di Bruno Petronilli
Mosnel, ovvero “pietraia”. Sassi, Franciacorta, terroir, storia. Ecco le quattro parole chiave di una delle aziende più antiche della Franciacorta.
Nel 1836 la famiglia Barboglio eredita la tenuta di Camignone, già attiva nella produzione vinicola. Ma è con Emanuela Barboglio, che nel 1954 ha solo a 18 anni, che l’azienda vira decisamente verso uno sviluppo moderno e all’avanguardia.
In quegli anni la Franciacorta è un germoglio che sta crescendo, in un decennio verranno fondati i principi che ancora oggi ispirano il territorio. Nel 1976 l’azienda assume il nome “Il Mosnel”, oggi semplicemente Mosnel.
Nel 1990 Emanuela Barboglio è tra i soci fondatori del Consorzio Franciacorta e con una felice intuizione rinuncia alla fermentazione in autoclave per sposare il metodo classico. Da allora la ricerca della qualità ha sempre permeato la filosofia di produzione qui a Mosnel e Emanuela Barboglio è stata fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2007, la protagonista di tutte le tappe evolutive del territorio.
Oggi l’azienda è condotta con la medesima passione della madre dai figli Giulio e Lucia Barzanò. Il primo si dedica al settore produttivo e commerciale, la seconda al marketing, alle relazioni esterne e all’export di Mosnel.
E non è banale definirli due straordinarie persone: brillano, in ogni occasione, per sensibilità, bravura, dedizione e capacità imprenditoriali.
Nel 2016 Mosnel ha raggiunto il suo 37° tiraggio. E facendo due conti, da quel lontano 1836 in cui tutto nacque, gli anni all’anagrafe sono 180.
Un tale traguardo non poteva che essere celebrato degnamente. Con una verticale esclusiva dell’etichetta di maggior prestigio dell’azienda, EBB, nata nel 2003 con il preciso intento di creare un grande Franciacorta che sapesse ispirarsi all’eleganza e allo stile proprio di Emanuela Barzanò Barboglio.
L’EBB è uno Chardonnay in purezza. Le uve provengono dai vigneti Dosso, Limbo, Larga, Mosnel e Roccolo nel comune di Passirano (Monterotondo e Fantecolo). L’EBB si giova solo di mosto fiore, la prima fermentazione è in barrique, 36 sono i mesi sui lieviti. La produzione varia, a seconda dell’annata, dalle 5.000 alle 10.000 bottiglie.
Nel complesso la degustazione delle 10 annate (2003-2012) ha messo in evidenza un progetto che si è fatto sempre più chiaro con l’andar del tempo. Se escludiamo l’ultima annata degustata, il 2012, non ancora degorgiato e difficile da inserire nel filo logico che abbiamo seguito nell’assaggio, l’intento di Mosnel EBB è chiaro: proporre una versione di Franciacorta di grande spessore e complessità, e l’utilizzo del legno (sempre mirabile vista l’assenza di evidenti derive gustative) lo testimonia. L’elemento principale è senza dubbio l’identità di un vino di livello assoluto, perfettamente coerente con la terra in cui nasce, che comunica idealmente con le altre etichette millesimate di Mosnel, parlando lo stesso idioma, quello della freschezza e della purezza, ma riuscendo nell’intento di utilizzare un linguaggio più nobile e raffinato. Altro fattore determinate è l’utilizzo sempre minore che dalla prima annata (2003) fino all’ultima in commercio (2011) è stato fatto del dosaggio: addirittura il 2011 è sotto i 3 gr/l. Questa scelta è stata assolutamente vincente (e condivisibile): 2003, 2004 e 2005 scontano una opulenza e una ricchezza a volte debordante (benché il 2005 dimostri un ottimo equilibrio: è un vino suadente, rotondo, agrumato e piacevolissimo). Ma è con l’annata 2006 che l’EBB, con il deciso abbassamento del dosaggio, ci mostra tutto il suo splendore: questo millesimo è senza dubbio l’assaggio migliore, un vino diretto, tagliente, che gioca in freschezza e frutto grazie a sapidità e acidità encomiabili. Questo nuovo stile prosegue con il 2007 (eccellente equilibrio e complessità), il 2008 (colpisce la struttura), il 2009 e il 2010 (sentori compatti, balsamici, tostati e speziati) e il 2011 (un puledro ancora non domato, ma vigoroso e vivace).
EBB è senza dubbio un grande vino, una delle migliori espressioni dell’identità franciacortina. Non abbiate fretta, ha bisogno di tempo per esprimersi, in cantina come nel bicchiere, ogni etichetta di prestigio lo pretende. Ma siamo certi che Giulio e Lucia lo sappiano benissimo.
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