Vico Lungo Gelso 97/99 Napoli
www.pasticceriaranaldi.com
info@pasticceriaranaldi.comtel-fax: 081400773
Aperto tutti i giorni dalle 8,00 alle 15,00 (aperto fino alle 20.00 nelle festività)
I Quartieri Spagnoli a Napoli sono un pezzo di centro città dai contorni indefiniti per molti, tra la bella via Toledo piena di negozi e la panoramica Corso Vittorio Emanuele. Un groviglio di vicoli in salita del quale, per decenni, si sono fotografati scorci suggestivi tenendosi a debita distanza. Insomma: un quartiere popoloso e popolare con un presente in salita pure lui.
In tempi recenti, sull’onda della caparbia resistenza alla diffidenza e alla paura, di alcuni imprenditori, prima angoli, poi vicoli e a seguire interi pezzi della zona, si sono riguadagnati un’immagine di vivibilità. Restando aperti anche fino a sera tarda, una trattoria, un baretto, un teatro hanno riportato lentamente la gente a frequentarla.
Oggi tutta la parte a ridosso di via Toledo e Via Chiaia è praticabile anche se non tutti, napoletani inclusi, ne sono a conoscenza. Con evidenti ripercussioni negative sull’economia del quartiere e sulla sua definitiva rivalutazione.
La Pasticceria Ranaldi lega tutta ai Quartieri Spagnoli la sua storia, e lo fa con il sorriso franco del signor Claudio e l’accoglienza gentile e calda della figlia Marcella e della moglie Anna Di Tondo. Regna, in questo piccolo locale, con il laboratorio annesso, una calma e un senso della cordialità di una Napoli antica e sempre più rara a incontrarsi.
A fondare la Pasticceria circa novant’anni fa è stato il nonno di Marcella che me ne racconta la storia. Gustavo, ai primi del Novecento, era chef pâtissier in un importante ristorante di via Verdi, nei pressi del Palazzo Reale, frequentato dalla gente bene e dall’aristocrazia cittadina. Decide poi di aprire un suo negozietto a Via Tarsia, da dove, dopo alcuni anni di attività in Via Emanuele De Deo (meglio conosciuta come Taverna Penta, per via della storica osteria ricordata ne Lo Cunto de li Cunti), la Pasticceria Ranaldi si trasferisce, nel 1990, al Vico Lungo Gelso dove è tuttora.
Prima affiancato dai fratelli Paolo e Massimo, scomparsi qualche anni fa, oggi Claudio Ranaldi continua a lavorare nel laboratorio a vista nel negozio e si dedica personalmente dei lavori più delicati, mentre la moglie e la figlia si occupano della vendita e delle confezioni. “Questo è un lavoro che si impiegano dieci anni per averne le basi , e poi si impara per tutta la vita” mi dice il signor Claudio che mi invita a dare un’occhiata all’interno laboratorio nel quale si lavora rigorosamente senza uso di semilavorati e con materie selezionate tutto quanto finisce nelle vetrine del negozio: pasticceria secca, torte, piccola pasticceria, le classiche “paste”, oltre specialità legate alle feste.
E’ questo il tempo del Pesce d’Aprile di cioccolato, delle uova di cioccolato splendidamente decorate, del casatiello, del tortano (questo senza uova sode sopra, a differenza del primo), del casatiello dolce che quasi nessuno fa più (tipico del giovedì santo, fatto con pasta briosce con le uova sode incassate sopra e decorato con granella di zucchero e canditi), delle colombe (rivestite al cioccolato o classiche con l’amaretto di mandorle) e della pastiera (ospite fissa della pasticceria da ottobre a fine aprile). A queste, Claudio Ranaldi, che ha iniziato a lavorare a soli dieci anni, dedica tutto il suo entusiasmo e cura. Il cioccolato è una passione tutta sua. Ha iniziato a proporlo circa trent’anni fa ed oggi le vetrine del suo negozio sono un tripudio di nudi e soggetti diversi lavorati con cioccolato fondente, al latte e bianco. “Tutto è rigorosamente fresco e preparato al momento” mi dice Marcella. A parte babà e capresi, cioccolato e pasticceria secca, se volete addentare uno dei bignè, degli “sciù” e dell’altra pasticceria dei Ranaldi, torte incluse, dovete prenotarli al telefono. In un’oretta e mezza al massimo saranno pronti.
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