Baccalaria a Napoli. Il posto che mancava. Sembra una frase fatta, eppure è proprio così. “Sua Maestà il Baccalà”, come recita il manifesto di questa particolarissima trattoria, non aveva ancora – incredibilmente – un locale tutto suo, proprio nella capitale del regno delle Due Sicilie. E al proprietario Toti Lange, stanco dei pellegrinaggi a Somma Vesuviana – da sempre centro nevralgico del commercio di baccalà in Campania – è venuta l’idea di aprire un posticino ad hoc.
Detto fatto e, per di più, in un posto strategico: in una strada apparentemente un po’ defilata ma in realtà centrale, a Sedile di Porto, dietro Piazza Borsa, a due minuti dalla metropolitana più bella d’Europa e dall’università pubblica più antica del mondo. Con l’intento di proporre una cucina tradizionale, che recuperasse le più classiche ricette delle case napoletane, riconvertendole tutte – anche laddove non previsto – in piatti a base di baccalà e stoccafisso. Con un’operazione semplice e genuina che, ci sembra, possa dirsi perfettamente riuscita — anche grazie alla mano sicura dello chef Vincenzo Russo.
Il locale è arredato in maniera molto essenziale ma confortevole, con maioliche dai colori chiari che ricordano atmosfere da borgo marinaro e nella bella stagione (cioè nove mesi all’anno) è possibile mangiare ai tavoli in piazzetta, all’aperto. I piatti di servizio sono tutti diversi l’uno dall’altro, in stile classico anni Cinquanta, e ricordano anch’essi quelli spesso spaiati delle case di una volta.
Servizio giovane e super veloce, senza tanti fronzoli. La sostanza, dunque, è tutta nei piatti. Dalla golosità dei fritti, sempre ben eseguiti, all’antipasto sfizioso come il Club Sandwich di stoccafisso che può benissimo diventare un piatto unico, magari accompagnato da verdure grigliate o ripassate in padella.
Uno dei pezzi forti del menu sono le minestre e le zuppe, come la ricca pasta e patate con lo stocco, saporita e delicata al tempo stesso; oppure la più robusta e corroborante zuppa di scarole e fagioli, arricchita con pezzi di stoccafisso. Un piatto che più degli altri rimanda alle ricette di casa di ciascuno di noi.
Da provare, poi, tutte le versioni del ‘coronello’, ossia il filetto di baccalà: da quello lesso (cottura perfetta!) a quello alla livornese, alla versione arrostita.
E, tra gli altri piatti, fresella con pomodoro e stocco, insalata di patate e stocco, minestrone di baccalà, risotto con crema di zucchine e baccalà, zuppa di lenticchie, spinaci e baccalà.
Se poi avete voglia di altro non mancano mai i must tipici di una trattoria napoletana che si rispetti, dalla caprese di pomodoro e mozzarella, al tegamino di gnocchi alla sorrentina, dalla salsiccia con i friarielli alla frittura di alici o di calamari.
Si chiude con i dolci tradizionali della pasticceria napoletana.
Una piccola carta dei vini, con circa cinquanta etichette ben selezionate, un conto salvadanaio a pranzo, un menu più articolato a cena e tanta tanta simpatia. I cultori del baccalà sono più che avvisati.
BACCALARIA
Piazzetta di Porto, 4
Tel. 081.0120049
Aperti a pranzo e a cena
Chiusi la domenica sera (aperti a pranzo)
www.baccalaria.it
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