di Marco Galetti
L’ultima volta, un paio di rane sono saltate direttamente dalla carta delle vivande di Philippe direttamente sul mio conto senza transitare dal piatto, ho segnalato la cosa, hanno stornato le rane dal conto senza scusarsi, l’unico passo falso di un percorso generoso e goloso per qualità, quantità e assaggi offerti.
Tavolo e mise en place, è tutto pronto per il mio pranzo quello di Venerdì ventisette gennaio, due piatti, pre dessert e dolce sono proposti a voce e tariffati a euro 45, aperitivo, acqua, caffè e calici di vino da pagare a parte ma ad un costo contenuto.
Servizio cortese, tavoli ben distanziati, comode poltroncine, temperatura adeguata, pausa pranzo gradevole nella bow window con vista sul giardino, nessun benvenuto dalla cucina, considerando che l’offerta lunch non prevede un antipasto, ritengo quanto meno cortese a certi livelli, presentarsi almeno con uno stuzzichino, seppur non dovuto…rispetto senza condividere questa scelta gestionale.
Arriva il cestino del pane senza alcuna descrizione del contenuto, ottimi i grissini, buono il pane, mentre i due micro assaggi di focaccia sono un po’ troppo cotti
Il cortese e sorridente servizio del vino
Spaghetti al nero, pomodorini del Piennolo e burrata, il piatto viene completato al tavolo con l’aggiunta di olio di menta e olio di limone.
Manzo, scalogno confit, salsa al vino rosso, polenta quarantina
Predessert, meringhe con panna e strepitosi cannoncini alla crema
Il servizio del famoso gelato alla crema con la crema calda al cioccolato per completare il dolce al tavolo
L’ottimo gelato alla crema che non avevo comunque dimenticato
La sfera di zucchero con zabajone e pere, gentilmente proposta a chi mi accompagna in sostituzione del gelato
Qualche considerazione in aggiunta a questa che non è una recensione di un bistellato, ma una segnalazione di una pausa pranzo infrasettimanale presso un bistellato, la cucina in notturna e alla carta di Philippe è ben altro, ma il locale non è un altro, a dispetto del nome che porta.
Curiosa l’assegnazione del tavolo, entriamo, il locale è vuoto solo, due persone occupano due grandi tavoli tondi vicino alla vetrata, ci viene proposto un tavolo più piccolo, tra i meno ambiti, ne chiedo ed ottengo un altro vista giardino, avrei preferito non doverlo fare e che mi fosse chiesto dove avrei preferito accomodarmi, comunque…tre ottimi piatti, senza imperfezioni, ad un costo accessibilissimo, sono un’offerta più che valida, per contesto, servizio ed esecuzione dei piatti stessi, non proporre alternative mi sembra quanto meno opinabile anche in virtù del fatto che la proposta lunch è da intendersi obbligatoriamente per tutto il tavolo.
Le materie prime utilizzate non hanno costi eccessivi e sono di facile reperibilità, non è una critica ma una constatazione, il percorso nell’insieme è equilibrato, forse le porzioni, sopra media per qualità, sono leggermente sotto media per quantità, così come i calici di vino e questa è una critica velata, ma in trasparenza si dovrebbe vedere.
Certamente di sera, quando i prezzi sono direttamente proporzionali alle stelle, si percepisce meglio la luminosità delle stesse.
La carta delle vivande, che testualmente riporta, “il menù con un vino da noi selezionato”, non è di una chiarezza esemplare, molto meglio con un calice di vino da noi selezionato, si eviterebbero dubbi ed equivoci, è spiacevole più che costoso, trovare un calice extra sul conto…forse è anche controproducente per il locale stesso in fondo…
Il risotto, che avrei voluto riprovare (fuori provincia un fuori carta ci sta…) è da intendersi per due persone e a certi livelli mi sembra un limite quanto meno curioso, tornerò da solo e chiederò un risotto per due persone, quantità che non mi spaventa, chissà se nei venti minuti d’attesa, qualche anima buona mossa a compassione mi farà portare un piccolo ma gradito stuzzichino di benvenuto.
L’invitante sfera aperta, il caffè in chiusura è buono ma viene servito ad una temperatura sotto il minimo sindacale.
Chi mi ha aperto le porte di diversi locali, disegnandomi percorsi ed opportunità, permettendomi una visione più ampia di questo mondo difficile di appassionati e gourmet, mi ha indirizzato verso un approccio ai piatti e alla tastiera meno titubante, oggi se leggerà tra le righe, so che sarà contento.
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