Napoli, città di ‘mangiafoglie’, conosciuta cioè nei secoli per un’alimentazione a base di verdure, diventata poi col tempo – come documentato in un bel saggio di circa 60 anni fa di Emilio Sereni – città di ‘mangiamaccheroni’ (I napoletani da mangiafoglia a mangiamaccheroni, in «Cronache Meridionali», 1958). Insomma, carne poco o nulla. Eppure (o forse proprio per questo) vegetariani e vegani hanno faticato parecchio in città per trovare ristoranti a loro dedicati.
A partire dalla stessa pizza, per arrivare ai piatti più conosciuti della tradizione come parmigiana, zucchini alla scapece, ciambotta e via discorrendo, un cliente vegetariano o vegano non ha mai faticato troppo a Napoli (e più in generale in Campania) per trovare … vegetali per i suoi denti.
Da qualche anno a questa parte, tuttavia, la sveglia è suonata anche qui. Un po’ per moda, un po’ perché effettivamente è cresciuta la domanda per una cucina esclusivamente vegetariana e vegana, come dimostra, ad esempio, la lunga fila che si forma ogni giorno a pranzo da ‘O Grin, il buon fast food vegano in via Mezzocannone del quale vi abbiamo parlato qualche tempo fa.
Da un paio d’anni, a pochi passi dal lungomare di via Partenope, nel quartiere di Santa Lucia da sempre regno della cucina marinara (ha origine qui, ad esempio, il famoso ‘polpo alla Luciana’) ma anche dei piatti più opulenti e carnivori, come ragù e genovese, ha aperto Cavoli Nostri.
Più bistrot che ristorante, come impostazione, per semplicità di arredo, ambiente e, soprattutto di cucina.
Mise en place minimale, qui dalle tovagliette agli scaffali è tutto green. Una sala luminosa, ricca di piante e piantine, colori chiari e un servizio garbato e gentile. Col bel tempo (cioè praticamente sempre) si mangia anche all’aperto, in un bel dehors protetto dal caos.
Il menù propone dalle 5 alle 7 portate per ogni sezione, con aggiunta di insalate, centrifughe di frutta e verdura, frullati, tisane ed infusi.
Tra gli antipasti, guacamole hummus, toast all’avocado, polpettine di quinoa agli spinaci, involtini di zucchine e una tempura di verdure ben eseguita, leggera, senza eccessi di unto, servita con una salsa dolce di cavolo viola al pepe rosa a dare un gradevole tocco orientale.
Tra i primi piatti, trofie agli agretti, riso venere con verdure grigliate, un orzotto agli asparagi e basilico, servito su una crema di fave, dicreto anche se poco incisivo. Più convincenti gli spaghetti integrali alla ‘Cavoli Nostri’, con pesto di basilico, pinoli, frutta secca e cavolo viola.
Tra i secondi, arrosto di seitan, ma ci sono anche degli sfiziosi cestini di peperoni ripieni al forno, il crostone di pane all’uovo, l’hamburger di quinoa con duchesse di patate viola e gialle (gradevole soprattutto per l’abbinamento con le patate e le salsine di servizio, ma reso un po’ amaro dalle bruciacchiature della griglia).
E poi – siamo pure sempre a Napoli – non potevano mancare le polpette, qui preparate con legumi (prevalentemente lenticchie) e pane integrale: morbide, gustose e accompagnate da una caponata di verdure di stagione oppure da un goloso (siamo pur sempre terroni) ragù di pomodoro San Marzano e peperoncini verdi di fiume, un piatto da scarpetta d’ordinanza.
Nel complesso una cucina varia e vivace, non appiattita sui dettami (tristi) del veganesimo ideologico, con un buon equilibrio tra l’uso di prodotti specifici e il richiamo alla ricca tradizione vegetale di Napoli. Adatta, insomma, anche ai carnivori che desiderano semplicemente alleggerire una pausa pranzo senza sentirsi per questo in punizione.
Un suggerimento finale: non guasterebbe una maggiore attenzione alla carta di vini e birre e un pizzico di fantasia nella scelta di pane e panini, approfittando – anche qui – della ricchezza e sapienza dei forni cittadini.
CAVOLI NOSTRI
Via Palepoli, 32 (Santa Lucia)
Tel. 081. 1948 5739
Aperto tutti i giorni, a pranzo e a cena.
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Conto sui 20-25 euro
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