Pizzeria Pizzagourmet Napoli
Viale Michelangelo 77
Tel. 081.2292227
www.pizza-goumet.it
Aperto la sera; il sabato e la domenica anche a pranzo
Pizza da 5 a 12 euro
di Tommaso Esposito
Fermi tutti.
Qui si parla di un pizzaiolo, Giuseppe Vesi, che da più generazioni è napoletano verace e che ha ancora una bella quota di attività insieme ai fratelli Salvatore e Nando in altre tre pizzerie di tradizione dislocate nel centro storico di Napoli, tra via dei Tribunali piazza Cavour e piazza Dante. Grandi numeri tra forno e sala, dunque, grande esperienza ad ammaccare dietro al bancone.
Bene, ha deciso di divertirsi a fare pizze cosiddette gourmet in un localino arredato in stile mediterraneo in pieno Vomero.
Divertirsi, appunto, giacché soltanto chi ha una solida esperienza può cimentarsi a impastare le farine semi-integrali mettendo in discussione, senza rinnegare, se stesso e la tradizione familiare.
Niente lievito madre, niente lievito di birra qui si comincia con la biga, il metodo indiretto di lievitazione con questo pre-impasto utilizzato per il pane e alcuni dolci come le briochés e i panettoni.
La biga ha tre caratteristiche principali: esalta il profumo del pane, ne aumenta la morbidezza e la digeribilità, allunga i tempi di conservazione.
Alcuni pani tipici pugliesi, come ad esempio il pane di Ascoli Satriano, sono confezionati con la biga.
Dunque, in contro tendenza con gli altri pizzaioli gourmet, che continuano a preferire lievito di birra o lievito madre essiccato, Giuseppe Vesi ha scelto questo lievitante non a caso.
Ha così voluto, utilizzando le farine semi-integrali, e quindi avendo come target un consumatore diverso dal tradizionale, garantire alla sua pizza morbidezza e scioglievolezza, che segnano la linea di demarcazione tra una pizza napoletana e le altre pizze italiane.
Inoltre, ulteriore elemento che caratterizza una pizza cosiddetta gourmet, che ora la guida 2016 alle pizzerie de Il Gambero Rosso definisce pizza a degustazione, Giuseppe Vesi ha scelto di curare il topping con riguardo, selezionando cioè i migliori prodotti non soltanto campani.
Insomma, ci troviamo dinnanzi a un pizzaiuolo di stazza e di lignaggio che ha deciso di proporre a Napoli qualche cosa di diverso dal solito, chiarendo bene che la sua non è una pizza napoletana.
Bene, detto questo assaggiamo un po’ di cose.
A cominciare dai fritti.
Ben pastellati e di gran sapore, non si smentiscono né il crocchè né la palla di riso. Sono buoni.
Pizza Margherita.
Una gradevole e piacevole sorpresa. Buona.
Ma, se deve essere Gourmet, Gourmet sia!
E allora ecco la Pizza Cachel Blue.
E’ una stagionale composta con Mozzarella di bufala campana dop, prosciutto crudo Jambon de Bosses, Cashel Blue, gherigli di noci di Sorrento, olio evo.
Base in forno e poi all’uscita composizione curata a quattro mani con risultati geometricamente impeccabili.
L’idea dell’imperfezione perfetta, propria della pizza napoletana, è agli antipodi.
Size M del pizzometro.
Ogni spicchio raccoglie in verticale una fetta di mozzarella, la fetta di prosciutto crudo, un tocchetto di muffato, un gheriglio di noce.
Grande golosità e soprattutto un bel contrasto tra le temperature diverse e le diverse consistenze.
Il pane conserva un chiaro sentore di pane, appunto, e la morbidezza è garantita.
Obiettivamente, la scioglievolezza si nota anche a una bella distanza temporale dalla fuoriuscita dal forno.
Sì, è proprio una pizza gourmet.
Senza dubbio, alcuno.
E così, per goderla, non valicherò più il Rubicone.
Lo giuro!
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