Le Cocole a Moio della Civitella
di Tiziano Terracciano
Moio della Civitella è un borgo di appena 1850 abitanti confinante con Vallo della Lucania. Sul suo territorio è presente un importante parco archeologico e un museo della civiltà contadina. Inoltre ogni anno ospita “Mojoca”, un Festival Internazionale degli Artisti di Strada. Ma il nome di questo paesino va segnato sul taccuino di viaggio nel Cilento anche per non perdersi la cucina sincera di questa Locanda che propone piatti del territorio senza far mancare altre proposte, utilizzando però solo materie prime locali.
L’Antipasto della Casa (12 euro) è un obbligo imprescindibile e se si ha voglia di continuare fino al dolce è consigliabile ordinarne uno ogni due persone. E’ abbondante, è diverso, è sfizioso, ma è soprattutto buono e permette di fare un viaggio tra i sapori di questa splendida terra: si inizia con i Fiori di Zucca pastellati e fritti; la tipicissima Mozzarella nella Mortella sprigiona tutto il profumo del mirto; la squisita Ricotta la si assapora fredda e calda avvolta da un delicatissimo fiore di zucca; la Soppressata paesana la si può accompagnare con l’insalatina di rucola e pomodorini; la Patata con la buccia viene esaltata dall’olio cilentano; la Parmigiana qui viene fatta appoggiando delle rondelle di Melanzane sulle polpette di pane poi ricoperte di sugo e formaggio; l’insalatina di farro con sedano e uvetta diviene uno spassatempo; lo strudel salato è ripieno di broccoli e la stupenda Zucca marinata è arricchita con la cipolla scottata nel vino.
Imperdibile la Genovese Cilentana con Candele spezzata a mano (7 euro) fatta con Cipolle di Vatolla, Vitello cilentano, Cacioricotta cilentano e rametto di finocchietto selvatico.
Memorabile per sapore, tenerezza e profumo la T-bone di circa 700 grammi (20 euro) di Vitello Cilentano.
Per dolce scegliamo una profumatissima Frolla con crema all’arancia e una delicatissima Ricotta & Fichi del Cilento (3 euro)
Per i vini ci si può tranquillamente affidare a quelli della casa (Aglianico 4 euro/lt) o semplicemente sceglierne uno dalla fornitissima carta dai ricarichi mai eccessivi.
Se si vuol conoscere la genesi del nome della locanda, ci penserà la moglie del titolare a soddisfare ogni curiosità su quelle Cocole con una “c” che sembrano ma non sono, ma potrebbero anche essere all’origine etimologica di quelle con due “c”!
Le Cocole a Moio della Civitella
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Qui di seguito la nostra prima recensione del 3 gennaio 2014:
Pasquale Ruggiero se lo era messo in testa da un bel po’: trasferire l’azienda agrituristica di famiglia in un posto tutto suo. Una grossa sala, nel bel mezzo di un uliveto a Moio della Civitella, nel cuore del Cilento, a 6 chilometri da Vallo della Lucania. Gestione familiare, cucina casereccia e il successo di pubblico, soprattutto locale, ma numeroso e affezionato. Però non gli bastava.
E così finalmente, dopo le solite peripezie soprattutto burocratiche – che dalle nostre parti frenano spesso anche gli spiriti più combattivi – ecco un pezzo di terreno, con l’orto e gli ulivi e soprattutto, la locanda chiamata “Le Cocole” da un soprannome di famiglia.
In cucina sempre le mani d’oro della mamma, piatti semplici, tutti richiami della tradizione cilentana, spesso rivisitazioni di ricette povere, poverissime. Una sala arredata in maniera lineare e pulita, legno chiaro, senza orpelli, con alle pareti le locandine di tutte le edizioni di Mojoca, il bel festival degli artisti di strada organizzato nel centro storico del paese ormai da una dozzina d’anni.
Si puo’ scegliere di cominciare con uno dei robusti primi piatti della cucina cilentana, dai classici fusilli (fatti a mano) al ragù di castrato oppure con le lagane e ceci, eseguite alla perfezione: callose, ben amalgamate e sapide il giusto. Le carni sono tutte locali e accompagnate da verdure. Buone le salsicce con i broccoli, in porzioni sempre generose.
Qui, tuttavia, anche il piu’ rigido dei vegetariani potrebbe eleggere il proprio domicilio grastronomico: sono infatti le verdure e gli ortaggi in mille intepretazioni e sfaccettature, i veri protagonisti della cucina delle Cocole. Si va dai peperoncini verdi fritti, aromatizzati con la menta, alle torte rustiche con zucca e formaggio, alle patate cotte sotto la cenere; ai tortini di zucchine, ai finocchi gratinati al forno; all’insalata di farro con sedano e radicchio.
Solo i fritti deludono un po’ (preparati in anticipo, soffrono dei tempi di attesa) ma ricotta e mozzarelline nella mortella (foglie di mirto) sono di qualità e il prosciutto tagliato al coltello si scioglie in bocca e si accompagna molto bene all’insalatina degli (ultimi) pomodorini dell’orto.
Sapori e profumi riconoscibili, schietti. Ed è un piacere esercitare la memoria anche olfattiva in un’epoca che ci propina frutta e verdura – soprattutto nelle città – di tristissimo anonimato.
La filosofia è quella slow e del rispetto della terra così come insegna il grande Carlin Petrini.
E i vini sono quasi tutti cilentani, compreso quello sfuso, servito in bottiglie di vetro d’antan.
Davvero una bella esperienza di gusto, che ricorderete anche per il conto, straordinariamente leggero, sui 15-20 euro.
Chiudiamo con un consiglio (che peraltro vi darà lo stesso Pasquale): se scegliete di cominciare con gli antipasti e avete un appetito medio non ordinate molto altro. Rischiate di lasciare intonso qualche piatto e sarebbe, davvero, un peccato mortale.
Le Cocole
Locanda di famiglia
Via G. Leopardi
Moio della Civitella
Tel. 0974.271923 – 349.8242456
Aperto a pranzo e a cena
CHIUSO: LUNEDI
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