Sono pochissime le famiglie di pizzaiuoli che attraversando l’Ottocento e Novecento sono arrivate ai giorni nostri per consegnarci intatto un bagaglio di ricordi ed esperienze da tramandare alle generazioni future. Tra queste, lo si è già raccontato, i Mattozzi. Tra il primissimo forno creato da Luigi Mattozzi nella zona dei Banchi Nuovi e gli attuali Ristorante Pizzeria L’Europeo Mattozzi e Mattozzi di Via Filangieri, si dipana l’avventura di una famiglia stimata e benvoluta che nel suo lungo cammino di oltre 150 anni ha inevitabilmente intrecciato il suo destino con quello di altri napoletani. Tra le altre, per l’importanza che ancora rivestono ai giorni nostri i loro locali, le famiglie dei Grasso per quanto riguarda la fondazione Pizzeria Gorizia di Via Bernini (creata nel 1890, da Luigi Mattozzi) e dei Surace per quanto riguarda la Pizzeria Ristorante del Largo Carità (oggi Piazza Salvo d’Acquisto), esercizio che ancora oggi reca il nome della famiglia Mattozzi.
Il locale, acquistato da Gennaro Mattozzi nel 1924 – come racconta Antonio Mattozzi nel suo ““Una storia napoletana. Pizzerie tra Sette e Ottocento” – potendo vantare un’antica tradizione e una buona frequentazione si rivelò subito un buon affare per la famiglia. A Gennaro, che dei quattro fratelli di primo letto di Luigi era decisamente quello che ne aveva ereditato la capacità di intraprendere, riuscì perfino di renderlo ancora più prestigioso e di farne una delle perle della costellazione Mattozzi in città.
Tuttavia mentre, tramite Alfonso, i Mattozzi, a tempo debito, si assicurarono la successione per lo storico locale di Via Marchese Campodisola e, poi, il lancio (oltre venti anni fa) di quello di Via Filangieri; Gennaro non avendo eredi, già alcuni anni prima della sua morte (avvenuta 1958), cedette (“a Raffaele Brandi, fratello dei Brandi di Sant’Anna di Palazzo” scrive Antonio Mattozzi), quello ben avviato di Largo Carità.
“Il locale nacque nel 1832 con il nome Le Stanze di Piazza Carità per mano di Antonio La Vecchia ed era frequentato dall’intellettualità della città, tra cui il filosofo De Francesco” mi racconta Lello Surace che lo porta avanti, oggi, con l’aiuto del figlio Paolo.
“Prima di essere acquistato da Gennaro Mattozzi – continua il signor Lello – il locale ha avuto una serie di proprietari: dopo La Vecchia, Antonio Pavone e dunque Mattozzi, cui subentrò Aristide Perullo, che aveva sposato una Mattozzi. Infine, intorno al 1959, mio padre lo acquistò”. Alfredo Surace, che era stato direttore di sala nella Pizzeria Mattozzi di Via Marchese Campodisola dal 1930, racconta il figlio, si era tuffato nella nuova impresa con la moglie Concetta Perrone, tirandosi dietro, poi, i due maschi, Franco e Lello, piccolissimi. Il Ristorante Pizzeria che oggi conta circa 120 posti disposti su due livelli, incluso quelli esterni sulla piazza, è arrivato ai giorni nostri vedendo i due fratelli al lavoro: Franco in sala fino a qualche anno fa, e Lello al banco ancor oggi.
Non disdegna di definirsi un pizzaiolo vecchio stampo, Lello, che è stato, con Vincenzo Pace (padre dell’attuale presidente), il fondatore dell’Associazione Verace Pizza Napoletana. “Era il giugno del 1984” racconta mentre duetta con il figlio trentenne Paolo che lo affianca dalla tenera età e che lo interrompe di tanto in tanto per dire la sua. Il locale ha l’aspetto immutabile di una vecchia cantina, con il banco per la manipolazione delle pizze in mezzo della sala storica del piano terra e la cucina alle spalle. Il menù corrisponde a questa immagine semplice e propone, tra gli altri, alcuni piatti ormai relegati alla cucina di casa, come il Minestrone, la Pasta e lenticchie e gli intramontabili Spaghetti aglio, olio e peperoncino. Tra i secondi di carne dalla Bistecca alla pizzaiola alle Scaloppine; tra quelli di mare, l’Impepata di cozze, il Mussillo con olive e rucola e il Coroniello in cassuola. Al Ristorante, ben avviato e solidamente, come detto, ancorato alla tradizione, fa da contraltare la Pizzeria, attività che rappresenta per Lello e suo figlio la passione comune e anche il terreno per un animato e stimolante confronto generazionale.
Potrete divertirvi a vederli al lavoro e confrontare le loro pizze: tendenzialmente più piccole e più tradizionali quelle di Lello e più grandi e più ricche in farcitura quelle di Paolo. E’ questo il loro segreto per vedere andar via tutti i clienti soddisfatti, raccontano scambiandosi un’occhiata d’intesa: sia più anziani che i più giovani. Tra i cavalli di battaglia, la Margherita, la Doppia fiordilatte e la Dop bufala con i pomodorini. Al ristorante mediamente 20 euro (vini e servizio esclusi), in pizzeria 9 euro (servizio escluso).
Ristorante Pizzeria Mattozzi di Paolo Surace
Piazza Carità, 2 – Napoli
Tel: 081.5524322
info@mattozzi.net
www.mattozzi.it
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