È scomparso Antonio Carpenè, il «signore del Prosecco», nato a Conegliano nel 1913, capostipite della dinastia attualmente al timone della storica casa spumantistica di Conegliano.
Antonio Carpenè è stato una figura determinante non solo per la crescita sul mercato dell’azienda di famiglia, a lui infatti si deve la ricostruzione dell’azienda dopo la seconda guerra mondiale, ma anche per l’immagine dell’intero territorio, fu tra gli 11 fondatori, nel 1962, del Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.
Insignito nel 2009 della Laurea ad honorem in Viticultura Enologia e Mercati Vitivinicoli dall’Università di Padova, titolo tradizionalmente conferito a chi per la sua attività si è distinto in modo particolare, è stato ricercatore innovativo e imprenditore illuminato, personalità di spicco dell’enologia italiana e internazionale. Autore di vari scritti, nel 1967 è stato insignito del titolo di Commendatore della Repubblica e nel 1979 è diventato Cavaliere del Lavoro.
Per la sua opera di innovazione dell’Industria enologica è stato insignito del Grappolo d’Oro dell’Associazione Enotecnica Italiani di Milano nel 1970 e del Premio Marescalchi dell’Accademia del Vite e del Vino nel 1981 e nel corso degli anni, proprio per il suo ruolo di primo piano ha ricoperto numerosi incarichi a livello nazionale e internazionale. Dalla Scuola Enologica di Conegliano all’Unione Internationale des Oenologues di Parigi.
Se il Prosecco ha raggiunto i ragguardevoli traguardi di affermazione sia sui mercati nazionali sia su quelli internazionali un merito importante va riconosciuto ad Antonio Carpenè, da sempre animato da una passione particolare per la vitivinicoltura e l’enologia, trasmessagli dal padre e dal nonno, primo fondatore dell’azienda.
Entrato nell’azienda di famiglia nel 1939, ha dedicato tempo ed energie alla messa a punto di un nuovo sistema di fermentazione, lo Charmat che, opportunamente modificato, perfezionando la tecnologia degli spumanti aromatici e il miglioramento delle tecniche di vinificazione, si presentava come il più indicato per salvaguardare aroma e finezza del Prosecco.
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