Tel. 0827.63093, 329.3179438
Via San Francesco, 6
I Borbone hanno prestato sicuramente più attenzione dei Savoia all’agricoltura meridionale. Prova ne è la pecora laticauda, cioé dalla coda larga, di origini nordafricane, introdotte dagli esperti del Regno perché ritenuta una razza più capace di sopportare il caldo e soprattutto i problemi di carenza idrica: la coda larga caratteristica infatti è più o meno una borsa simile alla gobba dei cammelli e serve a trattenere i liquidi. Pensate un po’, questa casa regnante che l’iconografia storigrafica vincente ha dipinto come retrograda aveva già previsto il surriscaldamento della Terra prima nella nascita dei gas che provocano l’effetto-serra! Battute a parte, è sicuramente interessante conoscere la storia di queste pecore, diffuse nel Casertano, nel Sannio e in Irpinia e di recente riprese in alcuni agriturismo.
Molto rari e preziosi i formaggi ricavati con il loro latte perchè la produttività per animale è di molto inferiore alla media ed è per questo che abbiamo il piacere di segnalare il caseificio Corrado di Montemarano, fondato nel 1920,. che vede al lavoro la signora Carmela Mastromarino dal 1952. Siamo sul versante avellinese del Terminio, qui la tradizione casearia è molto consolidata, in estate salgono sui pascoli in alta quota anche le vacche podoliche lungo le strade della transumanza dalla Puglia. Pochi sanno, ad esempio, che l’attività principale della famiglia Molettieri, nota per fare uno dei rossi più buoni d’Italia, era l’allevamento delle mucche e che l’attuale parte antica della cantina era in realtà una stalla. La lavorazione avviene con <latte fermento naturale> prodotta ogni giorno senza aggiunta di fermenti lattici, a cui segue l’affinamento in cantina. ne escono fuori il caciocavallo classico, il caso Montemarano di latte vaccino, il caciocavallo laticauda stagionato otto mesi, il pecorone laticauda stagionato un anno, il caso laticauda, cioé il formaggio tradizionale irpino di latte di pecora, il provolone Montemarano a pasta filata stagionato otto mesi. E ancora latticini, ricotta fresca, burrini e ricotta salata.
Dai un'occhiata anche a:
- Tutto quello che bisogna sapere sull’Asiago dop
- Ricotta di bufala, le migliori in dieci caseifici da non perdere
- Caseificio Il Granato a Paestum: mozzarella, yogurt e amore per le bufale
- La burrata di Andria story, successo mondiale e prima nelle ricerche sul web
- BufaLab Paestum, un angolo di Cilento a Milano
- Gustophia a Omignano, la sosta per i grandi formaggi di capra in Cilento di Tenuta Principe di Mazzacane