Via Nazario Sauro, 22
Tel e fax 081.7646195
www.lacantinella.it
Sempre aperto
Una pizzeria fatta con lo stile della Cantinella ma accessibile a tutte le tasche. Giorgio Rosolino inaugura la nouvelle vogue partenopea sull’esempio del Desco di Verona con qualche marcia in più: il Vesuvio e la Penisola Sorrentina ben visibili dalle vetrate, i grandi alberghi a due passi, la sapienza del pizzaiolo che ha militato per molti anni da Ciro a Santa Brigida, la grande tradizione gastronomica di Napoli, l’unica cucina di città in Europa oltre Parigi. Giorgio è del mestiere, l’attenzione alla materia prima è dunque il primo requisito, il servizio qualificato il secondo, l’hotellerie adeguata alla rivoluzione vitivinicola pure. Dunque bicchieri adatti per una scelta dei vini molto seria, semplice ed efficace, come il Gragnano e l’Asprinio oltre ai classici di sempre reduci dai trionfi degli anni ’90 come Aglianico e Falanghina.
Prima di vedere cosa si mangia un accenno alla scenografia, l’intenzione dell’architetto è quello di riprodurre il classico modo di mangiare la pizza, cioé per strada: dunque il locale si sviluppa su tre livelli con due piazzette e una specie di terrazza da cui si guarda dall’alto il resto delle sale. A questo punto non abbiamo dubbi: se avete un ospite e volete fargli respirare la giusta atmosfera esplorando il palato tipico dei napoletani questo è il posto giusto. Tra gli antipasti citiamo il polpo con sedano e patate per i salutisti, le scamorzine di Agerola alla piastra con olive nere e prosciutto cotto, il classico sauté di frutti di mare, verdure grigliate, l’insalatina di mare. Per i ghiottoni mozzarelle in carrozze, arancini, croquet, mozzarella, panzarotti di patate e provola, verdure secondo la grande tradizione che qui a Napoli si chiama frittura all’italiana ma che ha la sua derivazione nell’influenza araba sulle cucine del Sud perché friggere è il modo migliore per garantire la sicurezza nei paesi caldi.
Classici dei classici dei classici sui primi: fusilli avellinesi allo scarpariello, vermicelli alle vongole, pasta e patate, gli spaghetti del poveriello, i mitici paccheri di Gragnano con la genovese classica. Ci sono poi secondi di mare come il pesce azzurri alla griglia, all’acqua pazza con patate, le alici in tortiera, le seppie con patate e piselli, filetto di spigola, oppure il filetto di manzo alla griglia, il coniglio alla cacciatora, la cotoletta di maiale, la scaloppina al vino bianco. Dolci e gelati al carrello. Potremmo fermarci qui, se non fosse che la pizza di Giorgio è sicuramente una delle migliori di Napoli: morbida, ben lievitata, leggera, irresistibile, vale sicuramente la visita.
I prezzi? Gli antipasti variano dai 4 ai 10 euro, le fritture non superano i 6, i primi variano da 6 a 10 euro, i secondi di mare da 6 a 14, di carne da 7 a 14. La margherita classica costa 6,5, la capricciosa 10, il ripieno al forno o fritto 8. In una parola, con 25 euro uscite abbuffati e soddisfatti: la giusta risposta alla crisi economica in cui ci ha precipitato il governo del miliardario di Arcore. L’ennesimo squillo di tromba di una città giovane, viva, straordinaria, bella, ricca: nessuna cucina italiana può vantare un simile esercito di ghiottonerie.
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