di Annatina Franzese
A pochi mesi dal lancio della parigina, complice la sua ubicazione, crocevia nevralgico di arrivi e partenze, Franco Gallifuoco ci riprova. Proseguendo nella sua politica di rivalutazione di quello che, sin dagli scritti di Marziale è parte della gastronomia, ripropone uno dei prodotti emblema dello street food: il panino fritto.
Alla domanda: “Franco, perché?”
Lui risponde: “Ma perché no?!”
Nell’era della contaminazione, della ricerca spasmodica dell’abbinamento giusto, Gallifuoco rispolvera i ricordi di bambino con i sapori e gli odori di quando, all’uscita della scuola, raggiungeva il ristorante- pizzeria dei suoi genitori e, seduto sul marciapiede, addentava il panino fritto wrustel e patatine preparato da suo padre per “la vetrinetta”.
Conscio della molteplicità della sua clientela e della necessità di diversificare l’offerta, Franco ha pensato di presentare al pubblico diverse proposte, mantenendo intatta la qualità e la freschezza.
L’impasto utilizzato per la preparazione dei panini, è un impasto differente rispetto a quello di pizze e grotte. Mentre di solito infatti, è diretto al 72% di idratazione, per i panini, l’impasto al 30% biga nell’impasto totale è ottenuto impiegando farina di tipo 1 con germe di grano e rinfrescato con farina di tipo 0 sempre alle germe di grano. La biga, vista la non immediatezza del consumo, è necessaria per garantire vita più lunga al prodotto finito. Per quanto riguarda la modalità di frittura, la tecnica utilizzata è la stessa prevista per la pizza fritta: 180° e continua oleatura della superfice.
Per adesso, ma c’è da aspettarsi che nel mentre tra la scrittura e la pubblicazione di questo articolo qualcuna se ne aggiungerà, son previste quattro tipi diversi di farcitura.
Wrustel affumicati di suino nero e marchigiana con ripieno di caciocavallo podolico e chips per il panino d’asporto; salsiccia, friarielli e fior di latte oppure genovese o, ancora, hamburger di chianina e provola per chi preferisce gustarlo accomodato in sala. Ovviamente, anche il prezzo cambia, variando dai 3 ai 5 euro a seconda che si decida di consumarlo “ambress ambress” o al tavolo.
Riuscirà la new entry a bissare il successo della parigina?! Beh, questo non so dirlo!
Quel che so però è che, in pizzeria o a casa (ne ho portato uno via con me), il panino conserva immutate le sue caratteristiche organolettiche, rivelandosi un prodotto assolutamente da assaggiare!
Ristorante – Pizzeria Franco
Corso Arnaldo Lucci n. 195
80142 – Napoli
Aperto tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 15:00 e dalle ore 18:30 alle ore 00:00
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