di Dora Sorrentino
A Napoli da sempre, da che mondo è mondo, i mestieri si rubano, o meglio si imparano osservando i maestri, cercando di carpire i segreti fondamentali di tutte le arti. Ne sono un esempio molti pizzaioli, che sono cresciuti nei locali di famiglia e da lì hanno appreso i propri mestieri. Ma questo non avviene sono nel mondo pizza, si verifica in tutti i settori, anche nella pasticceria. Ed è quello che è successo anche a Raffaele Capparelli, titolare della pasticceria Il Capriccio di Via Carbonara 39. La storia nasce negli anni Ottanta, anzi precisamente qualche anno prima, quando Eduardo Capparelli lavorava presso un bar famoso della Duchesca, alle spalle di Piazza Garibaldi. Eduardo ha sempre nutrito una grande passione per tutto ciò che concerne il mondo dei bar e delle pasticcerie.
Però per un lungo periodo è stato impegnato in un’altra attività, ma la sua passione è irresistibile, così un giorno ha deciso di vendere il suo taxi per aprire finalmente un bar tutto suo nel 1983, il Capriccio appunto, che ben presto è diventato anche pasticceria. Inizialmente i mezzi a disposizione erano scarsi, uno dei ricordi di Raffaele è che il primo giorno di apertura non si avevano nemmeno i soldi spiccioli da dare come resto ai primi clienti. Così Raffaele, che prima lavorava in un’officina per le moto, corse subito con la sua auto per aiutare il padre prendendo quei pochi soldi che aveva in macchina per utilizzarli come resto.
Prima si chiamava ‘O Barriciello, ma il desiderio di un nuovo negozio che potesse essere più accogliente spinse la famiglia Capparelli nel 1988 ad effettuare lavori di ristrutturazione, quasi un “capriccio”, e da qui il nome nuovo del locale. Non ci volle molto a trasformarlo in pasticceria, visto che tutto ciò che veniva offerto alla clientela era prodotto nel laboratori, dai pasticcini alla rosticceria. Nella pasticceria della famiglia Capparelli sono passati nomi importanti, dai pasticcieri di Moccia ad alcuni parenti che avevano già maturato una lunga esperienza nel campo in alcune pasticceria della città. Così Raffaele e suo fratello Salvatore, crescendo in questo mondo, cominciarono ad osservare con attenzione tutto il lavoro che si svolgeva all’interno del laboratorio. In particolare Raffaele, che inizialmente era stato affidato al servizio al banco, incuriosito da tutto quello che avveniva alle sue spalle, non ha saputo resistere e man mano si è inserito nella parte interna della pasticceria. Osservava tutto il lavoro con precisione, di notte metteva in pratica tutto ciò che apprendeva di giorno, di nascosto segnava le grammature degli ingredienti, cercando di non farsi scoprire perché si sa, molti addetti ai lavori sono gelosi della propria arte e cercano di nascondere i segreti più importanti per non farsi “rubare” appunto il mestiere.
Anche se era già adulto, Raffaele si può considerare un enfant prodige visto che in poco tempo ha subito interiorizzato tutto ciò che c’era da imparare e così è partita la sua carriera di pasticciere. Il dolce che ha reso famosa la pasticceria Capriccio in tutta la città e non solo negli anni Novanta è il babà, realizzato con un’antica ricetta di famiglia. Ancora oggi la pasticceria viene annoverata tra le migliori per la produzione del babà extralarge.
Non c’è trucco, non c’è inganno, la taglia è stata sempre questa ed è stata voluta così, lo possono testimoniare gli antichi stampi di taglia XL che ancora oggi vengono conservati gelosamente in laboratorio. Il babà di Capparelli, nonostante la grandezza, è soffice e leggero, spugnoso al punto giusto, imbevuto nella sua bagna e non lucidato con gelatine o altri artifizi, tutto naturale. Viene anche farcito, volendo, con panna, crema chantilly, ce n’è per tutti i gusti.
Ma la pasticceria Capriccio non è solo babà, ci sono tutti i dolci classici. I roccocò, ad esempio, vengono aromatizzati come si faceva una volta, in maniera naturale, con le bucce di mandarino.
Un altro fiore all’occhiello sono le mousse servite nei bicchierini. Con il passar del tempo, Raffaele ha maturato un vero amore per il cioccolato, tanto da frequentare corsi di formazione sulla materia.
Tutto nasce dalla volontà di servire un cioccolatino d’autore insieme al caffè del bar. Poi ha iniziato a produrre uova di cioccolato a Pasqua e da lì non ha più smesso. Le vetrine sono colme di cioccolatini di ogni genere.
Nel 2002 Raffaele Capparelli si è classificato al sesto posto del campionato mondiale Callebaut a Parigi. Recentemente è nato un nuovo dolce al Capriccio, un po’ per caso, chiamato per il momento Babana, ma presto cambierà nome. Si tratta di un babà dalla forma diversa da quella classica, farcito con crema di latte.
Nel periodo natalizio, da alcuni anni, si realizzano anche panettoni artigianali.
Il bar pasticceria Capriccio è anche rosticceria. È tradizione la domenica sera produrre pagnottielli e pizzette e venderli ai clienti più affezionati. Tutto il quartiere ormai considera il Capriccio una vera istituzione, ci sono delle tradizioni a cui non si può rinunciare e questa è una di quelle. Oggi il fratello Salvatore ha aperto una sua pasticceria in Via Tribunali al centro storico, ma la storia è la stessa ed il prodotto non cambia. Al fianco di Raffaele, invece, ci sono sempre moglie e figlia a sostenerlo nel lavoro. Il Capriccio si trova in una zona strategica, in pieno centro e a pochi passi dalla stazione centrale di Piazza Garibaldi. Da ogni parte di Italia e del mondo si recano di proposito lì per assaggiare i dolci della famiglia Capparelli.
Capriccio
Via Carbonara 39 – Napoli
telefono +39 081440579
cellulare +39 3286847281
Dai un'occhiata anche a:
- Luisè Pasticceria Gelateria di Luca Terrazzano a Vitulazio (CE)
- Pietro Macellaro, dalla fava di cacao alle sue fantastiche uova di Pasqua
- Annuccia: quando il sapore di Capri è in un boccone
- “La Crema di Berenice”, una romantica storia di una gelateria monogusto
- Caserta, Rock’n’Frolla impasta a gran ritmo
- Le novità di Celestina per il Natale 2024
- Il panolio di Vignola
- Pasqua 2024: le Colombe preferite di Marco Contursi