di Monica Piscitelli
Da poche ore che la Starkbierzeit si è concluso. Parlo del Periodo delle birre forti, scure, quasi masticabili. La tradizione a Monaco di Baviera, in Germania, è antichissima tanto da essere chiamata “la quinta stagione”, ed è legata alla origine del prodotto in ambito clericale. Si tratta originariamente, infatti, della birra che i monaci, primi depositari di quest’arte, solevano produrre e bere per rinforzare la loro dieta durante la Quaresima (Fastenzeit). Il consumo di questa “birra quaresimale”, infatti, era considerato peccato dal momento che “i liquidi non rompono il digiuno”.
Insomma: birra come alimento, fonte ultrarapida di calorie.
Non c’è nulla di più naturale per un vero monacese, incluso mio suocero che ha stentato a comprendere il mio straordinario entusiasmo per la faccenda, che bere, nel weekend , qualche litro di questa birra ambrata, al gusto molto caramellosa, dolce amara per la forte tostatura e decisamente alcolica: mediamente 1 o 2 gradi più del normale. Lo Starkbierzeit inizia con la tradizionale cerimonia della spillatura della birreria Paulaner Wirtshaus, che si tiene sulla collina del in presenza di autorità locali e personaggi famosi che diventano oggetto del “Salvator-Polit-Show”, ovvero di una farsa nella quale vengono schermiti e imitati; ma coinvolge anche molti Biergarten (Giardini della birra) e Bierkeller (Cantine) della città con serate interminabili e chiassose.
Per i patiti della birra lo Starkbierzeit in Baviera è un momento d’oro: per circa quattro settimane l’anno, le Brauerei (Birrifici) di Monaco mettono in commercio questo particolare prodotto, una Doppelbock. Dal martedì grasso fino alla fine di marzo, in attesa della Pasqua.
Oggi come 300 anni fa, le Starkbiere, un po’ come avviene per la speciale birra dell’Oktoberfest che esce a settembre e le cui ultime bottiglie si bevono alla fine del mese in occasione del grande evento finale di conclusione della Festa, si bevono solo in questo breve periodo dell’anno.
Avendone avuto l’opportunità ho fatto un giro in un negozio specializzato e ho potuto curiosare tra le montagne di cassette e far due chiacchiere con il negoziante. Mi ha intrattenuto piacevolmente facendomi una carrellata delle birre in commercio – Salvator (Paulaner), Triumphator (Löwenbräu), Maximator (Augustiner), Animator (Hacker Pschorr), Unimator (Unionsbräu) – raccontandomi che è quella di Augustiner la birra nel cuore dei monacesi perché è anche l’unica, per una precisa indicazione contenuta nello statuto della Fondazione che ne gestisce i proventi, ancora in mani private e indissolubilmente legata alla città. Zum Wohl! (Salute!)
Per ulteriori informazioni sugli appuntamenti della birra e della cultura a Monaco di Baviera: www.muenchen.de.
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