di Marco Bellentani
La Doc di Montecucco, striscia vocata, tra i blasonati territori di Montalcino e Morellino, si estende sino al suo simbolo supremo, il Monte Amiata, per circa 800 ettari totali. Quest’anno la Doc festeggia in grande stile i 20 anni con una Masterclass di Vecchie annate, un tour e una serie di incontri che ci hanno visto ospiti insieme a giornalisti stranieri e star del vino come Charlie Arturaola.
L’organizzazione perfetta e l’accoglienza impeccabile, parte dal “fortino” della Tenuta Montecucco, simbolo del piccolo impero Collemassari che, da solo produce quasi il 40% del vino del territorio. Del totale prodotto salta all’occhio il dato dek 70% di prodotto da agricoltura biologica che, con piacere, ci regala alcune sorprese. Standard comunque elevato ad eccezione di qualche azienda troppo vocata all’estero e di qualche vino dimenticabile: la stragrande maggioranza della vostra esperienza con Montecucco sarà più che soddisfacente.
Tra cene, degustazioni e confronti emergono conosciute realtà come Salustri, aziende di carattere come Basile e veri e propri assaggi sublimi grazie al carattere e all’intransigente anima bio e sperimentale come Le Calle, Poggio al Gello, Peteglia e Montenero senza farsi mancare chi, come Piani Rossi, abbina a una produzione vinicola di valore location da sogno e agriturismi del relax da circoletto rosso.
Montenero, Poggio al Gello e Campi Nuovi ci sono sembrati gli assaggi più emozionanti, cui dedicare qualche nota.
Montenero. Retta da Stefano e Valentina, giovani rampanti, i 7 ettari ai piedi del Monte Amiata ci regalano non solo Sangiovese Doc e Docg giovani e di grande prospettiva, ma tre chicche imperdibili. Un rosè convincente e sincero, il Millaria, persistente, corposo eppure fresco e un capolavoro a nome il Pampano, ciliegiolo in purezza, dove frutto, note erbacee dovute dalla naturale espressione di un vino fermentato spontaneamente donano emozioni durature. Eccellente anche Arturo, blend di Trebbiano, Malvasia e Ansonica. Macerato 5 giorni, si avvale della forza e della mineralità del suolo e del vitigno. Non si apre in lunghezze infinite, ma ha spirito di territorialità. Pulito e ricco di sensazioni terziarie. Da sviluppare, ma già godibile.
Poggio al Gello. “Il vino va fatto come natura vuole”- ci dice il buon Giorgio. Niente che non sia che uva. Il tempo e il terroir. Una delle case più vicine alla provincia di Siena si arrocca nel passato e nelle fermentazioni spontanei per rossi che cumulano nel Rosso del Gello, nella sua riserva e nel Pugnitello.
Campinuovi. Anch’esso un vino di territorio. Anzi il vino del territorio. Un sangiovese come viene solo qua. Merito di un personaggio che ha fatto vini importanti senza firmarli (Daniele Rosellini), che ci regala emozioni speziate, finezza e carattere in nel Sangiovese DOCG. Stupendo.
La Masterclass. Momento culminante di un’esperienza che ci permette di dare più di un consiglio di viaggio sulla tipologia è stata la MasterClass vecchie annate guidata dal presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco, Claudio Tipa e dall’enologo Maurizio Castelli. Una carrellata dal 2012 al 1998 che conferma le capacità di espressione e di tenuta ed invecchiamento dei vini locali. Migliori Assaggi. Poggio al Gello (Sangiovese riserva DOCG 2012 – Rosso del Gello): ciliegia, polvere di caffé in un palato persistente, equilibrato. Campinuovi (Sangiovese riserva DOC 2010 – Campinuovi): Fresco, elegante e di carattere. Ciliegia e erbe aromatiche sono liberi di esprimersi senza lieviti selezionati. Speziato e minerale. Davvero notevole. Peteglia (Sangiovese riserva DOC 2009 – Peteglia): più tostato ma di ottima acidità e freschezza. Le Calle (Sangiovese Riserva DOC 1999 – Poggio D’Oro): Strepitoso mix di frutto, sensazioni balsamiche e cineree. Fresco e persistente. Salustri (Sangiovese DOC 1998 – Santa Marta): profumo di olivastra, fresco e elegante in bocca. 20 anni esatti di Montecucco in una bottiglia.
Una tipologia da vivere, scoprire e bere con “open mind” tra posti meravigliosi, caratteristici dell’immagine che, in tutto il mondo, ha la bellissima campagna toscana.
Dai un'occhiata anche a:
- Spumanti dell’Etna 2024
- Sagrantino Montefalco, report sull’Anteprima
- Coda di Volpe Tenuta del Meriggio, la verticale storica in 7 annate
- Garantito Igp | I Tre Taurasi di Antoine Gaita Villa Diamante
- Verticale Storica di Bue Apis: la storia dell’Aglianico del Taburno in sei annate
- Etna e Barolo a confronto: eleganza e potenza da Nord a Sud
- Una Verticale di Eccellenza: 5 Annate di Franciacorta Riserva Palazzo Lana Extrême Berlucchi al Ristorante Quattro Passi di Nerano
- Casavecchia: degustazione di un vitigno antico a Pontelatone