di Antonio Di Spirito
Una innovazione tecnologica e d’avanguardia è entrata nel mondo del vino!
E’ stato presentato alla stampa il Progetto Pilota, primo in assoluta mondiale nel settore agroalimentare, basato su una soluzione “blockchain”.
Cosa è blockchain?
E’ una metodologia di moderna concezione basata su una catena di blocchi, che utilizza una banca dati condivisa, crittografata (leggibile in chiaro solo da chi è autorizzato) ed immutabile, perché il suo contenuto, una volta scritto, non è più né modificabile né eliminabile.
Per centrare l’obiettivo finale, a questa concezione di banca dati si affiancano alcune pratiche ineludibili, quali la trasparenza totale, la condivisione ed il contributo proattivo di tutti gli attori per il raggiungimento pieno del risultato finale, la sostenibilità (anche sul piano dei costi), la facilità nella comunicazione dei dati, la facilità di apprendimento per i fruitori del servizio, e la fiducia.
La raccolta dei dati analitici dell’andamento stagionale, è una pratica che, specialmente per i produttori con certificazione biologica, viene espletata costantemente tutti gli anni. Nel prossimo futuro sarà possibile (in certi casi già lo è) anche automatizzare, con sensori di varia natura, l’acquisizione di alcuni dati (per esempio quelli legati alla meteorologia).
Tutta questa mole di dati, se ben organizzati e/o aggregati, può essere utilizzata per la ottimizzazione della produzione aziendale, per la pianificazione e consuntivazione aziendale e, perché no, per una efficace tracciatura dei processi aziendali da utilizzare nella “comunicazione” verso il consumatore.
Si avrà, così, che tutti i dati raccolti durante l’intero ciclo di produzione del vino (dal grappolo alla bottiglia ) e certificati dagli enti preposti, corroborati dalla storia aziendale ed altre notizie del vino stesso, saranno riassunti in un QR Code, apposto sull’etichetta, che il consumatore può consultare ed informarsi prima dell’acquisto attraverso un semplice telefonino.
Il QR CODE sarà uno strumento di comunicazione verso i consumatori, basato su dati certi e certificati da un ente terzo.
Perché l’Italia e perché il vino?
Il progetto “pilota” per l’agroalimentare (primo progetto del “genere” nel mondo) è stato attivato in Italia, data la conclamata biodiversità; quindi è un ottimo test per ottimizzare la nuova tecnica.
Il vino, poi, è uno dei prodotti italiani più “controllato” del settore ed il più diffusi all’estero; e poi, per la sua storia: cantina, anno di vendemmia e metodo produttivo fanno la differenza per il consumatore; quindi, il migliore veicolo per il “collaudo” di questa innovazione epocale.
Per questo “lancio” erano presenti, oltre a Luca Crisciotti e Renato Grottola, rispettivamente CEO e Global Director di DNV GL – Business Assurance, gli altri attori principali, nonché partners in questo progetto, e, naturalmente, i rappresentanti delle tre aziende vitivinicole, che sono parte integrante di questo progetto: Francesco Liantonio (Presidente ed Amministratore Delegato di Torrevento), Riccardo Ricci Curbastro (Ceo Az. Agr. Ricci Curbastro) e Sandro Sartor (Amministratore Delegato Ruffino).
Per quanto riguarda i costi del progetto è inutile parlarne oggi, visto che si tratta di mettere a punto un progetto pilota, adottato da solo tre aziende. In seguito si vedrà in quanti vorranno condividere il peso economico; in effetti, si tratta di quanto, ogni azienda, vorrà investire in comunicazione.
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