Non siamo soli, Italia e Francia hanno ormai numerosi paesi competitor nel mondo del vino. Questo lo sappiamo e sappiamo anche che la California è, ancora oggi, uno dei maggiori. Ma partiamo da una domanda cattiva che noi italiani siamo soliti fare con presunzione: quanto il successo di questi vini dipende da un buon investimento in marketing e comunicazione? Quali sono i prossimi obiettivi della comunicazione in California ed in particolare a Napa e Sonoma le due zone di produzione più importanti. Ed è bene fare distinzione tra le due perché una differenza c’è e nell’aria si avverte anche una certa competizione.
Sonoma è molto più grande di Napa, ed è per questo che racchiude diversi terroir e quindi, ancora, una maggiore varietà di vini seppur prodotti dalle stesse uve. Essendo Sonoma esposta ai venti dell’oceano qui il clima è più freddo, un clima più adatto alla produzione di Chardonnay, Pinot, Zinfandel, le uve più tipiche di tutta l’area. Le cantine sono numerosissime e sarebbe difficile fare una selezione ma tra quelle visitate e che ho preferito posso menzionare sicuramente Buena Vista, la prima cantina californiana che oggi è gestita da un grande investitore francese Jean Charles Boisset, il quale in quanto genio del marketing sta rivoluzionando la cantina affinchè da tradizionale diventi anche popolare ed originale. Numerosi i vini degustati, dallo Chardonnay ai diversi Merlot (di vigneti diversi) fino allo cherry, il porto e la vendemmia tardiva di Chardonnay, tutti con una certa personalità, cosa non sempre vera da queste parti… Ma ancora, mi piace menzionare Kendall-Jackson che offre numerosi percorsi educativi per gli ospiti ad esempio i giardini dove in corrispondenza del cartello di ciascuna uva vengono coltivati da un lato spezie proprie che caratterizzano quella varietà (timo, limone, frutti rossi…) e dall’altro le affinità; ma anche Fort Ross e Flowers sulla costa di Sonoma con un diverso carattere: cantine più piccole con vini più minerali.
La produzione vitivinicola californiana è nata qui, Sonoma rappresenta la storia della California ma è stata superata da Napa in termini di popolarità. Napa, infatti, resta la zona più conosciuta nonostante rappresenti solo il 4% della produzione californiana totale. Ed è per questo che l’obiettivo attuale della comunicazione di Sonoma è spingere il nome della loro Valley oltre e accanto quello di Napa.
Napa Valley è spostata verso l’interno ed è protetta da catena collinare che la rende meno fredda; questo clima è ottimale per la produzione di Cabernet, il vino principale di Napa che l’ha resa famosa nel mondo a partire dalla fatidica degustazione parigina del 1976 quando i vini californiani vinsero sui francesi in una degustazione alla cieca. Ma Napa è molto più piccola e quindi molto più gestibile, grazie a questo è stato possibile “fare sistema” come afferma orgogliosa la responsabile della comunicazione di Napa Valley Vintners (associazione no-profit per la promozione e la difesa della valley). Ed è probabilmente questo il segreto -semplice ma importante- del successo di Napa: la capacità di fare sistema, evidente da ogni parte. Numerosi i percorsi e gli eventi organizzati congiuntamente, numerose le modalità di organizzazione dei tour e numerose le forme di consulenza: si può addirittura prenotare un’ora di appuntamento con un consulente in loco che in base alle esigenze del cliente pianifica un percorso: tour in bici, bus o limousine, di gruppo o privati o, altrimenti, puoi semplicemente “fittare” un autista che guidi la tua auto lasciandoti libero di degustare tutti i vini che vuoi vini e goderti il paesaggio invece che guardare la mappa.
Ma questa è ormai routine per Napa, il loro attuale obiettivo di comunicazione è l’educazione del cliente in particolare circa l’abbinamento cibo-vino ed è questo aspetto che ci invidiano in Italia ancor più che in Francia. “Un cliente educato è un migliore cliente domani” afferma il responsabile ospitalità di Stag’s Leap.
Ho la possibilità di partecipare ad un paio di cene degustazione sia in St. Francis che in Kendall-Jackson ed in entrambi i casi resto colpita dalla finezza degli abbinamenti e dei piatti, originali ed equilibrati, che offron un mix di sapori vari da quelli locali a quelli asiatici, da quelli italiani a quelli francesi e così via. Non mi aspettavo tanta attenzione ai dettagli ed invece, ancora una volta, pare che gli americano quando vogliono una cosa sanno come ottenerla.
Anche per Napa fare nomi di cantine diventa veramente difficile. Certo è che non tutto sono eccellenti, certo è che la standardizzazione dei sapori che spesso leggiamo sui libri in cui si parla della California (Vedi il popolare “Atlante mondiale dei vini” di Robinson e Johnson) non è una leggenda, ma alcune si distinguono per maggiore personalità, cura del dettaglio oltre che professionalità, tra le varie: Opus One, la storica Stag’s leap, Artesa, Etude parte del gruppo Treasury Wine Estate, Inglenook altrettanto famosa e gestita oggi da Coppola, Chateau Montelena, e Schramsberg probabilmente lo spumante più interessante di Napa. Altre cantine meritano di essere menzionate per l’atmosfera come Hess Collection che offre una collezione di arte contemporanea molto interessante, Castello di Amorosa che ha ricostruito un castello medievale.
Non mancheranno le visite della cantina Francis Coppola, Mondavi, Antica (di Antonori) e probabilmente qualche birrificio!
Ad ogni modo, cerco di rubare qualche segreto e sempre più frequentemente chiedo di fare un confronto Europa-California. Le risposte sono immediate e si ripetono ogni volta, ma in particolare mi piace menzionare l’interessante e particolarmente formativa intervista fatta a Paul Wagner, professore di Marketing e vendite al Napa College. “Cosa la California può (ancora) imparare dall’Europa, cosa invece l’Europa oggi ha da imparare dalla California” ecco la mia domanda costante. Paul mi risponde con facilità: “La California vede il mondo del vino come un business e non sempre riesce a trasmetter valori e tradizioni, passioni e life-style, tutti questi sono –invece- i valori e le emozioni che l’Italia riesce immediatamente a trasmettere; e continua: tutta la California emula il life-style italiano. Ma proprio la tradizione e la storia di Italia e Francia costituiscono il loro stesso limite. Voi non ascoltate il mercato abbastanza, chiusi nella tradizione e nella storia non guardate oltre e non comunicate quello che il pubblico vuole sentire, spesso usando termini ed espressioni troppo tecniche”.
Ma c’è un altro elemento, una nota che invece aggiungo io, che si legge tra le righe e si percepisce girando e visitando: l’attenzione e l’investimento nelle risorse umane. Paul Wagner, è anche Presidente di una rinomata agenzia di Marketing e Comunicazione: Balzac e non a caso nella pagina “Chi siamo/People” si legge “Le persone non sono l’elemento più importante dell’agenzia. Le persone SONO l’agenzia”.
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