Località Piano Montano, Contrada Corpo di Cristo
Tel. 0825.431537
Chiuso domenica sera e mercoledì
www.radiciresort.com
Ancora un allungo, deciso, del mondo vitivinicolo irpino. Dopo un paio di anni di lavoro la nuova tenuta di Mastroberardino è ormai entrata a regime: 14 camere, piscina, sala conferenze, campo di golf su 60 ettari di cui 45 a strepitoso vigneto da cui la linea top ha tratto nuova linfa per esprimersi al meglio. Ed ecco dove abbiamo ritrovato il simpatico Francesco Spagnuolo, prime esperienze da Antonio Pisaniello ai tempi del Gastronomo, poi un tentativo nel capoluogo, il Patriota, dove ha potuto farsi le ossa gestendo in prima persona la cucina.
Adesso è qui, nel nuovo ristorante del Resort fresco di inaugurazione: una sala luminosa e arredata con stile minimalista, meglio dire sobrio, una cinquantina di coperti e una terrazza adiacente dove spostarsi nelle seratine estive. Un punto di riferimento per chiunque giri nell’areale del Taurasi e per queste campagne ancora poco battute dal turismo di massa. Lo stile della cucina riflette l’arredamento: piatti semplici, molto chiari nella presentazione, nessuna pippa mentale, assoluta qualità delle materie prime, ricette espressione del territorio terragno e montanaro.
Direi, per chi lo conosce, un Pisaniello più immediato e meno concettuale, di approccio più facile per tutti secondo la nouvelle vague irpina che vede un filo comune legare l’Oasis di Vallesaccarda, la Locanda di Bu, appunto, la Pergola di Gesualdo, Lima Martone a Paternopoli e La Maschera di Avellino. In una frase: tanto orto e legumi, formaggi del territorio, agnello e baccalà. Noi abbiamo provato per esempio i classici flan di broccoli e il fiore di zucca in pastella ripieno di ricotta di montella, un delicato baccalà alla piastra su crema di ceci.
Classici i due primi: raviolo alle noci e la maccheronara, una sorta di chitarra abruzzese molto diffusa a Montemarano, vicino Taurasi. Purtroppo non locale, ma buona, la carne di vitello mentre con l’agnello molto ben fatto siamo rientrati in Irpinia. Finale semplice ed immediato con il dolce, un cestino di pasta frolla con crema pasticcera e amarena ci ricorda che siamo vicini Napoli, in alternativa un piatto di formaggi tra cui spiccano il pecorino di Bisaccia, un caciocavllo stagionato di Montella e una caciottina fresca.
Tra i primi vogliamo anche segnalarvi due propilei campani, i paccheri di Gragnano con pomodoro e ricotta salata di Montella e il tubetto con il ragù di Cipolla, una pasta e cipolla, insomma, che riporta decisamente all’infanzia e che costituisce uno dei tanti piatti perduti, pensiamo alla pizzaiola, della tradizione familiare meridionale e non ancora recuperati dalla ristorazione. Come vedete, piatti e sapori della tradizione, alleggeriti nella presentazione e nelle tecniche di cotture, molto più rapide e veloci del passato.
Penso che sia stato giusto scegliere questa linea perché usa un solo codice con il vino di Mastroberardino, sempre ancorato alle uve locali senza alcuna concessione ad altre cose, ma soprattutto percé chi viene qui non penso abbia voglia di spumette, cucina destrutturata e salmone di Scozia. Il ristorante è dunque un punto di approdo che mancava agli appassionati del Taurasi e a chi gira per cantine, copre un vuoto rimasto tale per troppo tempo. Il menù è ben organizzato, tre proposte per ciascun segmento.
Ora i costi medi: antipasti e primi a 8 euro, secondi a 13, dolci e formaggi a 5. In sostanza, viaggiamo tra 35 e 40 euro a testa, coccolati da un servizio appassionato e professionale.
Come arrivare
Siamo nel profondo Sud, ma non sperduti tra le montagne. L’autostrada Napoli-Bari è a venti minuti di auto, sia che si esca a Benevento che a Grottaminarda. Bisogna raggiungere la mitica statale 7, cioé l’Appia, che attraversa parte di Mirabella e su cui si affaccia, ben visibile, il resort. Da Napoli e da Bari un’ora e mezza, da Roma tre.
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