Domenica scorsa abbiamo raccontato la storia di Antonella Iandolo e dei fratelli Ciro e Gino Oliviero che hanno deciso di chiudere il ristorante gourmet La Maschera ad Avellino e di aprire una casa di campagna. Dietro questa scelta due temi di fondo: la sostenibilità di un progetto simile in una piccola città del Sud priva di flusso turistico e il rapporto mai tranquillo con la critica, soprattutto con quella esercitata dai blogger. Ne è scaturito un dibattutito al termine del quale è intervenuto con un lungo post il patròn, Gino Oliviero. Il suo scritto è molto interessante perché la una “voce di dentro” del mondo della ristorazione e per questo abbiamo pensato di riproporlo.
di Gino Oliviero*
Caro Luciano, voglio, innanzitutto, ringraziarti di tutto cuore. Ringraziarti per aver colto e trasferito con tanto amore e chiarezza l’essenza più intima del progetto NUOVO di Antonella e nostro. A seguito degli interventi dei tuoi lettori debbo però necessariamente fare alcune precisazioni, dato che a parlar di me e di quello che voglio faccio sicuramente meglio io (interpretazione autentica!).
In primo luogo la crisi economica non c’entra assolutamente nulla nella nostra scelta di chiudere la Maschera, o meglio direi, come sanno i miei veri amici, che la Maschera è SEMPRE stata in crisi, ed anzi meno male che negli ultimi quattro anni c’è stata Antonella con la sua svolta tradizionale territoriale: ci ha consentito di resistere un po’ di tempo in più alla terribile situazione economica degli ultimi anni.
Ma la semplicità, la essenziale squisitezza della sua cucina non si sono forse mai conciliate con l’aspetto comunque troppo formale della Maschera e non siamo riusciti, purtroppo, a far dimenticare l’immagine consolidatasi nei primi anni di vita del ristorante, e di cui mi assumo interamente ogni responsabilità, e cioè di un luogo non per tutti e per tutti i momenti ma costruito ad uso e consumo dei “cosiddetti gourmet” e di quei “pericolosissimi piccoli chimici vaganti”.
Ricordo ancora l’ansia di far da mangiare al blogger enogastronomico di turno o il nervosismo per una recensione ingiusta o giusta che fosse, piuttosto che la tensione per la visita delle guide gastronomiche: questo ricordo s’associa oggi in me ad una amara risata ed ad un ancor più amaro rimpianto: non aver fatto dieci anni fa la scelta che abbiamo fatto oggi. Perché noi oggi ABBIAMO finalmente SCELTO: scelto consapevolmente e felicemente di fare quello che piace a noi e non quello che piace agli altri.
Perché accogliere nella nostra nuova casa amici vecchi e nuovi cui piace mangiare bene e stare sereni, spensierati fa star bene, sereni e spensierati anche noi, stanchi ma non stressati di affrontare ogni giorno questo fantastico ma anche durissimo mestiere.
Ma soprattutto perché a noi piace tantissimo la CUCINA di Antonella, la mangiamo con gusto ogni giorno e non smettiamo mai di stupirci per la sua bontà e per la gioia che ci dà. Perché la cucina di Antonella è una cucina d’AMORE e di RICORDO senza fronzoli e sovrastrutture che mira al cuore e non alla testa della gente.
Ecco perché la nostra è un avventura NUOVA, nuova ed anche SOLITARIA ed al suo interno non c’è spazio per false amicizie e ipocrite colleganze: non abbiamo bisogno di dimostrare affetto ad alcuno se non lo sentiamo veramente. A chi non condivide questo nostro nuovo percorso, a chi dal cibo vuole altre cose che non siano bontà, genuinità e sincere emozioni, il MAI lo diciamo noi ed il suo è per noi “gioiosamente salvifico”, l’invitiamo sinceramente a frequentare sempre più i tanti posti certamente più adatti a loro e che puntualmente (con qualche importante omissione..) citano, come tacche sul calcio delle pistole dei cow boys, con la solita tronfia, ridicola spocchia da gourmet.
Sappiamo anche che la nostra scelta e il successo che già sta incontrando tra la gente e tra i VERI critici enogastronomici non fa piacere a molti e che si muoverà o si sta già muovendo, come è evidente dal tenore delle critiche, il perverso e morboso sistema chef-gourmet-blogger, il sistema delle cremine, delle sferificazioni, delle cotture sempre ma sempre più lunghe, del “vizioso vizio” del copia-incolla reciproco, del mangiare che “mi ha dato un’emozione incredibile per….” tutto tranne che per il mangiar stesso… (sistema cui mi pento di aver fatto a volte inconsapevolmente a volte forzatamente, ma mai ideologicamente parte).
Noi siamo altro da questo, siamo NUOVI e FELICI: ai piccoli chimici le emozioni senza gioia, a noi stretta stretta la nostra grande SuperCheffa e sua stupenda Pignata alla Lapiana…
*Oste Gatto Matto ed ora anche Felice
La Scuderia di San Michele di Serino
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