Napoli, Crudo Re ‘o sushi partenopeo a Chiaja

Piazza Vittoria 11/12
Tel- 081 7645295
Sempre aperto

Troppo spesso i napoletani si lamentano del fatto che il mare non bagna Napoli. Alludono più che alla condizione umana e socioeconomica cui faceva riferimento la Ortese, al fatto che il livello di “marinità” della città sia curiosamente basso.


L’ultima epidemia di colera che nel 1973 proiettò il capoluogo campano sulle prime pagine di mezzo Mondo, diede una spallata mortale ai ristoranti che proponevano frutti di mare crudi e pesce in genere. Il lungomare di Partenope, che avrebbe potuto essere il luogo ideale per una nuova fioritura di locali nel segno della identità marinara della città, è rimasto a lungo, negli anni successivi, appannaggio unico dei grandi alberghi. Così, fino a una quindicina di anni fa, quando, poco alla volta, una serie di pizzerie e ristoranti sono andati ad intaccare le posizioni frattanto guadagnate, sull’isolotto di Megaride, dai dirimpettai del Borgo marinari.

Oggi sono circa una trentina e procedono nel loro movimento lento di lottizzazione delle porzioni del fronte mare, verso piazza Vittoria restituendo a Napoli preziosi tasselli della sua identità di città mediterranea che a tavola trova una delle sue massime espressioni.

Saziati i primi morsi della fame, oggi emerge prepotentemente una nuova voglia di mare e della sua espressione più intensa e non mediata: il crudo di pesce. Una domanda non nuova, ma più sofisticata. Tra i primi ad accorgersene in città, il giovane Luigi Mattiucci che ha inserito la sua Pescheria nel circuito alla moda di Vico Belledonne, subito seguito da Salvatore Muro a Via D’Isernia, e, infine, da Gianni Lotti. A Piazza Vittoria il patron di Taverna do’ Re porta l’entusiasmo e l’esperienza fortunata del suo locale ad un passo dal teatro Mercadante, e lancia Crudo Re. Si contano circa 800 metri tra i due locali, ma nel mezzo, c’è un bel po’di più. Separati dalla galleria della Vittoria, due mondi: la realtà del vicino centro storico e dei Quartieri spagnoli incombenti, fisicamente arginati da Via Toledo, e quella della Riviera di Chiaia e della costellazione di boutique chic, attici di lusso e studi di rappresentanza. Crudo Re pesca nella voglia di svago e divertimento di quest’ultima, senza dimenticare che non tutti possono scegliere senza neanche guardare la colonnina dei prezzi.

Gli interni allestiti da Costa Group sono ispirati al mondo della nautica da diporto tanto familiare ai boat people del capoluogo che a Mergellina, o nei circoli, tengono a mare il proprio gioiellino galleggiante per sei mesi buoni: da aprile a ottobre. Poltroncine in sky bianco, a prova di salsedine, tovagliati di colori estivi – turchese, giallo e bianco – alcuni dettagli cromati e una cantina che sembra la stiva di un bel cabinato in navigazione. Generoso l’uso del legno e del cristallo. Un tocco eccentrico è dato da alcune grandi cornici intarsiate su sfondi a righe che ricordano gli ombrelloni o le cabine ordinatamente disposte sui classici lidi della villeggiatura all’italiana.

Poco più di trenta i posti a sedere, tra il piano superiore sul quale si affaccia la cucina a vista, e il piano inferiore, dove sono custodite la gran parte delle bottiglie. 5 gli antipasti e 5 i primi, rigorosamente di mare, ispirati alla tradizione e rimaneggiati in maniera creativa utilizzando materia prima rigorosamente fresca. Si può iniziare con Gamberi del giorno fritti in tempura di Champagne su vellutata di ceci di Cicerale , alghe di mare e olio extra vergine aromatizzato al peperoncino o Prosciutto crudo e mozzarella (ovvero tonno crudo sormontato da una julienne di seppie, ad esempio) per proseguire con Tubetti, totani, triglie e timo; Bavette, baccalà, bottarga e broccoli e Risotto con lupini di mare, pecorino e limoni.

Essendo improntati alla offerta del pesce del giorno, i secondi, oltre la Zuppa di pesce o di crostacei, prevedono lo scambio di desideri e consigli tra cliente e chef. Per il dolce, ad esempio: Semifreddo di pastiera o tortino caldo al cioccolato di Tanzania al 70%.
Il locale è aperto 7 giorni su 7. Il pesce, anche il lunedì – racconta Liotti – arriva fresco con le cianciole.

Equi i ricarichi sulle bottiglie, aspetto che offre la possibilità di stappare etichette di grandi maison di Champagne a prezzi ragionevoli: da 30 a 80 euro. Poi: Prosecco, Spumanti, Franciacorta. Tra i fermi, vini bianchi a go go.

Numerose le referenze: con un attenzione ai nomi storici della viticoltura italiana, ma anche alle realtà emergenti della piccola viticoltura di qualità. Un occhio di riguardo a quella campana guidata dai tre grandi vitigni regionali: Fiano, Greco e Falanghina. La mescita al bicchiere che consente di provarne diversi è assicurata da un apparecchio Enomatic incastonato nella scaffalatura sovraccarica di Champagne. Antipasto, primo e secondo con circa 45 euro, vini esclusi.

Monica Piscitelli


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