di Marina Alaimo
All’ultimo piano dell’Hotel Romeo riapre il ristorante Il Comandante ed a raccogliere la sfida è il giovane Salvatore Bianco. La sala ha le pareti a vista, sembra quasi sospesa nel vuoto ed offre una vista mozzafiato su Napoli. Proprio come in città, anche qui c’è grande attesa, la voglia di ripartire con il piede giusto è tanta. Percorrendo di sera le strade semideserte di Napoli per l’estesa ZTL che accompagnerà tutto il periodo della tappa partenopea dell’America’s Cup, si ha un sensazione molto strana. Regna il silenzio, insolito nella città del rumore e delle tante voci, non si trepida, non si spera, ma si attende. E’ proprio l’hotel Romeo ad ospitare gli equipaggi provenienti dagli Stati Uniti .
Lo chef è di Torre del Greco, città di mare e di naviganti di lungo corso. Dopo numerose tappe per l’Italia ed all’estero e dopo l’ultima tappa di quattro anni all’Osteria dell’Orso a Roma, rientra a Napoli, al richiamo della sua costa, irresistibile per chi è nato da queste parti. Salvatore è tenace, molto serio, deciso, sa osare, con umiltà e pazienza affronta questa nuova avventura spinto soprattutto dalla voglia di crescere.
Nei suoi piatti è grande il rispetto per la materia prima, il ritorno al mare viene celebrato con entusiasmo e leggerezza. Certo è forse un po’ presto per valutare il suo lavoro: deve superare il disagio dei primi tempi essendo arrivato da appena tre settimane. L’ostrica con la sua piacevolissima sapidità salmastra ci dà il benvenuto e ci diverte simpaticamente la bruschetta al pomodoro e mozzarella.
Il tre per due di gamberi afferma il rispetto per la materia prima importante, sapientemente messa in evidenza dai toni acidi scelti per ogni preparazione: shabu shabu, carpaccio e battuto.
Anche qui l’uovo di Parisi e lo chef sa bene che per quanto sia un elemento di grande semplicità, susciterà un’attenzione molto critica nel degustatore che esige tempi di cottura perfetti e la prova del cuoco è brillantemente superata.
La scelta del primo riconduce alla memoria familiare, la frugalità del piatto scelto, linguine alla puttanesca, viene esaltata dai profumi mediterranei molto invitanti e conferma il piacere intramontabile dei classici della tavola. Il risotto alla provola e agrumi ha bisogno di un maggiore tocco di acidità per non stancare il palato, così come il controfiletto di vitello, perfetto nella tecnica di cottura, ma un po’ seduto su se stesso.
Il merluzzo all’anice stellato conferma nuovamente una perfetta conoscenza delle tecniche di cottura e di cucina, raffinato il tocco di anice stellato.
E la curva del gradimento risale velocemente verso l’alto all’arrivo dei dessert: estremamente semplici e ben centrati nel dinamismo di sapori e consistenze. Zuppetta di fragole con caramella di eucalipto e mentuccia, quasi un gioco divertente e gioioso, con poca dolcezza e tanta fantasia. Ed in fine la crema di ricotta di bufala con pepe nero di Java, biscotto cramble ed olive nere disidratate. Personalmente è il piatto che ho preferito, quello nel quale lo chef ha saputo osare e divertire con timida dolcezza esaltata dai tocchi sapidi ed insoliti delle olive nere. Mentre il piccolo gioco di consistenze tra la cremosità della ricotta ed il biscotto cramble, insieme al tocco fantasioso di pepe in grani, ha chiuso positivamente il cerchio della piacevolezza.
Il ristorante Il Comandante è aperto solo a cena, mentre al nono piano c’è il ristorante Beluga che offre servizio pranzo e prima colazione. Ed ancora al piano terra c’è il bellissimo Sushi Bar con lo chef Keisuke Aramaki.
Via Cristoforo Colombo 45
Tel. 081.0175001
Fax 081.0175999
www.romeohotel.it
Aperto la sera
Conto sugli 80 euro
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