Via Filangieri, 16
Tel. 081.416378
Chiuso la domenica
“Nei nostri locali vi faremo gustare la vera Pizza Napoletana, ricchi antipasti e sfizi vari”. Già questo, annunciato nei biglietti da visita, è un programma di non poco conto per la testa affamata, ma nel paese della Cuccagna la realtà supera l’immaginazione più spinta presentando tutto il repertorio della cucina barocca napoletana, a cominciare da una monumentale frittata di maccheroni talmente bella da vedere che è un colpo al cuore solo pensare di tagliarla. Sta lì, adagiata fra parmigiana di melanzane, peperoni imbottiti, zucchine alla scapece e altri millecinquecento antipasti sistemati ad inseguire la stagionalità dell’orto. E poi le polpette, il polpo all’insalata, i pomodorini del piennolo conditi con olio extravergine e foglioline di basilico, buona mozzarella di bufala. Poi si pensa: adesso c’è la pizza. E su questo c’è poco da aggiungere, siamo nel bel mezzo di una esecuzione classica perfetta, aggiungiamo la frittura all’italiana (arancini, crocchette, scagliozzi, mozzarella) e la mitica montanara ripiena di prosciutto cotto e mozzarella per chiudere il cerchio del fast food tipico partenopeo.
Ma la meraviglia di questo posto, e di Napoli, è soprattutto la sua grande elasticità, resa possibile dalla tradizione familiare e dalla organizzazione in cucina per cui si può esibire contemporaneamente anche con due o tre tipi di pasta al pomodoro appena scottato con il basilico, e ancora i rigatoni alla genovese molto ben eseguita, pasta con i fagioli, pasta con i piselli, pasta con le patate, pasta con i ceci, spaghetti o tubetti alla sorrentina con provola e pomodoro fresco. Insomma, il locale gestito dai fratelli Alfonso, Eugenio e Pippo con la madre direttrice d’orchestra ai fornelli è un punto fermo e tradizionale nel cuore della Napoli borghese, quella di Chiaja e di Piazza dei Martiri per intenderci. Mattozzi è infatti a via Filangieri, la strada dello shopping attaccata a via dei Mille, a meno di cento metri dal bar Cimmino: è di moda la sera, mentre a pranzo funziona nei giorni feriali come break per gli impiegati e i commercianti della zona. Quanto alla chiusura, con questa impostazione, non può che essere affidata ai dolci della tradizione partenopea, babà, pastiera e zuppetta per gradire. In nessuna città italiana è possibile mangiare ogni giorno queste cose così buone che ciascuna basta al viaggio e uscirsene con 15, massimo 20 euro.
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