è stata in sordina, il forno è in fase di assestamento, sempre acceso 24 ore su 24, e le pzize vengono introdotte lentamente, senza enfasi. Resta il fatto che adesso Zi Teresa, oltre che ristorante, è anche una delle pizzerie più belle del mondo, a ridosso dei grandi alberghi e con la vista di Castel dell’Ovo.
Oltre le classiche, ripieno, marina a margherita, molto buoni anche i fritti e qualche pizza leggermente creativa, come la Nerano, con provola di Agerola e fiori di zucca dove gli ortaggi sono davvero di grande qualità. Bicchieri e carta dei vini ancora da adeguare, qualche birra artigianale certo non guasterebbe, ma ormai la strada è imboccata.
Speriamo che questo esempio venga seguito anche da altri. sarà un luogo comune, ma la prima cosa che il viaggiatore vuole provare quando viene a Napoli è la pizza. E la scelta di locali storici di adeguarsi a questa esigenza è sicuramente un segnale di apertura che contribuisce a un primato territoriale che difficilmente può essere eguagliato.
Del resto la pizza sta a Napoli come lo Champagne alla Francia: ci vorranno secoli prima che questo primato identitario possa essere messo in discusisone.
www.ziteresa.it
Via Borgo Marinari, 1
Tel.081.7642565
Sempr aperto
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