di Marina Betto
E’ un racconto semplice e schietto quello di Stefano Cinelli Colombini sulla storia di Montalcino e della sua azienda Fattoria dei Barbi. Questa azienda sorge nel 1700 mentre la famiglia Colombini é presente a Montalcino fin dal 1352. La produzione di Brunello comincia nel 1892 subito dopo l’unità d’Italia ma i vini di Montalcino ( soprattutto il Moscadello) erano già conosciuti non solo sul territorio italiano ma anche nel resto della vecchia Europa. Trovandosi lungo la via Francigena questo piccolo centro era tappa obbligata per tutti coloro avessero voluto raggiungere Roma da nord e per questo il commercio è sempre stato molto fiorente motivo per cui i vini di Montalcino viaggiavano ed erano diffusi ovunque. L’azienda Fattoria dei Barbi all’avanguardia nella commercializzazione già nel 1931 vendeva vini per corrispondenza; nel 1950 è prima azienda vitivinicola ad aprire al pubblico con l’offerta di degustazioni e visite in cantina.
Nel 1964 viene inaugurata l’autostrada del sole e improvvisamente Montalcino si trova fuori la rotta del commercio ed isolata. Come si legge nel piccolo libretto ” Appunti per una storia di Montalcino” di Stefano Cinelli Colombini del 2016 questo evento apre più di un decennio di declino per la viticoltura in questa regione a seguito anche dell’abolizione della mezzadria che spopola le campagne e le priva di manodopera. Montalcino si deve reiventare , nasce il Consorzio del Brunello che faciliterà la ripresa facendo fronte comune , riprenderà così anche il commercio del vino ma questa volta non aspettando che qualcuno arrivi ad assaggiarlo ma portandolo in giro per il mondo. Negli anni “80 fioccheranno i riconoscimenti, i premi e con questi gli investitori, prima italiani e poi i grossi investitori internazionali. Negli anni “90 il Brunello vola, è in carta nei grandi ristoranti negli Stati Uniti figurando tra blasonate etichette francesi favorendo la nascita di un mito che come tale è destinato anche a infrangersi. Gli anni 2000 sono quelli dello scandalo del Brunello, delle sofisticazioni e la crisi mondiale che parte nel 2007 decreta uno stop epocale per questo vino. Pian piano la ripresa si ha con i commercianti che raccolgono l’invenduto delle aziende e lo esportano in Germania; la vecchia Europa ama i vini strutturati, lungamente invecchiati e l’offerta di queste vecchie annate alletta gli amatori e i gourmet che permetteranno pian piano al Brunello di riprendersi. Oggi ci sono tanti solisti che fanno lo stesso vino e cantano in coro la stessa melodia ci tiene a ribadire Stefano Cinelli Colombini. Fattoria dei Barbi è profondamente connessa con il territorio di Montalcino, radicata espressione di un mondo e di una cultura vitivinicola oggi conosciuta e apprezzata in Europa America e Asia.
Brusco dei Barbi IGT Toscana 2016 rappresenta il Brunello come era prima del Brunello. Ottenuto con una tecnica antica per ottenere un vino strutturato come lo amano gli ilcinesi. E’ quello che un tempo si chiamava ” vin di giugno” perché dopo essere stato a contatto con le bucce fino alla primavera seguente la vendemmia si svinava e imbottigliava nel mese di giugno. Ecco esprimersi il gusto della tradizione e di un territorio che ha sempre amato i vini invecchiati. Rosso rubino trasparente presenta profumi di sottobosco, pepe e marasche, spezie, cardamomo. In bocca è fresco e il tannino vellutato, il tenore alcolico si fa sentire riportando la sensazione di mordere una ciliegia sottospirito. Sembra essere invecchiato in botte ma in realtà la ricchezza è data dalla lunga macerazione sulle bucce.
Rosso dei Barbi IGT Toscana 2017 è un Sangiovese giovane. In questa annata esprime verticalità con un’essenzialità di profumi che ricordano ancora toni verdi, acerbi,erbacei. La bocca è freschissima con un’acidità evidente.
Brunello di Montalcino DOCG 2013 con la sua inconfondibile etichetta blu, rimane il simbolo di Fattoria dei Barbi, è un vino che viene prodotto fin dal 1892. In questa annata c’è una vena giovane e verde, un virgulto d’alloro e i profumi di terra e humus del sottobosco con lievi pennellate di etereo e di ciliegia poi appare la prugna e sentori di tabacco. Il gusto è astringente, fresco, lungo e amaricante con un’alcolicità evidente.
Brunello di Montalcino DOCG ” Vigna del Fiore” 2013 è stato prodotto per la prima volta nel 1981 per celebrare il compleanno della madre di Stefano, Francesca Colombini. Le uve sono selezionate da una vigna assolata situata nella zona più a sud di Montalcino, una vigna coltivata dalla famiglia da 500 anni. Grande eleganza al naso fatta di note cipriate e piccoli frutti rossi, deliziosi e invitanti come lampone,fragoline, seguiti da note di fungo e un filo di liquerizia. Il sorso è fresco con un’integrazione perfetta del tannino e l’alcolicità in equilibrio, ha un allungo morbido e un finale di frutto che lo rende eccellente.
Con il Brunello di Montalcino DOCG Riserva 2006 abbiamo nel bicchiere una espressione di struttura e carattere. E’ un vino fatto per durare nel tempo che evolverà e si affinerà sempre di più maggiore sarà la sua vita. Un sorso fine che sembra una cascata di petali di rose rosse, biscotto, vaniglia e alloro. Il gusto è pieno, corposo ampio dove la ciliegia si esprime lungo tutto il suo incedere in bocca. A nuove olfazioni si coglie il goudron, il pot-pourri di fiori blu e spezie, la china . La 2006 è in questo momento l’annata giusta da bere.
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