C’è una zona in Campania poco, molto poco, conosciuta. Ormai quasi disabitato, ambiente terso e incontaminato: sono gli Alburni, ampolla carsica tra Cilento e piana del Sele. Ve li trovate di faccia appena superate Battipaglia, poco prima di Eboli.
Sul declivio di questo paradiso naturale, da poco entrato a far parte del Parco Nazionale, c’è la Valle del Calore, bellissima, con colline ben esposte e adatte alla viticoltura e all’olivicoltura. Un territorio che ha ospitato a lungo una delle poche Cantine Sociali della Campania che non è riuscita ad avere lo scatto di reni necessario per afferrare la rivoluzione vitivinicola: riconvertire i vitigni di barbera con varietà autoctone campane. Il destino delle aree rurali è fatto così: a soli venti chilometri, sulle colline di Agropoli, è avvenuto esattamente questo processo all’inizio degli anni ’90 e il Cilento è entrato nelle zone vitivinicole del Sud più simpaticamente seguite dalle guide.
Eppure le risorse non mancano certo. Lo sta dimostrando il bravissimo Sergio Pappalardo con Tenute del Fasanella, non è da meno Bruno De Conciliis che ci distrae dal suo grande Naima 2006 con il Monteforte 2008, Aglianicone in purezza da usare a pompa sui cavatieddi o sui fusilli di Felitto al castrato cilentano oppure, ancora, sul capretto al forno con patate deliziosamente proposto da Giovanni Positano alla Chioccia d’oro. Un vino fatto in poche centinaia di bottiglie, parliamo di due barrique di secondo passaggio, da una vigna con una sola mamma in quel di Monteforte.
L’Aglianico avrebbe potuto essere il Caronte traghettatore del territorio della Val Calore dall’era giurassica pre-metanolo a quella dei vini puliti e scattanti dei decenni successivi. Un vino così tipico non può non allargare l’anima in una domenica a tavola con gli amici o con la propria famiglia.
PRIGNANO CILENTO
Contrada Querce, 1
Tel. e Fax: 0974/831090
www.viticoltorideconciliis.it
Enologo: Bruno De Conciliis
Ettari vitati di proprietà:25
Bottiglie prodotte:250.000