MASTROBERARDINO
Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Una grande azienda come Mastroberardino deve dare il buon esempio: lo fa con il More Maiorum, Fiano di Avellino pensato per i tempi lunghi, parliamo di un minimo di tre anni visto che è da poco in commercio questo 2003. Va precisato che si tratta di un grande investimento culturale perché la maggioranza delle persone preferisce il rosso al bianco e tra quelli che bevono bianco la quasi totalità lo consuma subito. Così quando si decide di investire in legno, che costa tanto, su un bianco, si pensa ad una nicchia di appassionati di fascia alta ed è una scommessa difficile perché si entra a confronto con i francesi e alcuni italiani. Bene dunque, la decisione di trasformare il Fiano da prodotto fatto in legno come caratterizzazione iniziale a quella di sottolineare i tempi lunghi che questo vitigno è capace di affrontare davvero alla grand,e come ha dimostrato la verticale Vadiaperti da Raffaele Troisi o lo stesso More Maiorum proposto dopo dieci anni da Fischetti all’Oasis. Lo sapete, questa è la mia tipologia di vino ideale, bianco fermentato in legno grande, affinato a lungo (trenta mesi in legno), dunque sono di parte se ne parlo con entusiasmo, direi un giudizio scontato. Eppure l’ultimo More Maiorum ha riservato piacevoli sorprese, a parte un impatto iniziale durato una decina di secondi troppo speziato e dunque poco naturale: la prima è la freschezza annunciatrice di longevità, nonostante la botte e nonostante l’annata siccitosa 2003 durante la quale la frutta è stata o cotta o troppo esuberante. Zone fredde come l’Irpinia in genere hanno fatto eccezione, ma non ho potuto fare a meno di ammirare la capacità di Vincenzo Mercurio di equilibrare bene le diverse componenti sino ad ottenere un vino opulento ma fresco e minerale, abbastanza morbido, molto molto lungo e pulito. Vi dico: lo berrei ogni giorno su quasi tutti i cibi perché è completo da abbinare sia ai prodotti in purezza come la provola affumicata e ai prosciutti del Pollino, ma anche dei nostri amici di Sturno, sia ai piatti elaborati e strutturati come può essere un raviolo con ricotta e tartufo di Bagnoli dell’Oasis. Ti contrasta il salato e accompagna il dolce prima imponendosi, poi facendosi da parte e infine ritornando nel giusto equilibrio con il cibo dopo aver inghiottito. Spero proprio che Piero ne abbia fatte molte bottiglie, perché questo 2003 va seguito con passione per almeno una decina di anni, difficilmente si spoglierà se conservato al buio e a temperatura di cantina e si annuncia sicuramente come un Propileo della nuova enologia campana.
Sede ad Atripalda, Via Manfredi, 75-81. Tel. 0825 614111, fax 0825 611431. E mail: mastro@mastro.it. Sito www.mastro.it – www.mastroberardino.com. Enologo: Vincenzo Mercurio. Ettari: 140 di proprietà e 60 in conduzione. Bottiglie prodotte: 2.500.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano di Avellino, coda di volpe, greco di Tufo, falanghina
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